Elisa Aldegani è un’illustratrice che ama esplorare le varie tecniche tradizionali e digitali. L’ascolto e l’osservazione du ciò che la circonda le dà l’ispirazione per le sue opere.
Ciao Elisa, raccontaci un po’ chi sei.
«Ciao! Mi chiamo Elisa Aldegani, ho conseguito il diploma al liceo artistico nella mia città, Genova, e poi mi sono laureata all’Accademia di Belle Arti. Percorso che non vedevo l’ora di terminare, sinceramente, visto che non mi aiutava molto a capire come contestualizzare ciò che mi piaceva fare in ambito artistico. Attualmente cerco di osservare molto ciò che mi sta intorno e di essere paziente, dandomi il tempo di capire cosa mi piace e cosa no, senza avere fretta, dandomi la possibilità di andare avanti ma anche di tornare indietro e rivedere ciò che ho fatto e poter dire “ok ho fatto un casino, non mi piace, riproviamo!”. Certe volte, soprattutto in questo campo, si ha l’impressione di non poter sbagliare mai e di dover sempre fare tutto giusto subito. Ma “giusto” secondo quali standard?».
Come è nata la tua passione per l’arte e nello specifico per l’illustrazione e come è stato il tuo percorso fino ad oggi.
«Ho sempre disegnato fin da piccola ma l’interesse per il disegno non è mai stato troppo costante, dipeso forse anche dal poco valore che se ne dava in casa oltre che a scuola. Ricordo che alla fine dell’università mi sentivo come gli altri miei compagni, un po’ persa. Sentivo il bisogno di evadere ma non sapevo come».
Partiamo subito chiedendoti perchè una matrioska come immagine del tuo profilo instagram e se ci vuoi dire cosa vuol dire “Yilisha”.
«Mi è sempre piaciuta la simbologia legata all’immagine della matrioska. Proprio come le persone che hanno tanti lati nascosti, la matrioska contiene tante bambole più piccole al suo interno. Non si vedono ma ci sono! Yilisha invece è una traduzione errata del mio nome in cinese, mi ci sono affezionata e lo uso sempre».
Osservando il tuo profilo abbiamo notato un cambiamento di stile e tecnica dalle prime opere postate rispetto alle più recenti. Raccontaci questo viaggio…
«Sto ancora esplorando le varie tecniche tradizionali e digitali, sono abbastanza irrequieta perciò mi piace sperimentare. L’acquerello è una tecnica sicuramente più immediata e per ora l’ho sempre utilizzata per piccole bozze, anche le matite colorate mi piacciono molto e mi sono state utili per realizzare diversi elaborati come quelli che vi ho inviato. Non so quale tecnica mi rappresenti meglio, nel dubbio cerco di avere una mentalità aperta e di concedermi sempre l’opportunità di imparare. Più di recente sto cercando di capire come funziona il disegno digitale, uno strumento ancora misterioso ai miei occhi».
Come prendono vita le tue creazioni, dall’idea alla realizzazione materiale e tecnica.
«Dipende, a volte i film, i libri, i sogni, anche lo sport sono per me una buona fonte di ispirazione, così come le persone. Solitamente faccio qualche bozza su carta (il momento che preferisco in assoluto) e poi passo al definitivo. In genere disegno quello che mi tocca di più».
Crei opere anche su commissione?
«Sì! In genere chiedo di essere abbastanza precisi su cosa vogliono commissionare. Se lavoro in digitale i ripensamenti non sono un problema, diversamente se lavoro in tradizionale».
Se c’è una tua opera a cui sei più legata.
«Per il momento (mi concedo sempre la libertà di cambiare idea in futuro) un disegno realizzato a matita. Il suo significato è legato al concetto di empatia e a quello che questo stato d’animo comporta se non calibrato da una buona intelligenza emotiva».
Cosa vuol dire per te essere artista oggi.
«Essere artisti oggi sembra più facile perché reperire le informazioni appare più immediato soprattutto grazie ai social, ma in realtà secondo me c’è tanta dispersione e non sempre si presta attenzione a ciò che si sta guardando. Inoltre, secondo me almeno, la frenesia e le pressioni della società in cui viviamo non sono affatto buoni alleati».
Quali sono i tuoi progetti futuri.
«Ho sempre tanti progetti in testa, ma è difficile concretizzarli tutti. Intanto mi piacerebbe visitare qualche fiera come quella che si tiene ogni anno a Bologna e vedere più da vicino cosa propone il mercato editoriale attuale».
Una curiosità prima di salutarci
«Spesso rido per cose che non fanno proprio tanto ridere. Forse passo troppe ore con la testa china sui miei fogli».
I link dell’artista
Il video che abbiamo realizzato per l’artista