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Opere che esprimono valori di vita e tematiche sociali

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Alice Arduino, artista poliedrica ama particolarmente il collage artistico e trova ispirazione dalla moltitudine di eventi che la circondano.

Ciao Alice, raccontaci un po’ chi sei.
«Ciao. Mi chiamo Alice e sono un’artista e creativa, mi occupo di collage analogico e digitale, arte urbana con murales per interni ed esterni in spazi pubblici e privati, pittura botanica e fotografia di sport e eventi. Ho realizzato esposizioni fotografiche in gallerie e dibattiti sull’importanza della comunicazione per immagini, presso festival e università. Ho lavorato nel campo della comunicazione digitale gestendo i social media per associazioni. Sono attiva nella realizzazione artistica di workshop e laboratori didattici per giovani e adulti e progetti di rigenerazione urbana ponendo l’attenzione su alcune tematiche sociali con l’obiettivo di educare e sensibilizzare. Ho esposto presso gallerie ed eventi e alcuni miei lavori sono stati pubblicati su libri e riviste».

Come è nata la tua passione per l’arte e come è stato il tuo percorso fino ad oggi. 
«Ho sempre amato l’arte fin da bambina. Già da piccola disegnavo tanto, ero curiosa e volevo giocare con matite, pennelli e colori. Ho fatto il Liceo Artistico e per hobby ho iniziato a dipingere ad olio opere astratte che partivano dal mio inconscio, ma vivevo l’arte come qualcosa di  personale, un passatempo per tirare fuori ciò che avevo dentro, gioie e dolori. Soltanto dopo aver fatto l’università DAMS Indirizzo Cinema e Televisione ho iniziato a pensare all’arte come un lavoro. Ho studiato fotografia dedicandomi a sport, eventi e reportage. Ho fatto la “gavetta” lavorando nei villaggi turistici come fotografa e ho imparato molto. Tornata dalla stagione ho iniziato a farmi il portfolio e propormi in giro. Erano gli anni del digitale, arrivarono i social media e il modo di vedere e creare fotografia stava cambiando. Per adattarmi ho studiato comunicazione social media con l’obiettivo di utilizzare le immagini per una corretta comunicazione. I social puntano molto sulle immagini, ne siamo inondati e per questo sentivo la necessità di dover fare una riflessione su questo. Ma con l’arrivo degli IPhone stavano diventando “tutti fotografi” e chi aveva una macchina fotografica proponeva spesso i suoi servizi gratuitamente! Proporsi per lavorare era difficile, non pagavano o pagavano poco e anche se il mio livello fotografico era buono non bastava. E stato qui, che ho deciso di dover modificare la mia rotta, mantenendo alcuni lavori ma concentrandosi anche su altro. Ho iniziato a fare progetti e realizzare opere di street art per decorare quartieri e impostato workshop di collage creativi, introspettivi e su tematiche sociali proponendo con questa tecnica, non solo workshop e laboratori, ma anche formazioni per associazioni ed enti».

Sei quindi un’artista che si esprime attraverso diverse tecniche, se e come queste entrano in contatto tra loro.
«Mi dedico al collage, murales, pittura e fotografia. La fotografia la utilizzo per raccontare la realtà attraverso la narrazione di sport, eventi e reportage. Gli altri mezzi per creare immagini surreali e di fantasia. L’approccio ai vari mezzi artistici è diverso, ma ogni volta che faccio arte parto da me, dai miei pensieri, bisogni, necessità. Mi interrogo sulle persone, mi chiedo se i dubbi che ho sono condivisi e cerco di esplorare la mente umana, realizzando progetti di educazione e sensibilizzazione rivolti a tutt3».

Parliamo di stile, come definiresti il tuo modo di esprimerti e quali soggetti racconti e perché.
«Quando proponevo il mio portfolio in giro mi dicevano che non avevo uno stile. Che dovevo ancora formarmi e imparare. Col tempo ho capito che il mio stile non era unico, ma vario. Che esploravo più metodi artistici in maniera diversa e che dedicarmi solo ad uno per me era limitante. A seconda di cosa voglio esprimere e raccontare uso una tecnica. Sicuramente il colore mi rappresenta. Le mie opere sono un’esplosione di colore ed energia che richiamano il mio carattere estroverso e vivace. I temi e i soggetti che racconto solitamente sono le persone lgbtq+ o le donne. Negli anni ho realizzato progetti a tematica lgbtq+ con la fotografia per poi iniziare a dedicarmi maggiormente alle tematiche femminili. Come donna sento molto la pressione sociale, il patriarcato, la disparità di genere sul lavoro, anche come artista. Quindi le mie opere di artivismo sono dedicate spesso alle donne a evidenziare e rivendicare i nostri diritti. Penso che l’arte abbia la grande responsabilità di far riflettere e talvolta provocare per smuovere mente, anima e corpo».  

Raccontaci le tue opere, come prendono vita dal processo creativo alla realizzazione finale e dove trovi ispirazione.
«Trovo ispirazione principalmente da ciò che mi succede, dalla mia storia personale da episodi della vita quotidiana a eventi presenti sui social o nelle cronache dei giornali. Le ingiustizie sociali sono spesso il motore del mio lavoro. Da qui, tiro fuori idee e progetti. Partecipo a concorsi o propongo il mio lavoro in giro. Per questo ho realizzato dei workshop di collage su tematiche sociali perché per cambiare ciò che non va è necessario prima capirlo. Analizzarlo. Viverlo. Elaborarlo. Partendo da se stessi dai nostri bisogni, sogni, valori. Si parte da un percorso introspettivo per creare  “buttare sul foglio” in modo spontaneo ciò che abbiamo dentro per poi condividerlo con gli altr3 partecipanti. In questo modo c’è un dialogo e confronto con l’altr3, ci si incontra nei punti di vista diversi o simili, ci si accoglie e narra. Il collage e la metodologia non formale che adotto, con le sue potenzialità, permette di esplorare tantissimo la psiche e la creatività di ognun3».

Crei opere anche su commissione?
«Se mi viene richiesto sì. Realizzo collage personalizzati su commissione che narrano le persone e utilizzo immagini e scritte simboliche per raccontarle. Ma è più facile che sia io a proporre il mio lavoro in giro, a scrivere progetti, laboratori e workshop. Chi capisce il mio lavoro e comprende che è originale e innovativo collabora con me. E spesso a comprenderne le potenzialità, sono proprio l3 giovan3. Hanno voglia di esplorare, creare, hanno idee e voglia di fare. Ogni volta che collaboro con loro mi diverto, sto bene e ciò che esce è sempre molto bello! Si ride e si scherza insieme perchè ovviamente non ho un approccio freddo e distaccato ma socievole, simpatico e giovanile. Il mio motto è: “Se ti diverti, impari meglio!” Ai miei workshop nessuno si annoia, tutti si divertono e si passano delle ore piacevoli. Se arriva il momento in cui è necessario spiegare, fornire informazioni o trattare temi importanti, sono molto seria. Ma una battuta ogni tanto per richiamare l’attenzione e rendere tutto più leggero, non manca mai! Ricordo che a scuola andavo bene nelle materie dove i docenti erano simpatici. Per questo nel mio lavoro creo un clima armonioso per tutt3! Per farlo, devo divertirmi io per prima!».

Se c’è una tua opera a cui sei più legata.
«Sì. Ho realizzato un collage anni fa che partecipò ad una Call di Cheap Festival Poster Art a Bologna. Fu selezionata insieme ad altri artisti internazionali. L’opera si chiama “Women Leader Revolution” e mostra una donna a mezzo busto che si toglie gli occhiali mostrando la scritta “leader”. Il collage è una rivendicazione femminista, al potere delle donne. Potere inteso come capacità di essere autonome e padrone di se stesse sia nella vita privata che sul lavoro. Un inno ai nostri diritti spesso negati, alla lotta al patriarcato e all’utilizzo dell’immagine femminile svincolata dello sguardo sessista maschile!».

Il tuo messaggio artistico e cosa ti aspetti dal futuro.
«Il mio messaggio è quello di usare l’arte per educare e sensibilizzare le persone. Far riflettere attraverso l’arte. Sto puntando molto sui workshop di collage che sono un mezzo molto potente, nuovo e originale e al momento sono l’unica a Torino e in Italia che utilizza questa tecnica per parlare di temi sensibili attraverso laboratori e formazioni. Questo è stato possibile perché la mia formazione e il mio attivismo mi hanno insegnato molto. Ho quindi unito le mie esperienze, i miei studi e collaborazioni mettendo su qualcosa di unico. Racconterò la metodologia del mio lavoro anche all’interno di un tavolo internazionale su un progetto europeo con cui ho lavorato insieme ad un’associazione di Torino. In questo caso, su 22 paesi partecipanti, siamo gli unici ad aver usato il collage artistico come mezzo creativo per trattare il tema. Spero quindi che in futuro molte più persone si avvicinino al mio lavoro, ne capiscano il significato e le potenzialità». 

Una curiosità prima di salutarci.
«Sto ideando nuovi workshop e creando nuove collaborazioni a Torino. Se siete curios3 seguitemi per essere aggiornat3!»

I link dell’artista

CLICCA QUI PER VEDERE Il video che abbiamo dedicato all’artista

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