Giuseppe Rametta è un artista che ama sperimentare diverse tecniche. Le sue opere parlano la lingua del cuore e trasmettono allegria a rispetto per la natura.
Ciao Giuseppe, raccontaci un po’ chi sei.
«Sono Giuseppe Rametta alias – Giusirames nato a Siracusa nel 1974 dove vivo. Scrivo poesie dall’età di 13 anni. Sono laureato in Scienze Politiche, ho fatto altri studi di approfondimento.
Amo scrivere poesie estemporanee, liberamente, scriverle con doppio senso di lettura, dall’alto verso il basso e viceversa. Non ho mai pubblicato le mie opere, sono più di mille, ma sul web c’è molta traccia di me. Dipingo su molte superfici avvalendomi di tante tecniche, dal carboncino su carta, dalla tecnica che sto studiando da tempo e che ormai padroneggio: l’acqua che viene colorata e guidata su di una superficie in vetro. L’acqua si può solidificare usando la natura e tecniche, altamente biologiche diventando carta su cui disegnare, ma se tocca l’acqua si scioglie e torna liquida. Ho creato un dipinto in Papiro di oltre 6 metri quadrati rappresentante la battaglia navale storica al porto grande di Siracusa contro gli Ateniesi nel 413 a.C.».
Come è nata la tua passione per l’arte e cosa ti ha portato ad essere un pittore di “fiori astratti”.
«Sono autodidatta, prima facevo ritratti partendo dalle foto, poi ho disegnato sul papiro siracusano, dopo ho scoperto il vetro e il rame. Poi ho deciso di studiare l’arte su l’acqua, l’Ebru, e ho fatto degli studi ed esperimenti su sostanze naturali, come latte e vino, ma anche chimiche, come l’Amuchina e densanti, e li ho usati nella mia arte. L’arte mi aiuta molto anche da un punto di vista della salute, in modo particolare la tecnica che uso. Ho cominciato a creare fiori allegri usando i mie colori ebru e amuchina, latte, etc. creando fiori astratti, fiori da altri mondi dell’universo immaginato. Voglio trasmettere allegria e rispetto per la natura, voglio far capire come i colori e le forme semplici possono aiutare a stare meglio».
Ci ha molto incuriosito la definizione di te che hai messo sul profilo instagram “Ideatore della Tecnica Trazzera magica dei colori “, che cosa vuol dire?
«I colori vengono incanalati magicamente e si può creare un mondo magico di stradine “trazzere” che rendono unica e irriproducibile un’opera. Il massimo effetto è su cartoncini eleganti e sul vetro».
Come prendono materialmente vita le tue opere partendo dal processo creativo.
«Io gioco con i liquidi, poi creo una immagine fantasiosa su di una superficie e dopo la investo di colori, naturalmente nel modo che voglio, poi ci gioco e creo».
Tu sei un artista poliedrico perché oltre la pittura scrivi poesie. Questi due aspetti artistici trovano un punto di incontro o hanno vite separate?
«Trovano un punto di incontro, su molte mie opere alle spalle, scrivo una poesia in base a ciò che volevo trasmettere, poi lascio a chi osserva dare un senso all’opera, e farla sua. Sui primi dipinti figurativi che facevo nascondevo nel dipinto una poesia piccola che lo spiegava».
Se c’è una tua opera a cui sei più legato e perché.
«La mia prima opera su tela e la mia ultima, lascio una parte di me nelle mie opere, le amo tutte perché frutto del mio stato d’animo e dei miei sentimenti».
Cosa vuol dire per te essere un’artista e qual è il tuo messaggio artistico.
«Per me essere un artista è essere qualcuno che ascolta, osserva e dona parte di sè. Si possono trasmettere messaggi profondi, come una poesia, ma non sempre accettati e capiti, “Un quadro è il riflesso dell’anima che lo ha creato”. Una Poesia nasconde l’intimo e profondo respiro dell’anima che osserva e fa sue le emozioni, se poi diventano colori è il massimo».
Cosa ti aspetti dal futuro.
«Di poter continuare a fare ciò che faccio e di aiutare chi osserva le mie creazioni, se di questo potessi anche viverci sarebbe il massimo».
Una curiosità prima di salutarci.
«Sarebbe fantastico creare una galleria dei sogni aperta a tutti gli artisti sconosciuti…».
I link dell’artista