La mostra FIGURE SONORE, di cui abbiamo parlato recentemente, vede la rappresentazione del tema dell’ascolto attraverso sette opere di talentuosi artisti scelti da una giuria di selezione composta da professionisti del settore. In qualità di partner etico, noi di Altro Spazio li abbiamo intervistati per voi, per farci raccontare chi sono e la loro opera. Siamo pronti ad ascoltarli?
La seconda artista che vi vogliamo far conoscere è Valeria Ciardulli e la sua opera “New eyes”
Ciao Valeria, raccontaci brevemente chi sei e qual è stato il tuo percorso artistico.
«Valeria Ciardulli, classe ’80, art director in un’agenzia di comunicazione, aspirante fotografa pubblicitaria. Il mio approccio alla fotografia è stato casuale durante la prima pandemia, ho capito che potevo raccontare le idee e sprigionare la mia creatività tramite gli scatti».
Perché hai deciso di partecipare a FIGURE SONORE.
«Trovo che il colloquio sospeso sia una bellissima iniziativa, sono una persona altruista e attenta ai problemi di chi mi circonda quindi ho deciso di partecipare per dare il mio contributo».
In FIGURE SONORE si parla soprattutto di interazione con l’osservatore e di ascolto quindi ti chiediamo di raccontare, quindi a parole, la tua opera a chi non l’ha mai vista.
«Era una domenica mattina di dicembre e mi sono svegliata molto presto, non riuscendo più a prendere sonno ho deciso di uscire armata di cavalletto e macchina fotografica per andare ad esplorare il parco vicino casa che sicuramente sarebbe stato immerso in un mare di nebbia e dalla brina mattutina.
Sapevo benissimo cosa volevo rappresentare con lo scatto, dovevo solo resistere all’ibernazione. Avevo preso lo specchio ad un mercatino dell’usato e appena l’avevo visto sapevo a cosa mi sarebbe servito, era vintage e me ne sono innamorata subito.
Arrivata nella Valle dell’Aniene ho cercato il punto che mi piaceva rivolto verso il sorgere del sole e ho posizionato la macchina fotografica. Mi sono tolta il cappotto e ho preso lo specchio, l’aria era tagliente e ad ogni respiro emanavo piccoli sbuffi di fumo dalla bocca.
Schiaccio il pulsante e il conto alla rovescia ha inizio:
’10 ero lì, con lo specchio in mano davanti al viso, in piedi in quella distesa d’erba congelata
‘9 qualche cane attraversava il parco per la passeggiatina
‘8 gli uccelli volavano in gruppo alti nel cielo
‘7 qualche mamma nel palazzo di fronte apriva le finestre per far cambiare aria alla stanza
‘6 due gatti litigavano per qualche gatta in calore
‘5 il sole iniziava a sorgere
‘4 la nebbia incominciava a vedersi sempre di più grazie ai raggi che la attraversavano
‘3 I polpastrelli iniziavano ad indolenzirsi
‘2 immobile
‘1 click
L’ho chiamata “New eyes”, tengo uno specchio davanti al viso che riflette il nulla perché spesso le persone vedono solo la superficie di una persona, mi piacerebbe appunto che imparassero ad ascoltare e vedere con occhi nuovi quello che c’è realmente dietro lo specchio».
Perché un autoscatto per raccontare in un’opera il tema dell’ascolto?
«Essere ascoltati per me significa percepire che la persona che abbiamo davanti è in grado di comprenderci. La scelta dell’autoscatto è semplice, chi mi capisce meglio di me?»
Tra gli organizzatori di FIGURE SONORE c’è Co-Psy Collaborative Psycare, una realtà importante per il sostegno alle persone. Al di là dell’asta di cui ricordiamo una parte del ricavato andrà a loro, e che quindi speriamo porti buoni frutti, cosa secondo te l’arte oggi può fare per le persone, per tutti noi.
«L’Arte ci fa sentire parte di qualcosa, ci permette di condividere le nostre esperienze sia da artisti che da fruitori e di conoscere la molteplicità delle nostre emozioni. Questa iniziativa per il sostegno alle persone la trovo meravigliosa, sta succedendo anche per l’Ucraina, molti artisti hanno messo a disposizione le loro opere e il ricavato servirà per gli aiuti umanitari. L’arte può fare molto se indirizzata nel modo giusto».