Luigi Torre è un illustratore e disegnatore per piacere. Il disegno è molto importante per lui per quello che rappresenta e per come lo fa sentire. Ama ritrarre la figura umana e gli animali e preferisce la tecnica tradizionale a quella digitale.
Breve presentazione.
«Salve a tutti, mi chiamo Luigi e sono un ragazzo di Prato che ha studiato Fisica all’Università di Firenze. Dopo un periodo di lavoro in Italia nel campo dell’ingegneria per lo Spazio e la Difesa, mi sono trasferito in Germania. Attualmente risiedo a Monaco di Baviera e lavoro nel medesimo settore. La situazione lavorativa mi consente di dedicarmi anche al mio hobby di illustratore».
Tu sei un fisico ma hai la passione per l’arte, c’è un punto in comune tra le due cose?
«Non credo ci sia un punto in comune. Ho sempre amato disegnare (alle elementari realizzavo i personaggi dei Pokemon per i miei amici al costo di 500 lire), ma ricordo di avere iniziato a farlo assiduamente durante le scuole medie, quando tornavo di corsa da scuola per guardare “I cavalieri dello Zodiaco” e “Dragon Ball” in televisione. Ho iniziato così a riprodurre i personaggi dei vari anime e la passione è esplosa rapidamente, assorbendomi per interi pomeriggi (ho ancora la cartellina formato A3 incorniciata, quella che feci per l’esame di terza media, dove rappresentai Sirio il Dragone). Arrivato alla fine del liceo si trattava di scegliere tra la Scuola di Comics e una tra le discipline scientifiche, per le quali ero portato. Feci un concorso per vincere una delle tre borse di studio fornite dalla Scuola Internazionale di Comics di Firenze, ma purtroppo arrivai quarto e persi quella occasione. Quindi intrapresi un cammino differente, anche per maggiori prospettive di lavoro. Al contempo abbandonai gradualmente il disegno, che ho ripreso solo di recente».
Che tipo di tecnica usi per le tue illustrazioni.
«Mi piace molto sperimentare, ma ho sempre utilizzato prevalentemente le matite di grafite e le penne a inchiostro di china. Sono sempre stato piuttosto restio al colore, anche a causa del mio daltonismo. Durante il liceo usavo i pantoni, che compravo in cartoleria con i soldi risparmiati. Ultimamente ho provato le matite acquerellabili e gli acquerelli, che sto apprezzando molto. Col digitale trovo un sacco di vantaggi, ma il processo e la resa non mi soddisfano allo stesso modo delle tecniche tradizionali».
Come descriveresti il tuo stile.
«Cerco di mantenere uno stile il più possibile realistico per i miei personaggi, anche se credo risentano comunque della mia passione per il fumetto e i manga in generale. Mi piace evidenziarne il carattere tramite dettagli nell’uso delle linee e nelle pose».
Quanto c’è di te nelle tue opere.
«Direi che c’è realmente tutto me stesso in quello che rappresento. La cosa che più mi stupiva quando disegnavo da piccolo era che il tempo era come accelerato: mentre disegnavo arrivavo a sera senza che mi fossi accorto del trascorrere del tempo… Questa cosa mi sorprende tutt’oggi: credo che sia così quando qualcosa ti assorbe completamente. Per quanto riguarda i miei riferimenti artistici, oltre alle già citate influenze orientali, prendo ispirazione da film o serie TV, da canzoni o da ciò che cattura la mia attenzione sul momento, come le opere degli autori che mi colpiscono di più. I miei riferimenti artistici attuali sono Polina Bright, Myriam Tillson e Kelogsloops».
Come nascono i tuoi disegni.
«Mi piace partire da un piccolo spunto (un viso che mi colpisce, un animale che voglio ritrarre, una posizione o un gesto che mi suscita qualcosa o mi interessa particolarmente, o semplicemente un disegno che mi è piaciuto) per unire elementi differenti ed elaborare un’illustrazione che sia mia e che comunichi qualcosa a me prima di tutto. Non nascondo che a volte arrivo a commuovermi mentre disegno».
C’è un soggetto che prediligi raffigurare?
«Sì, figure femminili principalmente, ma rappresento spesso anche uomini. E ovviamente animali, che disegnavo già da piccino. Mi piace cercare di esprimere emozioni umane tramite gli animali».
Cosa non deve mai mancare quando lavori.
«Una cosa che non può mai mancare mentre lavoro è la musica, che mi aiuta a immergermi ancora di più in quello che sto facendo, fino a trascendere dal tempo e dal luogo. Spesso ascolto anche radio Deejay, che mi ha tenuto compagnia in questo periodo di isolamento, facendomi sentire più vicino a casa».
Stai lavorando a qualche progetto in particolare?
«Sto portando avanti da qualche mese una serie di “trasformazioni animali” ad acquerello, soggetti in primo piano, i capelli dei quali si trasformano in diversi animali, i quali riflettono il carattere, etnia, gender, sentimenti del personaggio in questione. In parallelo a questo ho iniziato una serie sullo Zodiaco lunga un anno: ogni mese rappresenterò il segno zodiacale del momento, mantenendone le caratteristiche tipiche, come colore e peculiarità del carattere».
Una curiosità prima di lasciarci.
«Dopo uno stop di oltre 10 anni, ho riiniziato a disegnare assiduamente solo l’anno scorso, proprio grazie all’isolamento forzato di questo periodo. Per incentivarmi ho creato una pagina Facebook e Instagram dove pubblico le mie opere e i dietro le quinte, partecipo a contest e conosco nuovi artisti. Di recente ho creato io stesso un contest “Draw This In Your Style”, ed è stato pazzesco vedere come artisti da tutto il mondo si ispirassero alla mia opera originale per creare qualcosa di completamente nuovo. E’ un bel periodo per fare arte!»
I link dell’artista
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