Greta Cassataro in arte Greternal è una pittrice astratta che ama sperimentare diverse tecniche perché così si sente libera di esprimere il suo amore per l’arte.
Breve presentazione.
«Mi chiamo Greta Cassataro, ho 32 anni, sono nata in Sicilia. All’età di 4 anni sono stata adottata dall’Emilia Romagna, un luogo che inizialmente mi ha sconvolta (non sapevo nemmeno dell’esistenza della nebbia), ma che ora chiamo “casa” e da qualche anno vivo in un piccolo paesino tra le campagne bolognesi. Dopo le scuole medie mi sono iscritta al liceo linguistico, seguendo i consigli “dei grandi”, ma a me quel liceo stava stretto fin da subito. Arrivata al terzo anno, ho deciso di seguire la mia più grande passione e di pensare a quello che voleva fare Greta, ho quindi abbandonato il liceo ho ricominciato da zero iscrivendomi all’istituto d’arte di Ferrara, in barba a chi mi diceva “l’arte non serve a niente, pensa al lavoro”. Ero una ribelle. Non ringrazierò mai abbastanza mia mamma per aver sostenuto questa mia scelta e tutto il resto. Grazie mamma!»
Quando hai deciso di dedicarti all’arte.
«Per quello che ne so, da sempre! Ho sviluppato un interesse per il bello, i colori, la sperimentazione di materiali e tutto ciò che può essere definito creativo. Credo sia più l’arte ad aver deciso di dedicarsi a me e di salvarmi in momenti in cui vedevo tutto nero. Ho molta fiducia nel concetto della “luce nel buio”, per questo adoro i contrasti forti e d’impatto e per questo la pittura è la mia luce nel buio. Per rispondere meglio alla vostra domanda: dopo il diploma mi sono catapultata nel mondo del lavoro, abbandonando quasi totalmente l’arte per qualche anno. Realizzavo “qualcosa” saltuariamente per necessità ad esempio qualche decorazione per la casa. Tutte cose abbastanza insoddisfacenti.
A parte un quadro… poi il nulla per più di due anni. Circa tre anni fa però ho sentito la necessità, quasi fisica, di fare qualcosa che mi rendesse libera, che fosse solo mia e che mi facesse staccare totalmente la testa da quello che era l’ennesimo enorme periodo nero. Quasi senza accorgermene ho ripreso in mano pennelli, tele e colori acrilici. Da quel momento la luce si è fatta sempre più forte e il buio sempre minore ed è nata “Greternal”».
Tu usi tecniche diverse perché non vuoi sentirti limitata, ce ne parli?
«Nella vita, come nell’arte, credo che fermarsi a fare sempre le stesse cose sia deleterio per ogni essere umano. La mia testa ha fame di scoperte, di esperimenti e di errori, per questo credo che soffermarsi per tutta la vita sulla stessa tecnica pittorica sia enormemente limitante. Questo non vuol dire per forza non avere dei punti fermi e di oscillare tra una cosa e l’altra, ma di provare e sperimentare se una nuova tecnica mi interessa».
Dove trovi ispirazione per le tue opere?
«Dire in tutto è troppo vago?
Nel cielo, nello spazio, nella natura… perfino nel piatto sporco dopo aver mangiato. Tutto ciò che è una texture, una sfumatura o una macchia può ispirarmi».
Ci interessano molto i tuoi quadri astratti che nascono con la fluid painting, ci racconti come li realizzi?
«Li realizzo con colori acrilici diluiti con medium e acqua, a volte anche solo con acqua, dipende da cosa dice l’istinto in quel momento. Principalmente è una tecnica di colata, ma ci sono vari materiali. Io ad esempio uso spesso le spatole per creare linee è “tirare” il colore, dando vita a quelle che sono le sfumature e le forme che voglio vedere sulla tela. Non ho un numero ben preciso di colori che utilizzo, ho realizzato quadri semplicemente con due colori e altri con una decina. Per quanto possa sembrare una tecnica semplice non lo è affatto, bisogna avere pazienza e voglia di sperimentarla senza troppi preconcetti. Questa tecnica è una vera e propria droga, gli effetti però non sono nocivi, tutt’altro».
L’opera di un artista che apprezzi e che magari ha influenzato il tuo lavoro.
«Ho sempre adorato Jackson Pollock, i suoi quadri sono ardore e istinto allo stato puro, in gran parte nelle mani del caso e della passione. Sinceramente non seguo molti artisti che usano la mia stessa tecnica per non cadere nel “lo faccio anche io”, non sarebbero più i miei quadri perché, anche minimamente, sarei condizionata dal lavoro di altri e questo renderebbe le mie tele impersonali o comunque non mie al 100%».
Cosa non deve mai mancare mentre lavori.
«Musica e sigarette».
Stai lavorando a qualche progetto in particolare?
«Sto realizzando quadri in serie, cosa mai fatta prima d’ora e sto sperimentando nuove tecniche. Vorrei in futuro realizzare tele di grandi dimensioni e un quadro completamente diverso dal mio stile che mi gira per la testa da un po’ di tempo. Inoltre sto aspettando con ansia la riapertura di musei e mostre per una collaborazione programmata da qualche mese con uno showroom».
Una curiosità prima di lasciarci.
«Ve ne dico due: sogno un mondo in cui nei fiumi scorre la sangria e quando dipingo non ci sono per nessuno!»
I link dell’artista
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