Elsa Capalbo è un’illustratricə che attraverso la tecnica del digitale racconta e affronta diverse tematiche sociali e politiche. Spesso, per la realizzazione di alcuneopere, si lascia ispirare dalla musica.
Ciao Elsa, raccontaci un po’ chi sei.
«Ciao, sono Elsa Capalbo e sono una persona non-binaria. Mi occupo di illustrazione digitale. Sono natə a Padova 23 anni fa. Interessandomi ai manga e agli anime, ho cominciato a disegnare. Studiando al liceo artistico ho perfezionato la mia tecnica nei primi due anni, mentre nel triennio mi sono specializzatə nell’audiovisivo e nel multimediale. Al momento, invece, studio “Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo” all’Università di Padova».
Quando e perché hai deciso di dedicarti all’illustrazione e quale è stato il tuo percorso.
«La passione per il cinema, la musica, e la narrazione in generale mi hanno portatə a voler illustrare i personaggi delle storie che più mi avevano colpitə. Ricordo che uno dei primi ritratti eseguiti in digitale è stato quello di un manifestante di Hong Kong travestito da Joker. L’interesse per le tematiche sociali mi ha spintə a sperimentare nuove tecniche espressive. Questo impegno è cresciuto durante il primo periodo della pandemia, quando ho realizzato un video animato di sensibilizzazione sull’importanza del distanziamento sociale in attesa del vaccino. Da allora in poi, spesso mi sono interessatə di tematiche socialmente rilevanti e di benessere psicologico».
Raccontaci con che tecnica ti esprimi e cosa realizzi.
«La tecnica che preferisco utilizzare per le mie opere è l’illustrazione digitale vettoriale. Il termine “vettoriale” fa riferimento al software che utilizzo, ovvero Adobe Illustrator. Per realizzare le mie opere solitamente parto dal disegnare lo sketch direttamente al computer, con l’aiuto di una tavola grafica, e poi passo alla colorazione.
Nonostante nel corso di questi ultimi anni di lavoro, io abbia spesso e volentieri accolto le evoluzioni del mio stile, in quanto a cura del dettaglio e sperimentazioni cromatiche; credo che una costante nelle mie creazioni sia la tendenza al minimalismo. Quasi sempre, infatti, mi piace far risaltare i soggetti delle tavole realizzando uno sfondo piatto e uniforme. Tra i molti esempi, proporrei la fan art che ho realizzato su Jinx, la protagonista della serie tv Arcane di Netflix. In altri casi, invece, volevo far risaltare un particolare paesaggio che di solito resterebbe sullo sfondo, e quindi ho disegnato il complesso di costruzioni che costituiscono il tempio taoista cinese sul monte Laojun, nella provincia di Henan, rendendolo il protagonista dell’opera».
Quale il loro messaggio.
«Anche se, come detto in precedenza, mi occupo di tematiche sociali e psicologiche, mi piace anche affrontare altre tematiche di impegno più politico, come ad esempio, i diritti civili e la rappresentazione delle coppie omosessuali al cinema e in televisione; ma anche più pop come nel caso delle illustrazioni ispirate dall’ascolto della musica».
Se c’è una creazione a cui sei più legatə e se ce la racconti.
«Sì, “Piccolo pianeta spento” è una mia creazione a cui sono effettivamente molto legata. L’ispirazione, in questo caso, mi è venuta ascoltando la canzone “Ricordi” dei Pinguini Tattici Nucleari. Quando ascolto quella canzone, infatti, la collego alla figura della mia nonna paterna che ha sofferto di Alzheimer negli ultimi anni della sua vita. Questo collegamento mi ha spinto a disegnare questa mia familiare a cui ero molto legata affettivamente. Da un punto di vista prettamente tecnico, poi, credo che questa opera segni un punto di svolta per quanto riguarda la mia abilità nel disegnare lo sketch e soprattutto le mani. Anche se non disegno spesso persone anziane, infatti, mi sento soddisfattə del risultato».
Realizzi opere su commissione?
«Sì! Realizzo ritratti su commissione. Se volete dare uno sguardo, sui miei profili ko-fi e Deviantart ci sono le sezioni dedicate alle commissioni, con tutte le informazioni necessarie.
Dall’anno scorso, poi, ho cominciato a collaborare con la rivista Blam per la quale realizzo alcune copertine di racconti brevi».
Cosa ti auguri per il futuro e se hai un sogno particolare.
«A breve, illustrerò i personaggi di un racconto scritto da una mia amica per una pubblicazione online. Spero di poter avviare collaborazioni con altrə scrittorə in futuro. Nei prossimi mesi mi laureerò e mi piacerebbe intraprendere il percorso di ricerca universitario in ambito cinematografico e di studi di genere, contestualmente continuerò a realizzare illustrazioni».
Una curiosità prima di lasciarci.
«Oltre alla passione per il disegno, mi piace moltissimo imparare le lingue straniere e le rispettive culture. Ad esempio, ho studiato per due anni giapponese all’università Ca’ Foscari e vorrei poter visitare il Paese in aprile per ammirare la fioritura dei sakura, ovvero gli alberi di ciliegio».
In copertina: “non-binary people” (2022)
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