copertina

“Ivar Østlandet”, un epic-fantasy che si ispira alla mitologia scandinava

Condividi su
Intervista ad Alice Zanivan, la fumettista emergente che ci porta tutti nelle magiche atmosfere scandinave.

Ciao Alice, raccontaci un po’ chi sei.
«Nella vita comune sono una donna assolutamente normale: durante il giorno lavoro come impiegata in un’azienda, ho una normale routine e una famiglia di cui prendermi cura.
Tuttavia ho sempre avuto una sorta di fuoco ribollente, dentro di me, che per anni ha premuto per uscire e che ho sempre represso per timore di quello che sarebbe potuto venir fuori.
La verità è che ho sempre avuto il sogno di diventare una fumettista, ma il non aver avuto un’istruzione artistica mi ha sempre frenata. Da autodidatta mi sentivo in difetto e non all’altezza. Finché ho deciso che era giunto il momento di approfondire questa passione che ho per il disegno: tre anni fa, finalmente, ho deciso di iscrivermi a un corso serale di fumetto e illustrazione. E lì mi sono resa conto che mi ero costruita addosso una gabbia di incertezze assolutamente insensata. So che può suonare un discorso arrogante, e di questo mi scuso, ma grazie agli insegnanti che mi hanno seguita, ho capito di avere delle capacità. Ho capito di avere un dono e che lo stavo bellamente sprecando. E mi sono promessa che non l’avrei mai più accantonato. Ho imboccato questo sentiero, un po’ per caso e mi sono decisa a seguirlo fino in fondo per vedere fin dove posso arrivare».

Possiamo dire che tu sei una fumettista emergente e da pochissimo hai dato vita al progetto “Ivar Østlandet”, scritto e disegnato interamente da te. Come è nata l’idea e cosa vuol dire fare da zero (e da sola) un fumetto.
«È una storia davvero lunga, ma cercherò di essere il più possibile sintetica – e spero mi perdonerete se non dovessi riuscirci! 
In realtà, la storia di Ivar accompagna la mia vita da una decina d’anni, forse qualcosina di più. Non saprei dire esattamente da quando, perché nell’ultimo periodo mi è capitato di ritrovare bozzetti vecchissimi risalenti al periodo in cui ero ancora all’università.
Questo progetto è nato come un hobby, un passatempo con cui riempire le serate.
Sono sempre stata un’appassionata di storia e all’epoca – una dozzina di anni fa – passavo ore e ore sintonizzata su History Channel. Un giorno, un documentario ha attirato la mia attenzione. Parlava dei metodi di navigazione vichinghi e, nello specifico, raccontava di un oggetto che spesso compare nelle saghe scandinave: la cosiddetta Pietra del Sole. Nelle saghe viene descritta come una pietra magica che consente di individuare la posizione esatta del sole anche in piena notte o in condizioni di meteo avverso, quali nebbia o tempeste. In quel documentario si spiegava che era stata individuato un particolare tipo di roccia – il feldspato d’Islanda – che sembrava avere caratteristiche molto simili a quelle descritte nelle saghe e quindi si ipotizzava che queste pietre del Sole non fossero solo delle semplici leggende. Al di là dell’aspetto storico, quel documentario ha fatto scattare qualcosa nella mia testa. 
È stato così che ho iniziato a documentarmi sulla mitologia vichinga. Ho letto tutto quello che sono riuscita a trovare e pian piano ho assimilato certe conoscenze che poi, col tempo, ho rielaborato a modo mio.
C’è da dire anche però che non c’è voluto molto per appassionarmi a questi argomenti. Da bambina sono stata due volte in Norvegia ed ero rimasta già allora profondamente colpita dai paesaggi selvaggi e drammatici che caratterizzano quelle terre. Da adulta poi ci sono stati altri viaggi.


Nel corso degli anni ho riscritto la storia più volte e ho iniziato a disegnarla per ben tre volte, prima di arrivare alla versione attuale. È innegabile che sia stato un percorso lungo.
Ma nonostante la “fatica”, fino a tre anni fa non mi era mai passato per l’anticamera del cervello che un giorno sarei arrivata a pubblicare questa storia.
Come accennavo prima, infatti, io nasco come autodidatta ed è stato davvero difficile riprendere le basi che mi mancavano.
Vi assicuro che è dura fare da zero e da sola un fumetto, a maggior ragione considerando che posso dedicarci solo un paio d’ore ogni sera. Devo pensare a tutto: sceneggiatura, dialoghi, impaginazione, elaborazione dei bozzetti, inquadrature e tutto quello che ci va dietro.
Però tutto questo mi dà una carica che non è facile da descrivere. È un po’ come se fosse un figlio, in un certo senso, e non riuscirei ad affidare certe parti del lavoro a qualcun altro.
Per concludere, sono arrivata in contatto con Edizioni03, il mio editore, tramite un insegnante a cui mi sono rivolta per imparare le base del social media marketing. Una volta venuto a conoscenza del mio progetto, ci ha creduto così tanto che ha voluto esporsi in prima persona per aiutarmi a raggiungere questo obiettivo. 
La fase finale di produzione del volume è stata – forse – la più stressante di tutte. Mi sono resa conto di quanto sia difficile in realtà pubblicare un libro! Ci sono mille dettagli da considerare e a cui bisogna stare molto attenti; scegliere il formato e la carta giusti, prestare attenzione a come effettivamente si presenta la resa dei disegni stampati, tutta la parte di revisione dei testi… È stato difficile. Quando a giugno il libro è finalmente risultato in vendita, ho tirato un sospiro di sollievo. Ma la gioia di avere finalmente il volume stampato in mano mi ha ripagato di tutta la fatica! Ora, non dico quanto segue solo perché l’ho fatto io, ma devo proprio dire che il libro è un bell’oggetto in sé; ha una copertina in soft touch e dei dettagli luccicanti che tutti finora hanno apprezzato tantissimo, prendendolo in mano».

Bellissima idea! Ci racconti la trama di “Ivar Østlandet”?
«Ivar – Østlandet è solo il primo volume di una serie epic-fantasy liberamente ispirato alla mitologia scandinava. Riporto qui una breve descrizione di questo primo libro: “Ivar è un giovane vichingo timido e introverso che non ama la violenza. Essendo però figlio dello Jarl – il capo del villaggio, gli viene imposto di partire per una spedizione di saccheggio. La sua vita cambia drasticamente quando Asbjørn, un cupo guerriero dotato di strani poteri, irrompe nella casa dello Jarl e cerca di sottrargli una misteriosa collana, che Ivar non aveva mai notato prima. In uno slancio di insospettato coraggio, il ragazzo di impossessa del gioiello prima che il guerriero lo prenda e fugge tra i boschi e le montagne che circondano il suo villaggio. Una collana apparentemente brutta, anonima e senza alcun valore… Come poteva immaginare che così facendo avrebbe inesorabilmente intrecciato ad essa il suo destino?
La saga di IVAR è una storia di magia e avventura, ma soprattutto di crescita, perché la ricerca del proprio posto nel mondo è sempre difficile, impegnativa e a volte distruttiva. Ci si trova infatti a doversi scontrare con il nemico più potente e difficile che si possa immaginare: noi stessi”.

Come sono nati i personaggi e le specifiche ambientazioni.
«I personaggi della saga hanno avuto anche loro un’evoluzione lunga e lenta. Alcuni sono nati da subito, con la prima stesura della trama. Altri sono nati molto più tardi.
Nella versione originaria della trama Ivar, che in origine si chiamava Ulfric, era un bambino di otto anni che per errore riusciva ad entrare ad Asgard, la terra degli Aesir. Con il tempo, Ivar è cresciuto fino a diventare un adolescente, ma il suo carattere insicuro e ansioso è rimasto sempre lo stesso. In sostanza è il mio alter-ego, perché non fa altro che rispecchiare le mie personali insicurezze nell’affrontare le sfide.
Asbjørn invece, che ricopre il ruolo del cattivo, in realtà è nato molto, molto tempo dopo. Nella prima stesura della trama infatti non esisteva. Asbjørn è un guerriero freddo, calcolatore e privo di scrupoli, con la capacità di usare il seiðr, un tipo di magia di origine stregonica che nelle saghe compare spesso. Nella versione del mio fumetto, con il seiðr un mago è in grado di manipolare menti e corpi e sostanzialmente d’impossessarsi di una persona. Può inoltre manipolare gli spiriti degli elementi naturali che lo circondano. Nella versione più potente, il seiðr può causare anche potenti allucinazioni. Asbjørn è nato nel momento in cui ho cominciato a strutturare la storia in modo più complesso, quando si è reso necessario creare un ostacolo al protagonista ancora bambino nell’uscire dal mondo in cui era entrato involontariamente.
Altri personaggi ancora, invece, come Brynhild la Valchiria, sono personaggi famosi della mitologia scandinava e di cui non ho fatto altro che riprendere e rielaborare le storie narrate nelle saghe.
La trama poi è cambiata radicalmente, rispetto alla sua origine.
Le ambientazioni di questo primo volume si rifanno sostanzialmente alla Norvegia meridionale, un luogo meraviglioso che ho avuto la fortuna di visitare più volte nel corso della mia vita e che amo con tutta me stessa. Ho un rapporto davvero profondo con la Norvegia, con i suoi fiordi e i suoi spogli altipiani. Una parte di me è sempre lassù, a passeggiare tra i prati verdissimi che costeggiano i fiordi e la nebbia che si alza tutti i giorni dal terreno umido e dalle acque. Non saprei dire perché, ma in qualche modo so di appartenere a lei. Non potevo non ambientare il mio primo fumetto in un posto che non fosse la Norvegia.
Per quanto riguarda la tecnica utilizzata, ho scelto il bianco e nero per la stesura delle tavole per rendere meglio la drammaticità della trama. Il mio è un disegno che nasce dal manga, ma ho cercato di dargli un’impronta occidentale nella stesura delle campiture, tramite forti contrasti di bianco e nero. Ho studiato molto Dylan Dog per arrivare alla resa delle atmosfere che cercavo.
Per quanto riguarda gli strumenti utilizzati, disegno interamente in digitale».

C’è un personaggio e/o un luogo che porti particolarmente nel cuore e perché.
«
È un po’ difficile dire se ho un personaggio preferito rispetto a un altro, perché in realtà rappresentano tutti una piccola parte di me stessa. Però devo ammettere che ho un legame particolare con Asbjørn, il villain.
Mi rendo conto che quanto sto per dire suonerà strano a molti, ma per realizzarlo mi sono ispirata a una persona che esiste veramente e che mi accompagna nella vita ormai da diversi anni: si tratta di mio marito Andrea. Asbjørn, infatti, ha l’aspetto che Andrea aveva quando ci siamo conosciuti. Ho fatto questa scelta perché Andrea mi ha aiutata molto a capire quanto il disegno e il fumetto fosse importante per me e per la mia vita – pur essendo un argomento per il quale lui non nutre interesse – e mi ha spinta verso questa strada. Ho ritenuto fosse il miglior modo per ringraziarlo per avermi aiutata così tanto – e poi il ruolo di Asbjørn gli calza a pennello!
Per quanto riguarda il luogo che mi sta più a cuore, sì ce n’è uno. L’ultima scena del volume è ambientata sulle sponde di un fiordo, dove cresce un albero solitario. Quello è l’unico posto di tutto il volume che riprende un posto che realmente esiste in Norvegia e che ho visitato personalmente tre anni fa. Si tratta di un punto sull’Aurlandsfjord, una diramazione del Sognefjord, nei pressi della cittadina di Flåm. Qui, tre anni fa, io e mio marito abbiamo trascorso una magnifica giornata facendo una minicrociera sul fiordo, in una rara giornata di sole.

Non saprei dire perché tra tanti luoghi mi è rimasto impresso proprio questo, ma spesso mi capita – quando chiudo gli occhi – di rivederlo. È un ricordo rilassante e profondo e ho ritenuto doveroso inserirlo nella trama».

Dove è possibile acquistarlo e dove è possibile avere tutte le informazioni.
«Sul mio sito sto man mano pubblicando tutta una serie di approfondimenti sui personaggi e i luoghi di IVAR, e sono già disponibili anche alcuni studi sull’abbigliamento e sulle ambientazioni scandinave. Qui troverete anche una scheda dedicata al libro con un campione gratuito in PDF scaricabile – così da permettere al lettore di farsi un’idea – e un richiamo al videotrailer pubblicato sul mio canale Youtube.
In ogni caso, consiglierei chiunque sia interessato o comunque incuriosito dal mio progetto di seguirmi anche su Instagram, perché lì sto mostrando dettagli delle singole vignette e sto preparando dei post con curiosità legate alla realizzazione del libro e sulla cultura scandinava.
Il libro è acquistabile su Amazon ed è possibile richiederlo anche in libreria/fumetteria. Magari non è disponibile direttamente in negozio, ma la libreria può tranquillamente richiederlo a Edizioni03. In tre o quattro giorni il libro verrà consegnato».

Qual è il messaggio che hai voluto dare con questo progetto.
«
IVAR è nato inizialmente come una valvola di sfogo dalla mia ansia e dal mio stress, ma poi col tempo è diventato una sfida continua con me stessa; una lotta per combattere le mie insicurezze e dimostrare prima di tutto a me stessa che posso fare qualsiasi cosa io desideri, al di là di come questo possa essere visto o giudicato dall’esterno.
Per cui un messaggio che vorrei passasse a chi legge il mio fumetto è che tutti dentro di noi abbiamo una forza che aspetta solo di essere liberata e non dobbiamo avere paura di farlo. 
Non è facile, proprio per niente. Per molto tempo non riuscivo a mostrare i miei disegni ad altre persone perché non mi sentivo all’altezza, e tutt’ora mi risulta un po’ difficile, ma pian piano sto abbattendo le mie barriere interiori e – per quanto sia molto stressata ultimamente per i mille impegni che tutto questo lavoro comporta – non mi sono mai sentita così consapevole di me stessa come in quest’ultimo periodo». 
 
Il tuo sogno (desiderio) artistico è?
«Vogliamo sparare alto? Fare l’autrice di fumetti a tempo pieno!
Ma a dire il vero al momento sono più concentrata sull’andare avanti con la realizzazione della storia di IVAR. Infatti, come già accennavo prima, ØSTLANDET è solo il primo volume di una saga e sto già lavorando al secondo libro, che si chiamerà ROGALAND. Non saprei dire per quando uscirà, è ancora troppo presto per dirlo, ma i lavori procedono incessantemente. E poi ho ancora la mia sfida da vincere: per quanto ritengo di aver fatto un bel lavoro, sento che il mio percorso è ancora all’inizio. Ho ancora tanto da imparare e quindi il mio sogno più concreto al momento è riuscire a migliorarmi ancora e abbattere definitivamente le mie insicurezze». 

LINK UTILI

SCHEDA LIBRO
Titolo: Ivar Østlandet
Editore: Edizioni Zerotre
Lingua: Italiano
Copertina flessibile 164 pagine
Dimensioni: ‎15,5 x 1 x 23,5 cm
ISBN-10: ‎8892710516
ISBN-13: ‎978-8892710511

Qui il video che le abbiamo dedicato

Comments are closed.