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“Nightmore”, la mostra di Gian Luca Groppi a Cremona

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Autore: Gian Luca Groppi
Titolo: Nightmore
Periodo: 29/06-2/09/2024
Luogo: Mangano Galleria d’Arte, Via Grado 6, Cremona
Curatore: Walter Borghisani

Gian Luca Groppi è nato a Piacenza e vive e lavora a Genova. Da più di 30 anni si dedica alla fotografia ed alla stampa in camera oscura.
Definito dalla critica “moderno cantastorie, che mischia i generi e le carte, infondendo alle sue opere un lirismo caustico che volutamente non offre panacee o soluzioni, ma piccoli strali, per scuoterci dalla diffusa inerzia sociale ed emotiva” [Lorella Klun], pratica l’arte come necessità, utilizzando mente e medium fotografico per esprimere la propria poetica: raccoglie e mette in scena, per disvelare e bonificare, i malesseri, i vuoti e le ansie della società, ammantandoli di un humor salvifico, piuttosto nero.
La personalità di Groppi è complessa, al pari della sua produzione artistica e di cui ritengo fondamentale identificare le fasi creative per comprenderla e, auspicabilmente, apprezzare quanto proposto in questa mostra. Il primo lavoro, “Neogothic”, risale agli anni ’90. La fuga da un’adolescenza molto inquieta trova il “conforto” della cultura e della musica dark. L’autore scopre negli altri gli stessi malesseri, vuoti, ansie che gli appartengono. Il fotografo si specchia nei suoi soggetti e nel loro disagio, ma la fotografia è ancora concepita come diario e non come un vero e proprio mezzo espressivo.
L’inquietudine post-adolescenziale cede il passo, nei primi anni 2000, ad una fase acerba, sia a livello tecnico-fotografico che a livello narrativo. La riflessione si concentra sulla comunicazione e su come esternare il proprio pensiero in fotografia. Tra il 2001 ed il 2005 nasce “_I_”, che segna l’inizio di una sorta di personalizzazione, il preambolo ad una mutazione.

“Mutazioni”(2005-2009) è, per l’appunto, il progetto attraverso cui l’autore cambia, e del quale lui stesso dice: “Le fotografie giocano sui doppi significati linguistici e semantici; focalizzano lo sguardo sui vizi, le falsità e i luoghi comuni della società, sulla compulsione ad apparire, portando alla luce il diffuso malessere esistenziale che corrode energie e valori. I personaggi vengono decontestualizzati e reinventati, anche attraverso citazioni e rimandi culturali.
Dai set fotografici emergono figure spesso anaffettive, preda di un’entropia comunicativa che congela gesti e sguardi. La brillante superficie della realtà perde lo smalto e scivola verso i territori dell’illogica logica surreale. Ogni dittico diviene riflessione, racconto aperto, analisi comportamentale.”
[Gian Luca Groppi]

Un lavoro in cui Groppi si manifesta con un atteggiamento che, precedente, mancava. I primi lavori erano parte di un circolo vizioso in cui l’umore dark-funereo non lasciava spazio ad alcun ottimismo; “Mutazioni” svela una parte fondamentale dell’autore: l’ironia. In “Mutazioni” comincia a proporsi il vero Groppi. La struttura comunicativa in dittici si consolida. Si consolida anche l’idea che le opere di Groppi sono “figli unici”: opere che vivono di vita propria, non imparentate strettamente le une con le altre. I toni, le scene, gli accoppiamenti hanno un filo conduttore logico che li rende coerenti, assimilabili. L’evoluzione di Groppi è evidente e proiettata verso quella che, a mio avviso, può essere definita maturità e che porta, nel 2015, alla nascita di ”Nightmore”.
La parola stessa (“Night-More”) gioca sul significato di incubo e del desiderio (“ancora-notte”) di essere investiti da flashback notturni privi di significato. Solo visioni alle quali, a volte, aggiungere un finale.
“Questo è un corpo di lavoro perennemente aperto e che evolverà assieme alla mia maturazione di essere. Avevo bisogno di leggerezza nella fase creativa ed anche di una sorta di “stato di attesa” ove, a tempo debito, le idee arrivano, senza che sia io a cercarle.” [Gian Luca Groppi]

NightMore nasce dal desiderio di riuscire a creare narrazioni senza l’abituale preparazione meticolosa, lasciandosi trasportare da sensazioni e sogni. Abbandonandosi.
Le immagini non hanno obbligatoriamente un senso compiuto: sono suggestioni, indizi che possono condurre a diverse realtà parallele. Si situano in quello stato fluttuante della coscienza che genera illusioni e visioni. Immagini ipnagogiche ricevute abbandonando sé stesso a ciò che il pre-sonno regala. Aspettando, senza forzare la mano.
Questo lavoro arriva dopo un periodo di fermo, di interruzione, di riflessione.
Il bianco e nero, che ha sempre rappresentato una componente naturale del lavoro di Groppi, cede il passo alle prime incursioni nella fotografia a colori. Durante questi anni di pausa l’autore si allontana dalla fotografia in senso classico, rivalutando il colore come mezzo per avvicinarsi alla pittura, all’arte contemporanea. Dalla visione contrastata della vita si passa ad una visione ammorbidita dalla pittura e dal cinema.
Nightmore è un abbandono in cui l’inquietudine sfuma in una sorta di equilibrio. Una pienezza arricchita dal contatto con la cultura dell’immagine e, più in generale, accompagnata da letterati, artisti pensatori. 
NightMore rappresenta la maturità artistica ma vuole anche essere un compendio di tutta l’attività di Groppi e dei numerosi cambiamenti che l’hanno caratterizzata.
Mutazioni, appunto, della cui omonima serie proporremo, per consentirvi un approfondimento e per stimolare la vostra curiosità, in aggiunta alcune opere.

È un artista curioso, umile, intuitivo.

E la sua fotografia ha raggiunto una condizione tale per cui i picchi negativi e quelli positivi si equilibrano, rendendola intensa e confortevole. Se dovessi provare a definire la sua fotografia, soprattutto quella dei suoi ultimi lavori, sarebbe quella di un dadà rivisitato dentro una sala da tè. Un luogo in cui sentirsi a proprio agio in un calmo, produttivo, continuo, stravagante, illogico confronto con la ragione.

Testo di Walter Borghisani

In copertina: Gian Luca Groppi, Petit Dejeuner a Gand
Dittico: A- Fine art digital print, cm. 30×45 + cornice, B- Fine art digital print, cm. 45×22 + cornice, 2023, Ed. 5 + 1 P. A.

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