Giacomo Lazzara è un giovanissimo pittore astratto. Studia comunque diversi stili e modi per immergersi e coinvolgere chi guarda le sue opere.
Breve presentazione.
«Mi chiamo Giacomo Lazzara, ho 18 anni e vivo a Monza. Ho deciso di intraprendere la strada artistica in modo concreto dall’ultimo Natale passato, ma disegno da quando sono piccolo».
Con quale genere pittorico ti esprimi.
«Mi ritrovo molto bene con l’arte astratta geometrica perché è il modo migliore che ho per trasformare tutto quello che provo e che penso in qualcosa che possa appassionare, catturare e che possa rimanere nel cuore e nella mente di chi guarda e mi segue».
Come nascono le tue opere.
«Le mie opere nascono da quello che provo e che sento, magari qualche esperienza negativa che cerco di trasformare in modo tale che mi possa insegnare qualcosa di nuovo. Inizio dallo schizzo su carta, poi passo alla colorazione in digitale cercando di rispettare un minimo quello che i colori comunicano e infine arrivo all’opera finale».
Tre aggettivi per descrivere il tuo stile.
«Tre aggettivi per il mio stile… personale, misterioso, profondo. Personale perché in ogni quadro c’è un pezzo della mia vita che mi ha insegnato qualcosa, misterioso perché tendo sempre a lasciare l’opera come se avesse un finale aperto, così chi la guarda può reinventare l’opera e applicarle il significato che più desidera. Infine reputo il mio stile profondo perché ogni mio quadro ha dentro di sé un grande significato».
Il tuo sogno è…?
«Il mio sogno è poter vivere della mia arte e condividerla a più persone possibili. Credo nel potere della condivisione e credo in quello che l’arte può comunicare. L’arte è il modo più sincero e unico per comunicare ed esprimersi».
Un libro, un film o una canzone che ti ha influenzato?
«Sono stato molto ispirato da “Semina come un artista” di Austin Kleon, in questo libro lo scrittore dà diversi consigli e linee guida su come essere un artista, ossia saper condividere le proprie opere e come prendere ispirazione da altri artisti».
Cosa non deve mai mancare mentre lavori.
«Mentre dipingo non deve mancare la musica che mi trasporta in un’altra dimensione. Mi aiuta a condurre i pensieri dove voglio che vadano, così da riuscire a realizzare un quadro ben equilibrato».
C’è qualche progetto in particolare a cui stai lavorando o vorresti realizzare?
«Sto lavorando a un quadro materico costruito con materiali di recupero così da mantenere una linea green durante la realizzazione. Vorrei provare questo nuovo stile per poter immergere ancora di più me e le altre persone nel mio quadro e in quello che comunica».
Una curiosità prima di lasciarci.
«Sono un artista figlio della pandemia, prima era solo un hobby, ma ora l’arte mi sta facendo viaggiare, sognare e crescere. Ho iniziato a lavorare duramente proprio grazie alla pandemia e ai numerosi lockdown che abbiamo dovuto passare. Il Covid-19 ci ha tolto tanto, ma a me ha dato la possibilità riscoprire me stesso».
I link dell’artista
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