Adele Lella è una pittrice che ama ritrarre i paesaggi urbani ma anche soggetti del mondo fantasy. Sogna di lavorare e aiutare i bambini attraverso l’arte.
Breve presentazione.
«Mi chiamo Adele Lella. Sono lucana di origini, ma vivo a Reggio Emilia da quando avevo 14 anni. Mi sono diplomata all’Istituto d’Arte Chierici di Reggio Emilia e ho conseguito la licenza di Solfeggio e Teoria musicale al Conservatorio di Musica Arrigo Boito di Parma».
Quali tecniche usi di solito per realizzare le tue opere.
«Le tecniche che prediligo sono olio su tela e pastelli e china su carta».
Quali soggetti prediligi raffigurare.
«I soggetti che prediligo rappresentare sono i paesaggi urbani, anche se mi piace variare. Ho sempre un occhio puntato al fantasy che rimane una mia grande passione».
Cosa generalmente ti ispira nel tuo lavoro?
«Trovo ispirazione dalle mie letture, dalle visite ai musei, ma sono di grande ispirazione anche le passeggiate. Camminare e guardare dentro le cose mi permette di capire come si riflette la luce sulle varie superfici, come si proiettano le ombre e come i colori assorbono o riflettono la luce».
Come descriveresti il tuo stile.
«Sono in difficoltà nel descrivere il mio stile. Direi che è un modo di dipingere atto a sviscerare la realtà più intima delle cose. Tutto si proietta dentro di noi e poi ogni individuo ne ricava la sua visione. I miei dipinti sono la mia visione del mondo, il mio modo di studiarlo e raccontarlo agli altri».
C’è un’opera a cui sei più legata?
«Un’opera a cui sono particolarmente legata è la Vocazione di San Matteo dipinto da Caravaggio. Oltre all’ovvia capacità di Caravaggio, quello che la rende un’opera a me cara è la capacità di raccontare una storia. Guardando il quadro è chiaro quello che sta accadendo, quasi fosse un fumetto. Allo stesso modo chiaro è spiegata la miseria umana e questo aspetto mi commuove. Le luci e le ombre si sentono dentro».
Cosa non deve mai mancare mentre lavori.
«Mentre dipingo o disegno non deve mai assolutamente mancare la musica!».
Qual è il tuo sogno artistico.
«Il mio sogno artistico è poter aiutare i bambini a iniziare a scoprire e comprendere l’arte. Citando letteralmente Peppino Impastato: “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà.”
Tale processo avrebbe un grande impatto sulle nostre vite se iniziasse nell’infanzia».
Stai lavorando a qualche progetto in particolare?
«Al momento sto cercando di realizzare un’Associazione artistica con altre ragazze sperando di poter avviare un laboratorio artistico per i più piccoli in futuro».
Una curiosità prima di lasciarci.
«Credo che la curiosità da rivelare per salutarci sia che da piccola avevo paura di disegnare. Alcuni insegnanti delle scuole dell’infanzia mi avevano detto che non ne ero capace creando in me inizialmente un blocco. L’arte è un lungo processo di conoscenza, ovviamente delle tecniche stilistiche e della storia dell’arte, ma anche di se stessi».
I link dell’artista
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