Fabio Gervasoni è un fotografo talentuoso e romagnolo di adozione. Ci ha raccontato come è nata la sua passione e cosa vuol dire per lui fare fotografia.
Presentazione di rito.
«Mi chiamo Fabio Gervasoni, ho 32 anni e abito a Rimini, ma sono originario della provincia di Milano».
Quali studi hai fatto?
«In ambito fotografico non ho mai fatto studi specifici. Sono autodidatta, ho partecipato a brevi percorsi formativi per approfondire la fotografia di paesaggio e di reportage».
Raccontaci il tuo percorso artistico.
«Il percorso fotografico prosegue parallelamente a un percorso di ricerca personale, dato dagli interessi e dalle conoscenze del momento, dal caso, per poi evolversi. Mi sono dedicato per diversi anni esclusivamente al paesaggio naturale, ma ora i miei viaggi sono più consapevoli e rivolti alla scoperta della natura umana, di culture diverse ma tutte interconnesse tra loro. Organizzo viaggi fotografici, in cui ogni dettaglio è studiato per sfruttare le luci migliori durante la giornata e chi partecipa ha la possibilità di imparare sul campo come approcciare questo tipo di fotografia».
Quali sono i soggetti che preferisci immortalare?
«La dimensione del viaggio è quella che preferisco, gli scatti possono appartenere a generi diversi, dal ritratto alla fotografia d’architettura, ma quello che mi interessa è raccontare il luogo e l’atmosfera che sto sperimentando, mi piace entrare in sintonia con il paesaggio, naturale o urbano che sia, perdermi con la musica nelle orecchie, come se vivessi con una continua colonna sonora».
Come avviene la realizzazione degli scatti, dal contatto con il soggetto alla scelta della location?
«Nel mio caso si può dire che il soggetto è la location e diventa il mio punto di partenza. La scelta del luogo da visitare e fotografare può dipendere da molti fattori: interessi personali, eventi particolari a cui assistere, commissioni. La pianificazione è fondamentale ed è necessario studiare, conoscere il luogo, l’itinerario da seguire, le variazioni della luce e dei fenomeni naturali (ad esempio le maree in alcuni luoghi modificano notevolmente il paesaggio). Generalmente prendo contatto con persone esperte del luogo per avere consigli, suggerimenti, o una guida sul posto che capisca le mie necessità. Una volta che tutto sembra in ordine, la bellezza di ogni viaggio sta però negli incontri imprevisti, nei cambi di rotta, nel lasciarsi sorprendere ed essere sempre pronti con il piano B».
Progetti paralleli.
«Mi piace la contaminazione, da anni sperimento con l’illustratrice Marianna Balducci una forma ibrida di fotoillustrazione, in cui lei interviene graficamente disegnando su mie fotografie. Da questo connubio sono nati anche due progetti editoriali per bambini: “Il viaggio di Piedino” (vincitore del premio Nati per Leggere 2018) e “Il sogno di Ditino”, entrambi scritti da Elisa Mazzoli ed editi da Bacchilega Junior. In cantiere c’è l’idea di approfondire questa tecnica per applicarla anche a progetti non prettamente legati al mondo dell’infanzia».
Scopri il video dedicato all’artista