progetto fotografico di Valerio Zanotti
«Nella mia vita precedente ero un ballerino, sembra una frase fatta, ma non lo è… E’ iniziato tutto 12 anni fa, mia figlia Aurora vuole fare danza, mia moglie entusiasta io un po’ meno, mi sarebbe piaciuto nuotasse come me, poi i primi saggi in teatro, le mamme entusiaste ed io facevo parte dei papà che sbuffavano due ore di teatro per vedere 2 minuti di mia figlia…
Con il passare degli anni ho preso coscienza che non era solo un capriccio di una bambina, ma una vera e propria passione fatta di sacrifici, allenamenti, prove, ancora prove, preparazione, musicalità, una vera arte. Comincio ad osservare Aurora tramite l’oculare della mia macchina fotografica durante gli spettacoli in teatro (difficilissimo fotografare in questi momenti, luce scarsa e soggetti velocissimi, il peggio a cui un fotografo può andare incontro). Sai cosa succede, una sera in teatro durante il balletto ho cominciato ad avvertire dei brividi e poi la pelle d’oca, mi ero emozionato… Sensazione che ora prove tutte le volte che mi cimento con questo spettacolare genere fotografico.Da allora la mia fotografia cresce in modo esponenziale le mie emozioni per la danza, escono tramite le mie fotografie, è difficile spiegarlo ma la musica ti entra dentro e il ritmo dei ballerini diventa il ritmo con cui tu congeli i loro movimenti (artista vero è sul palco io ne sono solo il testimone).
La fotografia di danza entra nella mia vita, alcune scuole si affidano a me per la loro immagine, nel 2018 porto in mostra (con RiminisecondoTRE Daniele Bacchi, Flavio Ricci, Zanotti Valerio) al Museo della Città di Rimini vari progetti, una sala dedicata interamente alla fotografia di danza (2237 fruitori).
Il genere fotografico legato alla danza, che è solo una parte del mio portfolio, in genere viene organizzato in tutti i suoi aspetti non lascio mai nulla al caso, creo una sinergia con il mio soggetto, proponendo un progetto che spazia dal semplice vestito alle pose, a cosa vogliamo trasmettere a chi guarderà il lavoro finito, tutto questo è molto impegnativo e devo dire che molte volte è il soggetto stesso che mi aiuta ad arrivare alla fine del percorso, comunicare è la base per arrivare alle persone, dovremmo ricordarcelo più spesso.
Dunque come dicevo nella mia vita precedente ero un ballerino, ora seguo la danza dal mio oculare, nella prossima vita tornerò a danzare, promesso».
Scopri il video dedicato al progetto ↓
https://youtu.be/Ix_oezg3sb4
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