Chiara Mendicino è una artista, illustratrice e pittrice che ama sperimentare tecniche diverse, fare ricerca e trovare nuovi modi di esprimersi con la sua arte.
Ciao Chiara, raccontaci un po’ chi sei.
«Ciao! Mi chiamo Chiara Mendicino, sono di Fano, nelle Marche, e sono solita definirmi illustratrice e pittrice. Le professioni sembrano simili ma hanno sbocchi lavorativi e ambiti professionali totalmente diversi, e siccome al momento la mia carriera sta proseguendo su entrambi i binari cerco di non privarmi né di uno né dell’altro ma anzi di prendere il più possibile da entrambi i lati».
Come è nata la tua passione per la pittura e l’illustrazione e come è stato il tuo percorso fino ad oggi.
«Da che ricordi, ho sempre avuto una passione per il disegno, la fotografia e per l’arte in generale. Grazie anche al sostegno dei miei, il mio percorso artistico è stato piuttosto fluido, dapprima al liceo artistico (arti figurative) e poi all’Acca Academy (Illustrazione) ho sempre seguito e alimentato la mia creatività, fino a rendere l’essere artista, di fatto, la mia professione».
Le tue illustrazioni secondo noi sono semplicemente splendide e vorremmo sapere come prendono vita, dall’idea alla tecnica… tutto quello che ci può portare al loro interno.
«Oh, grazie! La mia arte è strettamente legata alla curiosità, alla casualità e alla sperimentazione. Negli anni di studio ho provato tantissime tecniche diverse, sia in analogico che in digitale, ma attualmente il medium che più di tutti mi affascina è l’acquerello. Tecnica madre del segno fresco e dell’improvvisazione, il suo aspetto incontrollabile, dato dalla sua forte componente d’acqua, mi ha portato ad utilizzarlo nei miei dipinti in maniera via via sempre più istintiva, sviluppando un modo di dipingere che cambia e muta, si sporca o si pulisce in base a ciò che sento e a ciò che voglio in quel momento. E tutta la ricerca sta nella macchia, nel sapore di quel liquido che si sposta, di quei colori che casualmente si miscelano, di quel “caso” che mi sforzo di tenere a bada in un difficile equilibrio fra imprevedibilità e abilità. Amo inoltre miscelarlo con altre tecniche e stili, testare nuovi medium e superfici, e lasciarmi ispirare da soggetti naturali o concetti totalmente astratti. Non mi sono mai posta limiti su cosa o come disegnare, ho sicuramente delle preferenze ma amo e amerò sempre fare ricerca e trovare nuovi modi di esprimermi con la mia arte».
Quali soggetti prediligi raffigurare e quale messaggio vuoi trasmettere attraverso le tue pennellate.
«Negli ultimi anni mi sono spesso focalizzata sul creare quadri con un soggetto predominante, spesso un ritratto femminile dallo sguardo malinconico e sognante, che tenta di esprimere, forse, i miei lati più fragili e mesti. Spesso mi lascio ispirare da soggetti animali o femminili con qualche particolare insolito, che mi cattura lo sguardo, e amo inserirli in cornici e contesti più astratti ed enigmatici, sempre in bilico tra figurazione tradizionale e rappresentazione emotiva di essi. In generale non amo però definire troppo i miei quadri o il percorso creativo dietro ed essi, preferisco lasciare l’osservatore libero di interpretare l’immagine come più preferisce e lasciarlo aggiungere pesi emotivi a macchie ed elementi che per altri sono solo decorazioni».
Crei opere anche su commissione? con chi lavori principalmente?
«Sì, certamente, anzi, si può dire che lavorare su commissione è la mia principale fonte di guadagno. Sin dall’inizio ho cercato di lavorare a più progetti possibili, su settori e con tecniche diverse, plasmandomi anche in base alle richieste dei miei clienti. Ho lavorato per aziende, studi grafici e privati, realizzando libri per bambini ad acquerello e matita, copertine per libri, riviste, album musicali, dépliant, e poi grafiche per magliette, siti, inviti, locandine, fino ad arrivare a dipinti commissionati ad hoc tra cui sia ritratti e paesaggi, ma anche opere più complesse che si avvicinano al mondo del fantasy, degli anime e del fumetto.
Oggi cerco di limitare un po’ la varietà di proposte che mi arrivano, e spero pian piano di riuscire a sostenermi creando e vendendo solo la mia arte più personale e sentita, ma nel frattempo sono contentissima di tutte le esperienze fatte che hanno notevolmente ampliato il mio bagaglio professionale».
Diverse tue opere sono state acquistate da collezionisti non solo italiani...
«Sì, si puo dire che la stragrande maggioranza dei miei clienti è estera, soprattutto dagli Stati Uniti ma anche Svizzera, Austria, Canada, Inghilterra, Australia, Nuova Zelanda…
La mia fortuna è stata iscrivermi a una piattaforma online (Fiverr) dove ho potuto propormi come freelance per realizzare opere su commissione, e, con costanza e impegno, sono riuscita nel tempo ad ottenere una discreta attenzione e un’ottima reputazione come venditore».
Se c’è una tua opera a cui sei più legata.
«Non ho un’opera a cui sono legata in particolare, non mia perlomeno! Tendo piuttosto a “stancarmi” presto delle mie stesse opere e a voler fare al più presto qualcosa di nuovo e di diverso da quello appena fatto. Come detto in precedenza sento sempre un urgente bisogno di sperimentare e provare cose nuove, altrimenti mi sembra di fermarmi al copiare me stessa».
Cosa vuol dire essere un’artista oggi.
«Non è certamente un mestiere facile. Non posso, per carità, lamentarmi della mia situazione, a differenza di altri faccio un lavoro che amo, con tante soddisfazioni e senza dover patire la fame, ma certamente è un mestiere che ti porta spesso a dover affrontare tanti scogli, che ti costringe costantemente a riflettere su te stesso, a metterti in dubbio, in gioco, a dover credere in te stesso anche quando nessuno lo fa. E’ un mestiere senza certezze, dove anche una sola parola può distruggerti o salvarti e dove anche l’evento con meno aspettative potrebbe rivelarsi l’occasione che tanto aspettavi. Insomma, è sia un lavoro che un vero percorso personale, dove devi costantemente mostrare la tua parte più vulnerabile agli altri, ma che, una volta superata la paura, è capace di darti gioie e soddisfazioni indescrivibili!»
Quali sono i tuoi progetti futuri.
«Attualmente ho in programma di partecipare a diverse fiere e festival dove mettere in vendita sia stampe che opere originali, in programma ci sono inoltre due mostre a fine ottobre, una col Collettivo Women in Bloom a Jesi, al Palazzo del Congresso, e l’altra a Modena, ospitata dalla galleria Condotto Spazio Arte».
Una curiosità prima di salutarci.
«Sono una grande amante della cultura nipponica, le loro leggende, usi, tradizioni e costumi mi affascinano profondamente, e spero tanto un giorno di poter avere la possibilità di andarci!»
In copertina: “Echi dell’Io, 2” e “Echi dell’Io, 3” di Chiara Mendicino
I link dell’artista
Guarda il video che abbiamo dedicato all’artista