Iurij Toni, fumettista e artista 3D ci racconta la sua passione per l’arte condita con un po’ di sana ossessione e un pizzico di anima nerd.
Breve presentazione.
«Mi chiamo Iurij Toni, non amo molto definirmi un artista in un mondo così caotico, analitico e pieno di taboo, ma lo sono quindi cerco attraverso l’arte di esprimere me stesso per non perdermi. Ho fatto studi come tanti altri, ma dopo il liceo ho avuto modo di frequentare la Scuola del Fumetto a Milano dove ho potuto trovare una dimensione più adatta».
Raccontaci il tuo percorso artistico.
«In realtà non ho avuto un vero e proprio percorso artistico, nel senso più consono del termine, ma ho sempre cercato di creare qualcosa, fin da piccolo mi ricordo che mi creavo i giocattoli disegnandoli su cartone e colorandoli. Solo in seguito ho trovato nel disegno una sorta di strada da intraprendere, e ho iniziato a percorrerla quando ho conosciuto i fumetti, ho sempre disegnato ma ad esempio l’idea di fare un quadro non mi è mai piaciuta. Quando disegno devo per forza raccontare qualcosa in maniera sequenziale e il fumetto fa appunto al caso mio».
Come definiresti il tuo stile?
«Più che definirlo lo farei rientrare in uno stile “cartoon” che strizza l’occhio al contesto, nel senso che posso enfatizzarlo se ne ho la necessità. In effetti non mai pensato di disegnare in un modo piuttosto che in un altro, ma solo di disegnare divertendomi e trovando piacere in quel che ne usciva a livello visivo».
Come nascono i tuoi personaggi e c’è un leitmotiv che li unisce?
«Allora, tutti i personaggi nascono da un’idea di storia, ovvero, decido che storia ho intenzione di raccontare e di conseguenza nascono i personaggi, poi in base al personaggio e alle sue caratteristiche comincia a muoversi in questo mondo con una propria coscienza e la storia si fa da sé… ovviamente in una storia devono accadere determinati avvenimenti affinché si compia e in base a quelli muovo i personaggi. In realtà non esiste un vero e proprio filo conduttore che unisce i personaggi, mi piace essere poliedrico sulla loro creazione immaginando situazioni che hanno vissuto che tante volte nemmeno disegno, ma che mi servono per farli recitare. Ad esempio a volte mi piace un antagonista puro, un cattivo semplice che muova i fili mentre altre volte non ci sono cattivi ma situazioni che si scontrano con diversi punti di vista».
Quale personaggio famoso dei fumetti avresti voluto inventare tu?
«Domanda molto complessa questa… difficile scegliere. Diciamo che più che un personaggio mi sarebbe piaciuto inventare determinati fumetti, i personaggi sono troppo spesso personali ad un livello di immedesimazione, di solito si preferiscono quelli a cui ci piacerebbe assomigliare, chi non avrebbe mai voluto volare come Superman o arrampicarsi come Spider-man ma non per questo ci sarebbe piaciuto inventarli. Io amo molto fumetti come “Orange road”, che descrivono nelle loro pagine passaggi essenziali e obbligatori nella vita delle persone come la fase adolescenziale con tutti i loro problemi e paranoie e che se letti proprio in quell’età come feci io, sono una bomba assolutamente efficace, ma adoro anche fumetti meno complessi di puro intrattenimento come “Saint Seiya”, il genere super eroistico americano. Poi ci sono autori che adoro come Moebius verso il quale dovremmo tutti inchinarci perché lui raccontava, anzi ti affacciava in mondi poetici, pieni di colori e linee che ti facevano sognare. Ma se devo proprio scegliere un personaggio, anche se non è del tutto fumetto, direi Homer Simpson».
Oltre ai disegni c’è la grafica e la stampa 3D, ce ne parli?
«Certo con piacere, mettiamola così, oltre ad essere un fumettista sono un inguaribile nerd, quindi oltre ai fumetti mi piacciono videogames ed actionfigures. Nasce proprio dall’esigenza di creare qualcosa di unico che ho iniziato con il disegno 3D attraverso software gratuiti, che poi mando a stampare e vernicio. Modellare in 3D in fondo non è più difficile che disegnare, si devono solo seguire regole differenti, non disegni un personaggio miliardi di volte come in un fumetto ma lo disegni solo una volta arricchendolo di migliaia di particolari».
Quali progetti hai per il futuro?
«Beh sicuramente disegnare di più ad un fumetto che sto disegnando, mi piacerebbe vederlo pubblicato un giorno. Sto studiando molto la modellazione 3D per creare giocattoli e presto avrò un book di lavori che vorrei presentare ad una ditta americana del settore».
Cosa non deve mai mancare sul tuo tavolo da lavoro?
«La voglia!
Senza di essa tutto il lavoro diventa vano, che sia voglia di creare o di raccontare poco importa, ma alla base ci dev’essere quello stimolo forte, opprimente a volte, ossessivo e innocente che muove le mani di un artista.
Senza il bisogno di esprimersi non esiste arte, nel termine più profondo del termine. L’Arte è ovunque, nel disegno, nella scultura, nella fotografia, in cucina… ma il filo conduttore di qualsiasi artista è la voglia di esprimersi attraverso qualsiasi mezzo.
Credo che l’artista sia un eterno incompleto che non riesce a rapportarsi con la quotidianità, ma che abbia bisogno di metodi non convenzionali per esprimersi».
Scopri il video dedicato all’artista