Nicola Melis è un artista che ama stupire ed emozionare. Il suo rapporto con l’arte ha origini profonde e per lui disegnare è fonte di “cura” e soddisfazione.
Ciao Nicola, raccontaci un po’ chi sei.
«Spesso e volentieri me lo chiedo anch’io, di per certo so che mi chiamo Nicola e che la mia più grande passione è creare e stupire attraverso le immagini.
Ho sempre amato disegnare, da bambini si disegna per provare a dire quello che si vede e che si sente, io ricordo che cercavo di replicare quello che vedevo, perché mi faceva star bene, mi rendeva sereno; più disegnavo e più desideravo farlo.
Ho iniziato con gli studi classici, che mi hanno permesso di aprire maggiormente le mie vedute, poi però la mia grande passione mi ha indirizzato e portato ad approfondire con il Liceo Artistico tutto ciò che avesse a che fare con l’immagine e la comunicazione.
Dopo aver concluso gli studi, ho dedicato il tempo successivo a quella che penso sia la mia strada, abbracciando anche il mio grande interesse per la tecnologia e l’informatica. Ho scelto di frequentare diversi corsi che avessero a che fare con la grafica e la comunicazione online, avendo trovato qualcosa che univa davvero le mie passioni più grandi, e capendo che dovevo continuare a studiare tanto e intensificare i sacrifici. Ho avuto il piacere di collaborare con diverse aziende, crescendo e avendo a mente quanto fosse necessario essere focalizzati verso un obiettivo professionale. Acquisendo poi sempre più consapevolezza e fiducia nelle mie competenze, circa due anni fa ho deciso di mettermi in proprio. Non è stato tutto rose e fiori, ma non mi mancavano il coraggio e il mordente che mi spingeva a credere nel mio lavoro autonomo».
Come è nata la tua passione per l’arte e cosa ti ha portato ad essere un bravissimo disegnatore.
«Disegno da quando ho memoria, da quello che dicono i miei genitori forse anche prima. Penso che il disegno, e con esso tutto ciò che è legato alla creatività, facciano parte di me. Ho smesso più volte, per poi stupirmi di non aver mai dimenticato come si fa. Col passare del tempo, crescendo, ho capito che come respirare, disegnare per me è necessario, non posso farne a meno. Sono sempre stato un degustatore di fumetti fin da piccolo, infatti alla fatidica domanda “Cosa vuoi fare da grande?” rispondevo sempre che avrei voluto fare il disegnatore di fumetti. Nasco come autodidatta, mi ha sempre affascinato il mondo del ritratto in particolar modo. I miei genitori mi raccontano che fin da piccolo chiedevo a chiunque venisse casa di se voleva essere ritratto. Si può dire che da quando ho imparato a tenere una matita in mano, non ho mai smesso di disegnare. Il Liceo artistico mi ha permesso poi di affinare diverse tecniche e di studiare e approfondire tutto ciò che fosse legato all’arte, dandomi l’opportunità di esprimere al meglio la mia creatività attraverso essa».
Nei tuoi disegni abbiamo trovato delicatezza e uno stile già ben preciso. Tu come definiresti il tuo modo di fare arte.
«Non lo definirei. Non mi identifico in uno stile ben preciso. Mi sento libero. Libero di adottare qualsiasi tipologia di stile o tecnica che nel momento in cui disegno, riesce a farmi esprimere al meglio. Prediligo lo stile Watercolor, in quanto mi dà maggiore possibilità di sperimentare tra svariate tecniche e modalità di approccio all’arte e alla figura che in quel momento voglio rappresentare, che in sostanza identifica poi lo stato d’animo legato al momento e le emozioni che ho bisogno di esternare».
Come prendono materialmente vita le tue opere partendo dal processo creativo.
«Non parto da un’idea ben precisa, tendenzialmente prediligo la figura femminile da ritrarre. Per quanto riguarda lo stile, in gran parte, sia stesura del colore che tratto, dipendono da ciò che sento di esternare in quel preciso momento in cui disegno.
Parto dalla struttura della figura, abbozzandola con la matita, per poi lasciarmi letteralmente trasportare dal colore ed esprimere tramite esso. Successivamente alla stesura del colore mi occupo dei dettagli, lavorando sulla profondità tramite ombre e punti luce, con svariate tecniche, dalla Bic, al carboncino, al gesso o alla matita colorata».
Crei anche opere su commissione?
«Ho sempre avuto una sorta di “rifiuto” per quanto riguarda le opere su commissione. Dieci anni fa smisi di farne perchè sentivo che lasciavo gran parte di me nel disegno ed era quasi come se fossi geloso di dare a chiunque quel qualcosa che per me era un qualcosa di personale, di intimo. Ho sempre utilizzato il disegno come valvola di sfogo personale o come “medicina”. Le poche volte in cui ho disegnato per altri, era perché per me magari era un modo per regalare un qualcosa di mio a persone a me care. Era un modo di esternare affetto, o in alcuni casi amore. Col tempo però, leggevo negli occhi delle persone sempre più gioia e stupore, vedendo i miei disegni, e alcune volte vedendo anche il mio stato d’animo tramite loro.
Ho capito che erano spesso in grado di regalare delle emozioni, e anche solo per qualche istante magari ritrovare la luce degli occhi di una persona o un animale che si ama, o che è venuto a mancare. Ho preso consapevolezza di questo, e capito che non c’era nulla di male nel “lasciare un qualcosa di mio”, se questo può far del bene a chi lo riceveva. Ho recentemente aperto una pagina su Instagram dove pubblico alcuni miei disegni e opere che mi commissionano, per chi fosse interessato può visionare lì i miei lavori ed eventualmente contattarmi».
Se c’è una tua opera a cui sei più legato.
«Non sono legato a nessuna opera in particolare, ogni disegno rappresenta qualcosa di diverso, prevalentemente uno stato d’animo, positivo o negativo che sia, o un ricordo di un particolare momento della mia vita».
Cosa vuol dire per te essere un artista e qual è il tuo messaggio artistico.
«Per me è semplicemente riuscire a regalare delle emozioni. Per me l’arte è questo. Qualsiasi forma di essa sia».
Quali sono i tuoi progetti futuri.
«Il disegno l’ho sempre considerato la mia grande passione, quello per cui sono nato. Al disegno quindi dedico il mio tempo libero. Al momento non ho nessun progetto in particolare riguardante l’arte, non programmo mai nulla, mi lascio guidare dall’istinto e della passione».
Una curiosità prima di salutarci.
«Voglio citarvi una cosa che la grafologa Candida Livatino disse in una intervista: “Il disegno esprime aspetti della personalità di un bambino che i gesti non sono in grado di esprimere. E quando un bambino vi regala un disegno fatene tesoro, vi sta regalando la sua anima!”».
Link dell’artista
Il video che abbiamo realizzato per l’artista