Federica Crispo è una giovane illustratrice dalla tecnica particolare fatta di piccoli segni, forme e colori. Usa un filo rosso come dettaglio nelle sue immagini e le abbiamo chiesto di raccontarci il perché.
Quali studi hai fatto?
«Ho studiato al liceo classico e attualmente sto per laurearmi (si spera) in Architettura a Napoli».
Cosa puoi dirci riguardo al tuo percorso artistico?
«Il mio percorso è stato molto variegato e soprattutto ho studiato da autodidatta. Non ho mai frequentato corsi di disegno, ma sono cresciuta in una famiglia in cui la pittura e l’arte in generale sono molto importanti. In modo completamente indipendente ho studiato musica, fotografia, ceramica, scultura e da qualche anno ho ripreso anche l’illustrazione».
Quale tecnica usi per realizzare i tuoi lavori?
«Dopo aver sperimentato diverse tecniche ho finalmente trovato il mio modo di esprimermi attraverso la grafite e il colore digitale. Non uso sfumature quando disegno a matita e la mia tecnica è basata sul susseguirsi di piccoli trattini lungo un’unica direzione. Questa tecnica mi permette di dare una tridimensionalità alle forme che mi piace tantissimo, soprattutto sui volti, e la sensazione che provo quando li disegno è quella di accarezzare il foglio. Spero che questa sensazione si trasmetta anche a chi guarda le mie illustrazioni».
Il filo rosso, che a volte usi nelle tue illustrazioni, ha un significato particolare?
«Il filo rosso ha sicuramente il significato di “legame” quindi lo utilizzo spesso per evidenziare un legame spezzato o al contrario indistruttibile».
I tuoi progetti lavorativi?
«Sono alle prese con il mio libricino per bambini auto-prodotto che parla del Signor C, il personaggio con cui fino a poco tempo fa mi identificavo e che spero di riuscire a finire per settembre».
Il tuo messaggio artistico.
«Ho iniziato a disegnare per gioco qualche anno fa, non credevo che sarei arrivata dove sono e lo devo soprattutto alle persone che mi hanno supportato e continuano a supportarmi. Il mondo dell’illustrazione è meraviglioso, ti mette in discussione in continuazione, ti scava dentro e ti permette di fare i conti con le tue paure più profonde, con le cicatrici meno evidenti. Disegnando offriamo a persone che non conosciamo le parti più nascoste di noi stessi e allo stesso tempo permettiamo a quelle stesse persone di rivedersi in noi. Ed è per questo che il disegno è una sorta di magia».
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