Gianluca Festinese è un fotografo ritrattista principalmente. Ci ha raccontato qualcosa sul suo stile e le tecniche che usa.
Breve presentazione.
«Ciao a tutti, sono Gianluca Festinese vivo nella Riviera Ligure precisamente a Sestri Levante, ho 47 e amo alla follia tutto ciò che è arte figurata, infatti i miei studi, diciamo tecnici, partono alle superiori con il Liceo artistico. Ovviamente non c’erano ancora degli indirizzi fotografici, ma proprio durante la mia attività scolastica, si sono presentate occasioni in cui la scuola faceva corsi di grafica pubblicitaria e grafica creativa e da lì è iniziato tutto. Dopo aver conseguito il diploma in disegno artistico al liceo, ho fatto dei master di fotografia presso l’Accademia di Brera, e i corsi professionali di Adobe Italia».
Quando e come è nata la tua passione per la fotografia?
«Per quanto riguarda la fotografia, la mia passione nasce sin da tenera età complice mio padre, anch’esso fotografo che mi ha instradato e insegnato i primi passi nel mondo della fotografia, specialmente su foto paesaggistiche e di ritratto ambientato».
A quale genere fotografico ti dedichi principalmente?
«Come si evince dal mio stile, mi piace molto lo stile pittorico nella fotografia, dove puoi, creare emozione con una luce, una posa, un’espressione. Sono molto legato, anche per i miei studi ai pittori più illustri dove ho preso le loro tecniche di illuminazione e le modalità di colorazione, poi adoro anche la ritrattistica dei fotografi russi e dell’Est Europa».
Osservando i tuoi scatti ci si sente trasportati in un mondo fantastico, come riesci a ottenere questo risultato?
«Partiamo dal fatto che per fortuna ho una buona dose di creatività e cerco di utilizzarla e metterla in pratica sempre. Inizio a pensare il concept, poi l’emozione che voglio dare e come riuscirci, poi passo allo storyboard (disegnando il mood) e alla ricerca della modella che dovrà impersonare la mia idea. Per la parte tecnica, costruisco gli elementi che mi serviranno per il set (vestiti, copricapo, etc) e lo schema luci che dovrà enfatizzare quello che voglio ottenere. Una volta realizzati gli scatti, mi dedico alla parte di post produzione, dove aggiungo altri elementi con cui la modella interagisce, colore e sfondi e prende vita l’immagine finale».
Qualche consiglio utile per chi si avvicina alla fotografia di ritratto?
«Difficile questa domanda, bisogna cercare di entrare in sintonia con chi ritrai, capire il suo mondo, e proporgli la tua visione artistica. La cosa secondo me importante è tirare fuori la propria personalità e uscire dagli schemi, invece per la parte tecnica, consiglio sempre di usare dei beauty disc o dei softbox a nido d’ape perché danno maggiore poesia a quello che si ritrae».
Cosa vuol dire per te essere un fotografo, qual è il tuo messaggio?
«Per me essere un fotografo vuol dire essere un messaggero di emozioni e di stati d’animo. Bisogna sempre aprire il cuore e mandare il messaggio che hai dentro, qualunque sia ed essere sempre se stessi».
Cosa non deve mai mancare sul tuo set fotografico?
«…uhm una Mua brava!!! lei può fare la differenza e poi un Beauty Disc»
Hai qualche progetto particolare a cui stai lavorando o vorresti realizzare?
«Sì, sto lavorando a un progetto molto particolare che si chiama “Methamoph” dove alcune modelle avranno le sembianze di mezze donne e mezze animali. Per ora ho realizzato lo scatto di una donna con dei tentacoli da piovra e una con una pinna da pesce… spero di poter finire molto presto questo progetto e magari presentarvelo».
Una curiosità prima di lasciarci…
«Nel corso del tempo che ho trascorso a fare fotografia, ho incontrato un sacco di gente positiva e a volte negativa, però quello che mi è rimasto è una capacità quasi psicologica di capire la gente nell’immediatezza e sento di poter entrare nel loro mondo… questa cosa mi aiuta molto a trovare la giusta sintonia emotiva con chi fotografo e lavoro».
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