Tommaso Bianchi, un fumettista che ama il controllo e considera il disegno una disciplina alla pari delle arti marziali.
Breve presentazione.
«Mi chiamo Tommaso Bianchi, ho 39 anni e vivo a Casciago in provincia di Varese con la mia famiglia. Sono disegnatore di professione e ho un passato segnato anche dalla musica che accompagna costantemente il mio lavoro. Se non sento riff di chitarra il foglio rimane bianco e il foglio bianco… è un film horror».
Raccontaci il tuo percorso.
«Ho imparato l’arte del fumetto dal maestro Corrado Roi e ho iniziato realizzando grafiche, loghi e disegni per siti web e pubblicazioni medico-scientifiche. Nel 2009 la Universal Music mi incarica di illustrare il sito della band “La Fame di Camilla”, nel 2010 collaboro con Kingstorm Art Studio, nel 2011 realizza la copertina per la rivista “Altrisogni n.4”. Dal 2011 al 2013, su sceneggiatura di Pellini Luigi, progetto, disegno e inchiostro due fumetti su commissione con tema “Storia, arte e leggende dei comuni del Seprio”. Non mancano artwork per gruppi musicali (CD e T-Shirt), studio di personaggi per modelli 3D e un folto esercito di illustrazioni di genere “Fantasy”. Nel 2014 entro nella scuderia della Sergio Bonelli Editore testata “Le Storie”, che a luglio 2017 pubblica il mio primo fumetto con un racconto ispirato alla guerra di Troia “Il Sangue dei Mortali” scritto da Giancarlo Marzano. A dicembre 2018 un secondo fumetto questa volta ispirato alla leggenda del Drago Tarantasio “Il Mistero del Lago” scritto da Fabrizio Accatino. A marzo 2020 esce la trilogia inedita dedicata a “Cassidy” di Pasquale Ruju per la collana “Le Storie” per la quale partecipo al n.2 e al n.3 della serie. Da qualche anno collaboro con l’associazione Comicartevarese come insegnante di fumetti sia per adulti che per bambini e con la Biblioteca di Drezzo. Sono anche presente insieme ad altri artisti sul portale Avalon comic art dove prendo commissioni e ho tavole esposte in vendita».
Come definiresti il tuo stile?
«Alla ricerca della linea sempre, direi in tonalità di grigio di payne e malinconicamente autunnale. Novembre e pioggia sono un must per me ;)».
C’è un fumettista a cui ti ispiri in particolare e quale “scuola” di fumetto ti affascina maggiormente?
«Ogni fumetto o graphic novel che riesco a recuperare, ogni art book o sketch book, ogni quadro, ogni disegnatore che incontro in fiera, tutto è pura ispirazione. Ogni artista comunica qualcosa e nel bene e nel male c’è sempre da imparare. Posso però citare quelli che mi hanno ispirato fin dall’origine e chiaramente lo stile tutto nostrano di Roi, Manara, Bianchi, Battaglia, Toppi, Pratt ha avuto un bell’impatto sul mio percorso. Ma ho una lista lunga e pile di fumetti di disegnatori mondiali che seguo e a cui mi ispiro da sempre, citarne alcuni e dimenticarne qualcuno sarebbe un torto. Ci si incontrerà in fiera per due chiacchiere, quando finirà la pandemia!!»
Tu hai collaborato con diverse case editrici fino ad approdare alla Sergio Bonelli editore, un sogno che si realizza?
«Una grande occasione arrivata dopo taaante prove e un fumetto autoprodotto… insomma un lungo percorso che mi sta facendo crescere continuamente e che mi mette ogni giorno in continua discussione. Più che un sogno un “incubo” del non vedere mai la fine ahah! Ma deve essere così, in questo settore non si finisce mai di imparare e c’è una continua ricerca in materiali e tecniche per puntare sempre a un miglioramento costante di lavoro in lavoro e accumulare punti esperienza!».
Quale personaggio dei fumetti avresti voluto creare e perché?
«Bella domanda… troppi! Il fascino del fumetto è che quando gli autori curano bene il background, il linguaggio e la caratterizzazione dei personaggi fanno centro e ti senti immerso in quel mondo fianco a fianco dell’eroe o antieroe che sia. Sarebbe quindi un lungo elenco ma non nascondo che un personaggio mi ha segnato fin dall’inizio, ebbene sì, Peter Parker. Il perché è semplicissimo, fu il primo fumetto letto nella mia vita, sui banchi di scuola io e un mio compagno sceneggiavamo e disegnavamo le storie dell’uomo ragno su un blocco a quadretti… mai ritrovato! (in realtà questo mio caro amico secondo me lo custodisce segretamente dandomi sempre risposte vaghe) ».
Cosa non deve mancare mai sul tuo tavolo da lavoro?
«Ah. Ho due psycho fasi che danno la risposta a questa domanda: ordine, a inizio lavori devo avere a tiro matite, pennini, pennelli, marker, chine, acrilici, fogli, fumetti ecc… rigorosamente tutti al loro posto. Poi a lavoro inoltrato regna il caos e il tavolo da disegno e ogni superficie intorno viene tappezzata di fumetti aperti e pennini ovunque. Ma sia con ordine che con caos non deve mai mancare della buona musica ».
Stai lavorando a qualche progetto in particolare?
«Sono stato in edicola tra aprile/maggio/giugno con il secondo e terzo numero della trilogia dedicata a “Cassidy” intitolato “La scelta di Emily” e “Cassidy- l’Uomo dei Sogni” di Pasquale Ruju per la collana “Le Storie” curata da Gianmaria Contro edita da “Sergio Bonelli Editore “. Il progetto ha coinvolto ben 4 disegnatori oltre me (Paolo Armitano, Gianluigi Gregorini, Elisabetta Barletta, Ivan Zoni) e che ci racconta in maniera dinamica con “cambio pellicole/disegnatori” del passato e del presente di Raymond Cassidy e soci. A me è stata affidata una parte Hawaiana ad Honolulu con tanto di bikini , buick convertible, magnum 357 e squali! Attualmente sto anche portando avanti un fumetto urban fantasy e se posso aggiungere dark con protagonista “Varese” scritto da Luigi Pellini “Cronache di V” e un fumetto post apocalittico scritto da Mario Gazzola tra Terra e Marte “un Supersportivo da Marte”… tutto ancora in work in progress e in fase top secret almeno fino all’autunno. Tra una commissione e l’altra collaboro anche come insegnante di fumetto per bambini e adulti con l’associazione “ComicArte Varese”, la fumetteria “Crazy Comics” e presso la Biblioteca di Drezzo».
Qual è il tuo messaggio artistico?
«Quello che mi è sempre stato detto, disegnare disegnare disegnare! Facile a dirlo ma capirlo è un altro paio di maniche. Il disegno è una disciplina, va allenata e studiata come un’arte marziale o uno sport e bisogna sviluppare un’autocritica attenta e costruttiva verso se stessi carpendo i tratti e le soluzioni sintetiche degli altri artisti, del perché di certe scelte (inquadrature, proporzioni, linea, inchiostrazione, ecc.. ) e di sfruttare al meglio tutta la tecnologia possibile che sta supportando il nostro lavoro in maniera incredibile».
Qualche curiosità da raccontarci?
«Mi terrorizza il foglio bianco, mi fa venire il mal di stomaco a fissarlo e devo imbrattarlo il prima possibile per rilassarmi e far partire il flusso creativo dell’emisfero destro annullando il conscio del sinistro con film, musica o audiolibri. Funziona eh!»
Ultimi pensieri prima di salutarci…
«Negli anni ho avuto occasione di “imparare a bottega” il mestiere del fumetto da Corrado UT Roi che tra schitarrate ed effetti mi “distruggeva” ogni singola vignetta e linea facendomi fare sempre un piacevole viaggio di ritorno Laveno-Casciago così gobbo da far fatica a vedere la strada dal cruscotto (lo scopo era di farmi tirare fuori gli attributi naturalmente) . Ora quando ci sentiamo per due chiacchiere mi aggiorna sui nuovi materiali e tecniche o autori da studiare ricordandomi sempre però che a un chitarrista serve solo una chitarra e un amplificatore e a un disegnatore una penna e un foglio e la propria mano! Chiaro no?! Facilissimo! Ah, tutto il resto sono pippe . Un grande. Per colpa sua leggo e voglio ancora imparare a fare i fumetti. Ho avuto anche modo di conoscere meglio in fiera tra Mantova e Lucca un certo Milo Manara che fumava il suo sigaro poco più in là, un frizzante Simone Bianchi con cui presi un caffè combinato a chiacchierata e revisione portfolio. Simone organizzò poi un workshop a Capannori dove passai una giornata nel suo primo studio insieme ad altri ragazzi dove ci illustrò fasi e tecniche della sua arte… ancora oggi cerco di riordinare e ricordare tutto quello che ci ha detto, esperienza breve ma preziosissima dove ricordo un particolare mentre visionava i nostri portfolio: “Continua a lavorare sulla linea morbida”. Riuscirò a strappargli un altro caffè prima o poi ahah. Spettacolare. Un ultimo pensiero va anche a due piacevoli giornate passate al Chiostro di Voltorre (posto magico) organizzate da Kingstorm Studio con ospite anche Sergio Bonelli. Bene la prima fu con Sergio Toppi, ebbi il piacere di chiacchierare con lui di fumetto e illustrazione sulle panchine del Chiostro e della sua visione di questo mestiere. Ho il ricordo di vederlo felice in mezzo a un esercito di bambini mentre raccontava dei suoi disegni… una Leggenda e un onore averlo incontrato. Poi anche una chiacchierata con Laura Battaglia, moglie e colorista di Dino Battaglia. Disse che suo marito era il migliore, ma non il migliore perché era suo marito, il Migliore! Una coppia unica. Finisco con un pensiero a tutta la mia famiglia, i lettori, amici e colleghi che incontro durante le fiere e che rendono questo lavoro fighissimo. Grazie ad Altro Spazio D’arte per l’intervista. Tommy»
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