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Minions & company in modalità psichedelica

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Luigi Monti è un pittore che ha trovato nella Pop art la sua strada, ma rivisintandola in chiave psichedelica. Espone le sue tele durante i diversi festival di musica Goa Psytrance riscuotendo successo e approvazione tra i partecipanti agli eventi.

Breve presentazione.
«Mi chiamo Luigi Monti e sono nato ad Ancona nel 1971. Nel 1989 ho conseguito la maturità all’Istituto D’Arte della mia città. Ho vissuto spesso all’estero, a Londra e nel sud est asiatico, in Thailandia specialmente per lunghi periodi, dove insieme ad altri artisti ho partecipato a mostre open air». 

Quando hai deciso di dedicarti all’arte.
«Fin da bambino mi è sempre piaciuto disegnare e appena conclusa la scuola media, senza pensarci un attimo, mi sono iscritto all’Istituto D’Arte. A 16 anni mi sono cimentato nei miei primi lavori dallo stile astratto per poi passare nel tempo a quello figurativo. Nel 1990 ho realizzato la mia prima mostra, allestita al “Ca Bianca club” di Milano». 

Che tipo di tecnica usi.
«Nel corso degli anni, ho usato varie tecniche tipo lo spray paint e il collage. Ho utilizzato per le mie opere diversi colori, come la tempera, colori ad olio, gli smalti e a volte anche i composti vegetali. Da tre anni però utilizzo solo tecnica ad olio». 

Il tuo progetto artistico si chiama “Pop Art Psy”, raccontaci di che si tratta.
«L’idea di trasformare un cartone animato in un’opera d’arte su tela, fa parte già da tempo della Pop art. Un paio di anni fa mi sono trovato a pensare cosa potevo proporre io e vedendo un video di Astrix (famoso dj producer di musica Goa Psytrance), ho avuto l’ispirazione… produrre una carrellata di personaggi dei cartoni animati, dei manga e dei videogiochi, sotto effetto di sostanze psichedeliche. Ho raggiunto questo tipo di ricerca artistica grazie all’idea di riproporre i famosi personaggi animati in una versione “diversa” alla quale magari nemmeno i disegnatori originali hanno mai pensato. 
Ho anche il curioso obiettivo di riuscire a creare un contatto empatico e immediato con il pubblico dei numerosi festival di musica Goa Psytrance a cui partecipo come artista ed espongo. Alcuni dei partecipanti fanno esperienze psichedeliche e mi divertirei nel vederli magari sbigottiti, sorridenti e pienamente connessi con i personaggi dei cartoni animati anch’essi idealmente allucinati da chissà quale sostanza. 
Devo dire che sono molto soddisfatto del mio lavoro, poiché sono riuscito a ottenere quelle reazioni da parte del pubblico che tanto auspicavo e così di conseguenza anche la vendita delle opere è venuta da sé. 
Un altro fattore che ha contribuito a ispirare la mia ricerca artistica è stato il desiderio di continuare a divulgare la cultura Psytrance, che vanta fra i suoi fondatori il movimento pacifista del ’68, che trovatosi in crisi sopratutto in America, negli anni ’70 decise di trasferirsi in India e precisamente nella regione di Goa, per continuare a diffondere quegli ideali di uguaglianza e pace fra gli uomini, che portarono alla ribalta mondiale il suddetto movimento». 

Come nascono le tue opere.
«Le mie opere nascono dal mondo Psytrance come riflettore di questa cultura. 
La prima cosa che faccio è scegliere i personaggi nelle pose adatte alla trasformazione psichedelica.  All’inizio raffiguravo un solo personaggio, ma nell’ultimo periodo la mia idea si è evoluta e migliorata nel creare scene ancor più originali, mettendo in relazione fra loro differenti personaggi animati. Mischiando così la produzione manga giapponese a quella dell’animazione americana e europea. L’idea per un nuovo quadro a volte mi arriva proprio dalle immagini originali dei personaggi che trovo nel web. Una posa esterrefatta, con gli occhi spalancati e la bocca aperta, sono già un buon terreno su cui poter lavorare. Alcuni poi, sembrano già predisposti alla tramutazione psichedelica». 

Un film, un libro o una canzone che ti ha particolarmente colpito e magari anche influenzato artisticamente.
«Come ho già detto prima, fu proprio un video di Astrix e quindi un brano musicale a motivare la mia ricerca artistica. Oltre che dipingere, sono anche un dj, quindi per me la musica è di fondamentale importanza e in passato è stata spesso musa ispiratrice. Sono un discreto lettore, le mie letture preferite sono i classici russi e i contemporanei sud americani.  Sicuramente uno dei libri che ho apprezzato di più è “La casa degli spiriti” di Isabel Allende.  Amo molto anche il cinema, sono un fan del neorealismo italiano. I miei registi preferisco sono Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Martin Scorsese, Marco Ferreri, Quentin Tarantino e Tim Burton». 

Cosa non deve mai mancare sul tuo tavolo mentre disegni.
«Veramente non disegno sul tavolo a parte qualche rara eccezione. Lavoro sempre sul cavalletto, lo trovo più comodo e pratico. Quel che non deve mai mancare è la musica Psytrance, poiché mi dà la giusta energia per lavorare». 

Stai lavorando a qualche progetto in particolare?
«Ho quasi concluso la copertina di un cd per conto del dj producer Eoue, che fa musica dance sperimentale. Si è conclusa qualche settimana fa una video mostra collettiva a Barcellona organizzata da ArtBoxTalent dove ero presente con tre opere».

Una curiosità prima di lasciarci.
«Oltre a esprimermi con i pennelli, faccio anche web art, creo loghi e copertine per prodotti musicali. L’anno scorso ho lavorato come vignettista per il sito “Icrewplay”, dedito ad informare il pubblico su videogiochi, arte e cultura. Nel 1999 ho avuto il piacere di vedere un mio romanzo pubblicato, una storia ambientata nel Settecento francese dal titolo “Nei miei ricordi una rivoluzione”, testo romanzato che trae ispirazione da ricordi di metempsicosi». 

I link dell’artista

Scopri il video che gli abbiamo dedicato

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