Paola Pandolfi, in arte Dabobabo è una pittrice, illustratrice e fotografa che racconta la sua arte attraverso progetti artistici e opere dagli stili diversi poiché sperimenta tecniche differenti.
Breve presentazione.
«Mi firmo Dabobabo, nickname inventato dal vecchio T9 del telefono giocando sulle iniziali di mio marito, e mi chiamo Paola Pandolfi. Sono “una falsa giovane”, nata e cresciuta a Roma con una vocazione vagabonda e una formazione variegata, dal liceo classico all’Accademia di Moda e Costume».
Come e quando hai deciso di dedicarti all’arte.
«I miei amici sono stati matite e pennelli fin da subito, poi la vita attraverso strade tortuose mi ha di volta in volta portato altrove, per poi ciclicamente ritornare. Ora mi occupo di illustrazione, pittura e fotografia come attività secondaria».
Che tipo di tecnica usi e come nascono le tue opere.
«Sono una sperimentatrice compulsiva: dopo periodi completamente analogici con una dedizione totale al disegno, mi sono dedicata poi al digitale. Ora invece sono tornata a esplorare acquarelli e acrilici con uno stile figurativo e informale astratto, il tutto sempre realizzato di getto e sull’onda dell’ispirazione che devo dire è fin troppa. Sto studiando per proporre presto anche NFT».
Come descriveresti il tuo stile ?
«Bella domanda, lo definirei un gran casino… scherzo, direi che dipende dal momento. Sono ancora alla ricerca di un codice univoco che definisca la mia arte, sono una classica persona multipotenziale, curiosa di tutto e sempre piena di idee da attuare e spesso non portate a termine».
Osservando le tue opere, notiamo dei bellissimi visi decorati in maniera particolare… ce ne parli?
«Ultimamente il corpo umano, il viso in particolare, ha acquisito un interesse stilistico preponderante soprattutto nella mia ricerca di sintesi tra l’astratto e il figurativo: quello che cerco è la sintesi tra le due cose, tra l’aspetto esteriore simboleggiato dai tratti principali di occhi, naso e bocca e le emozioni rappresentate dal fondo astratto».
E poi c’è il progetto “Infinity Line Art”, di cosa si tratta e cosa vuol raccontare.
«Data la mia multidisciplinarietà (la mia tendenza a distrarmi, per essere più chiara), sto cercando dei filoni principali nel produrre arte. “Infinity Line Art” è un progetto interamente incentrato all’uso di un’unica linea continua per riprodurre il contorno stilizzato di figure umane, volti ed altro su una superficie a tinta unita o con un fondo astratto. Il risultato sono opere molto decorative e moderne che si abbinano bene con qualsiasi tipo di arredamento. Sono una convinta fautrice dell’arte accessibile per tutti».
Cosa non deve mai mancare sul tuo tavolo da lavoro.
«Sarò banale, ma il mio tavolo è pieno di disegni, foto, pennelli, colori, carta, colla, giornali, libri e tutto ciò che è correlato alle immagini»
Stai lavorando a qualche progetto in particolare?
«Certo, più di uno come al solito! Una linea chiamata “OaF” ovvero “Omaggio a Fornasetti” per il quale uso vecchi cd (adoooro riciclare ogni tipo di materiale) ricoprendoli con delle carte giapponesi che ho riportato dal mio ultimo viaggio, dipingendoci sopra i famosi visi di donna dei piatti di questo brand. Poi una serie di occhi multicolori e uno studio di volti su astratto di grandi dimensioni, ah ho anche un progetto di collage creativo ed uno incentrato sulla pop art… troppi vero?».
Una curiosità prima di lasciarci.
«Sono ambidestra per tutte le normali attività, ma dipingo solo con la sinistra».
I link dell’artista
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