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«Se si racconta ciò che si vive tutto diventa più veritiero»

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Gianluca Testaverde è un fumettista dallo stile dettagliato e realistico. Prende ispirazione da tutto ciò che lo circonda che poi trasforma in storie.

Breve presentazione.
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Mi chiamo Gianluca Testaverde, ho 32 anni e vivo a Napoli, pur avendo lontane ascendenze sicule. Mi sono diplomato presso un ITC, e solo in seguito ho frequentato la scuola italiana di Comix seguendo una della mie passioni, il fumetto. Lavoro in questo campo ormai da più di 10 anni, sia per alcune case editrici estere, sia realizzando commissions. Se non avessi seguito questa strada, mi sarebbe piaciuto diventare doppiatore… o anche porno attore… uno dei due, insomma».

Come è nata la passione e come è stato frequentare una scuola specializzata?
«Sarebbe superfluo ammettere che disegno fin da bambino, d’altronde per molti colleghi è lo stesso. Ma questo ha alimentato la passione e la manualità, insomma è stato come tenermi in allenamento per anni. Raggiunta la maggiore età ho preso a frequentare la scuola di Comix. Lì ho compreso quanto non avessi alcuna reale idea di come si facesse un fumetto, e soprattutto del lavoro che c’è dietro. La scuola mi ha dato gli strumenti e l’atteggiamento giusto per approfondire le mie conoscenze, tutto il resto è uno studio costante e un’assidua ricerca per migliorarsi sempre di più. Anche quando la cosa risulta piuttosto noiosa».

Il fumetto che ti ha segnato o che ti ha fatto capire che avresti voluto fare questo lavoro.
«Direi “Devilman” di Go Nagai. Non è stato il primo fumetto che ho letto e neppure il primo manga, leggevo già Topolino, l’Uomo Ragno e Dragon Ball. Ma è stato quello che mi ha fatto intendere come il fumetto potesse affrontare temi ben più adulti e profondi, e che ha poi influenzato sia il mio modo di approcciarmi al disegno, sia alla storia».

Tre aggettivi per descrivere il tuo stile.
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Realistico, dettagliato, aggressivo».

Come nascono i tuoi personaggi e le storie che racconti?
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Cito sempre questa frase di Refn, il regista: “Sostanzialmente sono un pornografo, faccio quello che mi piace”, mi ci vedo in questa affermazione. Ovviamente tutte le sfumature della storia nascono da dentro, dai tuoi sogni, a volte dai tuoi incubi, dal modo di percepire ciò che ti circonda. Sono sensazioni scaturite da cose che ti sono capitate, da persone che hai incontrato… Che poi metto su carta. Ma è una cosa normale, se si racconta ciò che si vive tutto diventa più veritiero. Ovviamente senza esagerare, altrimenti una qualsiasi storia diventa semplicemente un’autobiografia o una celebrazione di se stessi. E la cosa non mi piace. Va considerato anche il contesto della storia, che presuppone una certa documentazione.
Stessa cosa per quanto riguarda il disegno, mi documento molto anche in quel caso, per cercare di disegnare personaggi e oggetti che risultino credibili e riconoscibili dal lettore. Quando ho capito come disegnare i personaggi, dopo svariati studi, passo ai layout, ovvero gli storyboard: sono per lo più bozze molto veloci che mi servono per capire l’inquadratura e la collocazione dei personaggi.
Dopo passo alla tavole, inchiostrando direttamente dalla bozza. Il tempo di realizzazione varia in base alla complessità della tavola e allo stile utilizzato. Ci posso mettere uno, due o tre giorni, o anche solo un’ora, ma in genere sono di una lentezza epica, per questo mi sforzo di cercare soluzioni che velocizzino il mio lavoro».

Quale personaggio dei fumetti avresti voluto creare e perché?
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Nessuno. Preferisco crearne sempre da zero. Piuttosto c’è un fumetto che mi sarebbe piaciuto disegnare, senza tuttavia doverlo necessariamente scrivere: si tratta di Sandman di Neil Gaiman. Adoro la caratterizzazione grafica di Morfeo, è davvero figo, e poi ricreare tutti quei mondi mistici, tra sogno e realtà, la trovo visivamente una sfida stimolante».

Cosa non deve mancare mai sul tuo tavolo da lavoro?
«Il computer, il telefono e la tavoletta grafica. Anni fa non me lo sarei mai aspettato, ma col tempo sono diventati indispensabili per il mio lavoro».

A quali progetti stai lavorando?
«Sto lavorando a un progetto personale che interessa alcuni editori, e poi sono in cerca di ulteriori sbocchi lavorativi. Vedremo un po’ come andrà, per il momento tengo il silenzio stampa».

Una curiosità prima di salutarci.
«Quando ero piccolo, fui portato a un incontro con pubblico che Claudio Castellini tenne in una fumetteria. Claudio era accompagnato da alcuni amici, uno di questi era Fabrizio Fiorentino, disegnatore per il mercato americano e quello francese. Anni dopo, quando ho preso a frequentare la scuola del fumetto, Fabrizio era tra i miei docenti. Questo in passato mi ha sempre fatto riflettere… forse, senza che ce ne rendiamo conto, siamo tutti legati e in un modo o nell’altro le nostre strade s’incrociano o tornano ad incrociarsi. Certo, ad oggi devo ancora capire se credere o meno a questa fesseria…».

Scopri il video dedicato all’artista

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