La mostra FIGURE SONORE, di cui abbiamo parlato recentemente, vede la rappresentazione del tema dell’ascolto attraverso sette opere di talentuosi artisti scelti da una giuria di selezione composta da professionisti del settore. In qualità di partner etico, noi di Altro Spazio li abbiamo intervistati per voi, per farci raccontare chi sono e la loro opera. Siamo pronti ad ascoltarli?
La prima artista che vi vogliamo far conoscere è Lucrezia Costa e la sua opera “Passaggi Catartici”
Ciao Lucrezia, raccontaci brevemente chi sei e qual è stato il tuo percorso artistico
«Sono un’artista emergente ma prima di tutto mi definisco una crepa scomoda. Il mio percorso artistico è nato dalla necessità di trovare un modo per convogliare ed esprimere una gran quantità di energia che non aveva sfogo e mi provocava un forte malessere. Così ho iniziato a usare la fotografia nel tentativo di immortalare e rendere visibile agli altri il mio modo di vedere il mondo. Dopo la laurea triennale in fotografia ho proseguito gli studi in NABA dove conseguendo la laurea magistrale in arti visive e studi curatoriali ho imparato nuovi approcci e modi di intendere e fare arte. Ad oggi utilizzo diversi media per esprimermi, principalmente la video performance e le installazioni multimediali».
Perché hai deciso di partecipare a FIGURE SONORE.
«Ho deciso di partecipare a questa iniziativa in primis perché credo fortemente nel potere dell’ascolto e poi perché credo che tutti dovrebbero avere accesso ad un aiuto psicologico, che ad oggi viene ancora sottovalutato e ritenuto una questione di “serie b” rispetto alla salute del corpo. Visto che solo chi ha determinate possibilità economiche può permettersi questo tipo di aiuto, credo che sia profondamente ingiusto dal momento che la malattia è invece incredibilmente democratica. Semplicemente perché non è tangibile non è detto che sia meno pericolosa o meno degna di attenzioni e cura. L’arte deve essere un supporto al cambiamento sociale e quello che sta facendo Co-psy ai miei occhi è come un piccolo seme che se curato può germogliare e aiutare questo cambiamento».
In FIGURE SONORE si parla soprattutto di interazione con l’osservatore e di ascolto quindi ti chiediamo di raccontare, quindi a parole, la tua opera a chi non l’ha mai vista.
«Se dovessi rappresentare la mia pratica artistica e il mio pensiero in modo completo attraverso un’opera sceglierei i “Passaggi Catartici”. Questo lavoro nasce a marzo 2021 durante il lock down come uno sfogo di pensieri ed emozioni su carta che si è protratto fino a dicembre 2021. I pensieri si sono accumulati e, quando la vita stava iniziando a tornare alla normalità, per paura di dimenticarli ho deciso che volevo dare loro una forma materica. Alla ricerca di una lastra su cui incidere mi sono imbattuta in questa pergamena di alluminio macchiata di materia grassa che colando aveva creato delle striatura dorate simili a delle stratificazioni geologiche. Così ho deciso di unire la mia passione per la Terra e per ciò che si stratifica nel tempo, a questi pensieri pesanti che volevo rimanessero per sempre incisi su un materiale duraturo».
La cosa che ci ha molto colpito è la scelta del supporto su cui hai riportato i tuoi pensieri e quindi ci siamo chiesti come sei arrivata a questa idea e quindi il processo creativo che c’è dietro.
«Il processo che c’è dietro è proprio quello che ho raccontato prima. Il tentativo è quello di dare corpo alle parole, che essendo volatili spesso si perdono o non vengono prese seriamente. Io volevo che queste parole fossero incise per dare loro una corporeità, forza e dignità. Inoltre il processo di incisione, o meglio di punzonatura, di ogni lettera singolarmente è stato lungo, faticoso e al tempo stesso catartico. Vedere le parole emergere dalla lastra a ogni colpo di martello è stato come pacificarmi con sentimenti spesso troppo grandi da gestire».
Tra gli organizzatori di FIGURE SONORE c’è Co-Psy Collaborative Psycare, una realtà importante per il sostegno alle persone. Al di là dell’asta di cui ricordiamo una parte del ricavato andrà a loro, e che quindi speriamo porti buoni frutti, cosa secondo te l’arte oggi può fare per le persone, per tutti noi.
«Credo fortemente in un’Arte che porti al cambiamento, al miglioramento della condizione umana e non, attraverso il passaggio stretto e difficoltoso della fatica e della scomodità, così come del dolore. L’arte è lo strumento attraverso il quale mi assumo la responsabilità di essere un vivente su questa Terra, di volere e fare tutto ciò che è nelle mie possibilità per portare un miglioramento delle condizioni».