Klaudia Shkurti è un’artista con la passione per le diverse forme artistiche infatti scrive poesie, si è dedicata per diverso tempo alla fotografia e ora sta sperimentando la pittura aste
Breve presentazione.
«Sono nata a Durazzo, in Albania, nel 1989. Nel ’97 insieme alla mia famiglia, mi sono trasferita in Italia, per sfuggire alla guerra civile scoppiata in Albania, dopo la caduta della dittatura. Terminati gli studi obbligatori, ho conseguito la laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne all’Università di Parma, ed ho iniziato a maturare le mie prime esperienze lavorative, tra traduzioni, reportage per Mondinsieme (un’associazione interculturale per la quale ho fatto due anni di volontariato) e servizio ai tavoli, per stabilirmi, in seguito, in una solida azienda che realizza stand per eventi fieristici».
Come e quando hai deciso di dedicarti all’arte?
«L’arte è sempre stata parte di me, sin da bambina. All’età di quattro anni cantavo e ballavo, in giro per casa, le canzoni che davano sui canali nazionali albanesi.
In età adolescenziale mi sono dedicata moltissimo alle poesie e nel 2010, un po’ per sfida personale e curiosità, ho deciso di pubblicare una raccolta di poesie dal titolo “Emozioni”, quelle emozioni che vedrete emergere anche nei miei dipinti.
Moltissime altre poesie sono tutt’ora inedite perché sempre soggette a miglioramenti e ricerca, ma hanno una diversa maturità artistica rispetto a quelle del 2010. Non mi dispiacerebbe pubblicarle un giorno… Nel 2013 ho partecipato alla mostra collettiva “Speciale 18-25” – Fotografia Europea, organizzata presso i Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia. La mia ricerca artistica si focalizza principalmente sul tema della percezione delle identità e sulle problematiche legate all’integrazione che emergerà anche nella performace di street art “Inside Out- l’Italia sono anch’io” e “Primavera senza razzismo”, progetto promosso dalla rete TogethER. Nel 2014 mi ritrovo finalista al concorso fotografico Centro –Periferia con l’opera (Prospettiva) “Half man”, (stampa digitale, pentax 110D, 100×70) che offre una molteplicità dei punti di vista, delle prospettive che si possono considerare in varie situazioni, lasciando che l’interiorità dello spettatore si confonda o si ritrovi con le molteplici esteriorità.
Solamente nel 2016 ho iniziato a dedicarmi alla pittura».
Che tipo di tecnica artistica usi?
«Uso principalmente una tecnica mista, materica, lavoro molto con le mani e materiali anche diversi dai pennelli. Prediligo i colori acrilici perché densi e molto intensi in quanto colore».
Come descriveresti il tuo stile?
«Il mio è uno stile alla continua ricerca dell’innovazione, per quanto astratto possa essere, è anche unico nel suo genere. Dico questo solo perché quello che dipingo è appunto un insieme dei miei sentimenti, che non possono essere di qualcun altro, in quel dato momento. Ad ogni modo, mi piace anche tenermi aggiornata, informarmi, prendere spunto da altri artisti, il che non significa copiare, quanto piuttosto confrontarsi con chi prima o dopo di me ha sperimentato qualche nuova tecnica».
Come nascono le tue opere?
«I miei dipinti sono dei veri e propri stati d’animo. Sono spesso influenzata dai sentimenti del momento, e in particolar modo stimolata a sperimentare nuove tecniche artistiche. Talvolta raccontano una storia in modo surreale, ma la scelta dei colori è la formula chiave per entrare in questo mondo».
Quale colore non deve mai mancare nella tua tavolozza?
«Mi piace usare tutti i colori, principalmente i primari, senza esclusione alcuna, ma il bianco e il nero sono quasi sempre presenti in tutti i miei dipinti. Per quanto acromatico appaia, il bianco in realtà racchiude in sé tutti i colori (in termini di frequenza di luce) mentre il nero li neutralizza, ma in termini di pigmenti è esattamente il contrario».
Tra le esperienze che hai fatto, ce n’è una in particolare che ti ha dato più soddisfazione?
«A dire il vero non ce n’è una in particolare, perché ogni esperienza fatta è stata in sé unica e anche le forme d’arte che ho potuto toccare con mano sono state diverse tra loro. Ognuna delle esperienze che ho avuto, in realtà, mi ha regalato soddisfazione e mi hanno concesso la possibilità di farne altrettante».
Qual è il tuo messaggio artistico?
«Il mio messaggio artistico si traduce sempre in un’opportunità per lo spettatore di andare oltre a ciò che “può sembrare”, quindi di dare una chance a se stessi per guardare oltre l’ovvio.
Spesso l’apparenza inganna e se si va più a fondo si scoprono tante sfumature e sfaccettature di cui prima non ci si era accorti. Questa filosofia non si applica solo all’arte, ma anche alla vita quotidiana, a parer mio, perché chi non si rinnova tende a sbiadire».
Hai qualche curiosità da raccontarci?
«Solo una dai… Sono diventata madre da pochi mesi e non vedo l’ora di dipingere con mia figlia e condividere con lei le mie passioni artistiche».
Scopri il video dedicato all’artista