Tania Cher è una pittrice che ama definirsi così: “Voglio suscitare delle emozioni nello spettatore senza che abbia bisogno di vedere qualcosa di già conosciuto, ma sperimentando e vagando con la mente in altre dimensioni interpersonali”.
Breve presentazione.
«Ciao a tutti, mi chiamo Tania Cher sono nata nel 1991 e abito ad Artegna, un paesino in provincia di Udine, Friuli Venezia Giulia. Come spesso uso dire a chi non ha idea di dove sia, “A little village near Venice”. Da sempre appassionata di arte, ho intrapreso studi legati alla pittura, frequentando prima l’Istituto d’Arte a Udine per poi spostarmi a Venezia all’Accademia di Belle Arti dove mi sono laureata. La mia è un’arte informale astratta ed istintiva, che riflette molto bene il mio essere impaziente, veloce, elegante e con una potente carica espressiva».
Quando hai capito che l’arte era la tua strada?
«Da quando ho ricordo, l’arte è sempre stata parte di me. Ero affascinata da tutto il mondo creativo, la storia dell’arte, la pittura e soprattutto i colori. Quando ero piccola portavo sempre con me le mie matite e fogli e disegnavo tutto quello che vedevo. Ho deciso così di intraprendere gli studi legati alla pittura e seguire la mia passione. Posso dire che l’arte è la strada maestra della mia vita anche se ho avuto vari periodi di stop».
Che tipo di tecnica usi?
«Negli anni ho provato vari tipi di tecnica soprattutto l’olio, per poi finalmente arrivare alla consapevolezza che l’acrilico assieme a smalti e gessetti su tela o legno, è quello che prediligo. Ha la capacità di asciugatura rapida e questo mi aiuta ad avere anche la velocità di realizzazione. Posso così seguire l’istinto che mi guida quando dipingo. Utilizzo inoltre malte, sabbie e stucchi per creare una base materica di rilievi per richiamare la fisicità di una superficie naturale, più viva e prediligo le tele quadrate».
Parlaci del tuo stile.
«Non sono mai stata un’amante del segno, infatti preferisco i colori liberi di esprimersi senza linee che li delimitino. Il colore viene steso con pennellate rapide decise, ma anche con velature delicate e trasparenti. Uso molto colori accesi e attivi, il rosso per me è indispensabile. Mi piace esprimermi in forma astratta ed informale perché mi da un senso di libertà di espressione e non crea nessun limite di raffigurazione, c’è la presenza di una negazione della figura».
Che soggetti prediligi raffigurare?
«In questo periodo sto approfondendo lo studio dei visi, soprattutto quelli femminili. Sono sempre stata affascinata da questi, ma non ho mai realizzato nulla per la poca voglia e la poca pazienza di fare e rifare tratti simili, limitati da regole proporzionali. Uno dei miei obiettivi adesso è quello di colmare questo vuoto».
Cosa ti aiuta a trovare l’ispirazione?
«L’ispirazione mi arriva un po’ come il detto “l’appetito vien mangiando”, più faccio e più idee mi vengono, mentre nei periodi di stop mentale posso stare ore davanti ad una tela e non ne esce niente di buono. E’ molto difficile mantenere un’ispirazione costante a lungo periodo perché sono spesso attratta da cose nuove che però mi distraggono. Nello specifico prendo ispirazione principalmente da emozioni, energie, esperienze vissute, musiche e sensazioni che provo e l’istinto la fa da padrone».
Qual è il tuo messaggio artistico?
«Innanzitutto vitalità, ma con equilibrio ed eleganza.
Il messaggio che voglio dare con la mia arte è che tutto è possibile, non c’è un’unica verità, un’unica soluzione, ma ognuno in base al suo vissuto sente cose diverse. Lo spettatore nei miei quadri trova una personale interpretazione e prova una determinata sensazione senza che io gliela imponga. Quando dipingo riverso la mia visione tramite i colori e gesti, gli altri possono apprezzarla e rispecchiarsi personalmente nei miei lavori. Durante le mie mostre quando mi chiedono la spiegazione delle opere mi piace ribaltare la domanda e sentire invece che sensazione procura a loro».
C’è un artista che ti influenza maggiormente o un’opera d’arte che porti nel cuore?
«Non ho un artista in particolare che mi influenza, ma come ideali sicuramente ci sono l’espressionismo astratto e l’action painting. Prendendo spunto da questa corrente artistica, nelle mie opere c’è sempre un impeto e una rapidità d’esecuzione, ma in chiave più pacata, serena e tranquilla per esprimere me stessa».
Cosa non deve mai mancare sul tuo tavolo o intorno a te mentre lavori?
«Sicuramente la cosa più importante è il rosso, in tutte le sue forme possibili: oggetti, colori, vestiti, qualsiasi cosa purché sia di una sfumatura del rosso, anche se in quel momento non mi serve attivamente. E’ come un calmante per me, mi da un senso di serenità e tranquillità. Ne sono letteralmente ossessionata. Attorno invece assolutamente la musica in sottofondo, solitamente di colonne sonore di film».
C’è qualche progetto in particolare a cui stai lavorando o vorresti realizzare?
«Vorrei realizzare dei progetti con un tema e un numero di lavori definito sia sulle tele che in digitale. Cosa che non ho mai fatto lasciandomi trasportare sempre dall’istinto senza progettare niente prima».
Una curiosità prima di lasciarci.
«Quando dipingo mi piace sedermi su un piccolo sgabello di legno fatto a mano da mio nonno che non c’è piú. Lui faceva il falegname e quando avevo 4 anni, nel 1995, me lo regalò per il mio compleanno. Allora non capivo il valore di questo regalo, ma oggi è una delle cose piú importanti che ho. Mi piace tenerlo dove dipingo per ricordarmelo sempre ed per averlo sempre vicino a me».
Scopri il video dedicato all’artista