in collaborazione con Nila Colori
Il viaggio nel tempo ha affascinato le fantasie dell’uomo di ogni epoca. L’idea di potersi spostare avanti e indietro sulla linea temporale ha dato vita a opere artistiche di diverso genere, da Mago Merlino che sperimenta delle regressioni temporali al romanzo di H. G. Wells che nel 1895 con la sua macchina del tempo, ha reso il tema ancora più appetibile. Altri racconti simili furono proposti da Dickens, Mark Twain, Isaac Asimov e tanti altri.
Anche nell’arte figurativa, il viaggio del tempo è un tema sentito e mai scontato, per questo a inizio marzo, abbiamo lanciato una sfida su instagram con #asdviaggianeltempo chiedendo agli artisti all’ascolto di cimentarsi con un proprio “viaggio”… Passato, presente o futuro… Dillo con un’opera!
Le opere che hanno partecipato ci hanno davvero colpito (sono state tante e molto diverse tra loro) e dalla selezione fatta dai nostri tre magnifici artisti testimonial (@nientecaffe_illustrations @luisa_valenzano @davidemorina) che ringraziamo caldamente, sono state scelte le tre opere che vedete qui sotto e che vi proponiamo in ordine di classifica. Abbiamo anche inserito le motivazioni che hanno portato gli artisti testimonial a scegliere queste tre opere e per ogni creazione abbiamo proposto quella di un giudice diverso. La decisione della classifica finale è stata una scelta faticosa ma comunque condivisa da entrambi i giudici.
ARTISTA PRIMO CLASSIFICATO
Gloria Belardinelli @gloriabelardinelli
MOTIVAZIONE
«Ho deciso di premiare il lavoro di Gloria per vari motivi, il primo è senza dubbio il concetto che ha espresso con la caption dell’illustrazione, molto poetica, emozionale ed emozionante, ha dimostrato una dote essenziale secondo me per un artista, la sensibilità. In secondo luogo l’illustrazione con cui ha partecipato esprime un momento magico del tempo, il godersi il “qui e ora” con colori pastello, tenui, una palette gradevole e la sensazione di sentirsi al sicuro, che in questo momento storico un po’ ci consola tutti. Infine apprezzo molto l’idea anche del viaggio nel tempo come conferma della bellezza del nostro presente». @nientecaffe_illustrations
Ciao Gloria, per chi non ti conosce, racconta chi sei.
«Mi chiamo Gloria, anzi a dire il vero questo è il nome che mi sono scelta, il mio nome anagrafico è Helowene ma lo uso solo per le formalità quindi continuate pure a chiamarmi Gloria.
Disegno da quando iniziano i miei ricordi, mio nonno è stato un pittore e mi ha trasmesso la sua vena artistica!
Vengo dalla generazione in cui i bimbi guardavano i cartoni animati in VHS e gli adolescenti registravano brani alla radio sulle musicassette quindi sono un’anima romantica ed irrequieta ma con i piedi saldi a terra!
Con il mio lavoro da illustratrice ho un’ambizione ma senza pretese: creare connessioni emotive tra persone. Vorrei che le persone si sentissero meno sole in un mondo, quello dei social (e non solo), dove tutto appare perfetto e ‘’instagrammabile’’, voglio sfatare il mito della perfezione e concentrarmi sulla relazione, sul dialogo e la riflessione, e voglio farlo usando il disegno come un portale che possa unirci e farci incontrare su un piano d’empatia».
Il viaggio nel tempo da sempre hanno influenzato l’animo degli artisti e li ha spinti a creare, per te come è stato salire sulla macchina del tempo?
«Sono super affascinata dai viaggi nel tempo! Potrei citare alcuni esempi tra le mie serie preferite come LOKI, Dark, Dirk Gently e molti altri! Nonostante questo però credo che il passato e il futuro debbano restare dove sono. Se tornassi indietro non lo farei per modificare qualcosa perché sono contenta di ciò che sono oggi anche se c’è sempre tempo per migliorarsi. Lo farei eventualmente solo per incoraggiare la me stessa di un tempo, e non vorrei sapere molto del futuro, preferisco provare a progettarlo… insomma per me salire sulla macchina del tempo è stato un modo per ricordarmi di vivere l’istante presente anche se a volte me ne dimentico e anche se può far paura, ma tanto sono dell’idea che non siamo mai pronti per qualcosa quindi tanto vale viverla comunque! In questo senso credo che il coraggio non sia una caratteristica personale quanto più una scelta».
Come è nata la tua illustrazione e poi se ci racconti la tua opera che apre a una riflessione molto profonda.
«Io disegno in digitale da circa 17 anni (mi sento estremamente vecchia ahah) e da ottobre lo faccio utilizzando Procreate, prima lavoravo con tavoletta grafica e pc. Questo cambio di strumenti per me è stato una vera svolta, ma mantengo uno stile più pittorico che grafico, spesso mi dicono che i miei lavori sembrano degli acquerelli.
Lo spunto per il mio lavoro l’ho preso dal libro ‘’Finché il Caffè è Caldo’’ di Toshikazu Kawaguchi. Ora mi spiace fare un po’ di spoiler per chi magari non lo ha letto ma altrimenti non posso raccontare come è nata l’idea per la mia opera… Nel libro si racconta che in Giappone c’è una caffetteria speciale, e pare che sedendosi ad uno specifico tavolo si possa viaggiare nel tempo sorseggiando caffè. Le regole tuttavia sono molto rigide e non è possibile in alcun modo interferire con gli eventi.
In pratica non si ha il potere di cambiare niente, ma quello che è interessante è che sono le persone a cambiare, cambiano atteggiamento rispetto agli eventi su cui non hanno potere e la cosa meravigliosa è che le relazioni tra i personaggi si fortificano perché le persone decidono di aprire il loro cuore e parlarsi sinceramente senza ferirsi. Questa cosa mi ha colpito molto perché il mio paradosso è che per quanto tenga ai sentimenti e alle emozioni degli altri, faccio molta fatica ad esprimere i miei, il punto è che se non lo facciamo, perdiamo delle occasioni e finiamo per vivere di rimpianti.
Quanto a me ci sto lavorando! Non da sola ovviamente, non è qualcosa che si può fare da soli ma è importante aprirsi e dire come ci sentiamo, senza tornaconto, senza risentimento e senza incolpare gli altri perché nessuno è nella nostra testa e non può sapere cosa pensiamo».
Un artista del passato che ti piace particolarmente, una cosa del presente di cui non potresti fare a meno e una pensiero/speranza per il futuro che deve ancora essere scritto.
«Un artista che mi affascina da sempre è Klimt! Trovo le figure umane dei suoi dipinti qualcosa di unico, sono infinitamente delicate, quasi eteree ma allo stesso tempo sembrano vive. E’ stato per me grande fonte di ispirazione. Poi ovviamente mio nonno, Roberto Naccari, perché dava voce a storie di vita di persone ‘’invisibili’’ e fragili dentro contesti sociali anche molto difficili e lo faceva senza mezze misure! Raccontava la realtà per ciò che era.
Non potrei fare a meno dei miei gatti 🙂 Milo e Luna che danno colore alle mie giornate, della mia emotività che finalmente chiede lo spazio che merita e lo fa anche attraverso il disegno, non potrei fare a meno degli amici e del supporto della famiglia, e non potrei fare a meno di un paio di persone in particolare che mi hanno guidato nella vita e nella mia professione, credendo in me, mi hanno sostenuta, incoraggiata e aiutata a diventare ciò che sono! Non potrei proprio farne a meno, penso che loro sappiano chi perciò li ringrazio.
Io penso tanto ai giovani e ai giovanissimi, vorrei che loro si sentissero meno smarriti, meno costretti a ‘’Strappare Lungo i Bordi’’ come ha dovuto fare la mia generazione, che sta ancora cercando il suo posto nel mondo e che non si sente ancora riconosciuta e capita per quello che è. Vorrei che i giovani fossero liberi di essere ciò che sono, di esprimersi apertamente senza contaminazioni negative, di comprendere cos’è la gentilezza e di godersi a pieno la vita. E soprattutto vorrei dir loro che noi più grandi, anche se nel nostro piccolo, ci siamo!».
ARTISTA SECONDO CLASSIFICATO
Giada Fava Dalberto @piaoyuhua_illustrations
MOTIVAZIONE
«Il futuro immaginato in questo lavoro mostra una natura che lentamente riprende il proprio spazio. Un fenomeno non troppo distante da ciò che è già avvenuto in alcune città tedesche nel dopoguerra o altri luoghi come quella di un antico villaggio cinese di pescatori sulle isole Shengsi, abbandonato da circa 50 anni, è oramai letteralmente inghiottito dalla natura. L’abbandono qui non è inteso come incuria ma come rivincita della vita alla morte del cemento. Una notte rischiarata dalla sola luce della luna mentre attende l’arrivo di un nuovo giorno. Complimenti!». @luisa_valenzano
Ciao Giada, per chi non ti conosce, racconta chi sei.
«Sono Fava Dalberto Giada, nome d’arte Piao Yu Hua. Sono un’illustratrice diplomata alla Scuola Internazionale di Comics di Torino. A differenza di molti artisti non posso dire di essere nata con la matita in mano, difatti la mia è una passione relativamente recente. Dopo aver frequentato il liceo Scientifico delle Scienze Umane, ho poi frequentato un anno in università nel dipartimento di Scienze Geologiche di Torino, dove ho dovuto fare i conti con la dura realtà: non sono per nulla portata per lo studio. Ho, tuttavia, sempre avuto un interesse per l’arte, ma, non avendo mai frequentato un liceo di tipo artistico o corsi in quest’ambito, non mi sentivo per nulla all’altezza di chi disegnava da tutta una vita e pensavo che non avrei mai potuto diventare sufficientemente brava da poterne fare un lavoro, ma grazie al sostegno di amici e parenti ho deciso di credere in questo sogno e provarci. Ma ora basta divagare… Al momento la maggior parte dei miei lavori è per privati, come ritrattista, decoratrice di pareti (interne ed esterne) o per la creazione di fan art di Manga e Anime. Il mio stile infatti non è ancora ben definito, ma è molto versatile».
Il viaggio nel tempo da sempre ha influenzato l’animo degli artisti e li ha spinti a creare, per te come è stato salire sulla macchina del tempo?
«Il tema del Viaggio nel Tempo personalmente mi ha sempre intrigata molto. Mi è sempre piaciuto provare a immaginare come sarebbe stato nascere in un’altra epoca, come ad esempio nell’epoca Classica, nel Medioevo, nell’Età Vittoriana o ancor prima, nel Cretaceo o nel Giurassico. Però mi ha sempre anche incuriosita il futuro; sarebbe bello sapere in anticipo se l’umanità dovesse estinguersi, come nella mia illustrazione, oppure progredire sempre più e diventare come quelle città futuristiche descritte nei film di fantascienza. E’ stato dunque per me molto interessante e divertente creare un’illustrazione post-apocalittica, dando forma a quella che è la mia attuale immagine del futuro.
Eri indecisa se andare nel passato o nel futuro, alla fine hai scelto il futuro… Come mai e se ci racconti come poi hai realizzato l’opera quindi il processo creativo.
«Ero indecisa tra passato e futuro, perché entrambi mi affascinano molto, tuttavia, pensando anche a ciò che avete raccomandato, ossia “evitate di creare catastrofici paradossi temporali”, ho pensato fosse decisamente meglio andare nel futuro. Conoscendomi, andando nel passato, avrei certamente combinato qualche guaio, e ci sono cose del presente a cui non potrei mai rinunciare. Quindi, l’idea della possibilità di modificare il futuro, tramite cambiamenti nel passato, mi ha spaventata e ho preferito andare nell’ignoto futuro, dove, nel peggiore dei casi, sarei semplicemente potuta tornare indietro nel mio presente.
Il futuro da me rappresentato non ha una data indicativa, è un futuro non necessariamente prossimo ma nemmeno troppo lontano. E’ un futuro dove l’umanità si è ormai estinta, magari proprio a causa degli eventi recenti con cui ci troviamo a convivere: pandemie, guerre, carestie, inquinamento. Che l’uomo stia distruggendo il pianeta e si stia esso stesso auto-distruggendo è un dato di fatto, con il quale, presto o tardi, dovrà fare i conti.
La mia illustrazione è stata creata in digitale, utilizzando il programma Clip Studio Paint. E’ un’illustrazione molto cupa, volevo far trasparire il senso di desolazione di questa città ormai in rovina. Tramite la vegetazione e la presenza delle lucciole e degli uccellini volevo trasmettere proprio l’idea che la “colpa” della rovina del pianeta è solo nostra, e che la natura vivrebbe molto meglio, più prospera e rigogliosa senza la nostra presenza distruttiva. In quanto essere umano, però, un futuro di questo tipo sarebbe triste anche per me. Ho dunque voluto rappresentare in primo piano una giostrina arrugginita di un parco giochi. Un parco giochi senza bambini. La mancanza dunque di una Speranza per l’umanità. Utopicamente, spero, dunque, che la mia opera faccia riflettere sulla strada su cui ci stiamo inevitabilmente dirigendo, una persona non può cambiare il futuro, ma tante persone potrebbero ancora fare la differenza. Si può dire quindi che questa sia una mia speranza per il futuro, anche se mi rendo conto io stessa che è una visione fin troppo Idealistica».
Un artista del passato che ti piace particolarmente, una cosa del presente di cui non potresti fare a meno e una pensiero/speranza per il futuro che deve ancora essere scritto.
«Un artista del passato che ho sempre ammirato molto è Claude Monet. Amo la corrente impressionista e le emozioni che mi trasmette. Del mio presente c’è solo una cosa, o meglio dire una persona, senza la quale non potrei vivere ed è mia sorella. Come ho già detto invece, la mia speranza per il futuro è banalmente quella di avere un futuro».
ARTISTA TERZO CLASSIFICATO
Giada Capri @_.giappi.worldincolour._
MOTIVAZIONE
«L’opera di Giada, viaggia nel passato in un dolce ricordo vissuto con un genitore, testimone del fatto che ogni piccolo gesto può significare il mondo. Tratto e sfumature del colore delicate caratterizzano un messaggio che arriva dritto al cuore». @davidemorina
Ciao Giada, per chi non ti conosce, racconta chi sei.
«Mi chiamo Giada Capri, ho 29 anni, sono un’illustratrice autodidatta, amo il Giappone e la sua cultura. Nella vita svolgo il classico lavoro d’ufficio da 40 ore a settimana, perciò mi dedico alle mie passioni artistiche nel tempo libero, ritrovandomi spesso a scarabocchiare qualcosa mentre guardo le serie anime e leggo un libro prima di andare a dormire. Ho sempre amato disegnare e giocare coi colori e per anni la mia fonte di ispirazione sono stati i fumetti e i manga. Infatti, il personaggio resta il soggetto principale delle mie opere, del quale cerco di trasmetterne la storia tramite le sue caratteristiche. Ad oggi il mio stile si è un po’ allontanato da quello prettamente manga, per cui attualmente mi trovo da qualche parte tra il fumetto e l’illustrazione, con lo scopo di creare qualcosa che unisca in maniera originale entrambi i mondi. I media a cui ricorro di più sono il digitale e gli acquerelli – e in generale tutto ciò che è “acquerellabile”, come pastelli o pennarelli, ma mi piace sperimentare più tecniche».
Il viaggio nel tempo da sempre hanno influenzato l’animo degli artisti e li ha spinti a creare, per te come è stato salire sulla macchina del tempo?
«Confesso che io viaggio poco nel tempo, nei miei lavori dò più spazio alle sensazioni del momento e i miei protagonisti si ritrovano per lo più in luoghi magici e misteriosi. Insomma, viaggio molto più nello spazio che nel tempo, ma proprio per questo ho trovato il contest una sfida interessante per uscire dalla mia confort zone ed è stata un’occasione per rappresentare qualcosa che mi sta a cuore; mi piacerebbe proporre in futuro questo tema – il tempo – anche in altre mie illustrazioni».
La tua opera è sì un viaggio nel tempo, ma anche un bellissimo ricordo, ci piacerebbe che tu ci raccontassi il processo creativo che ne ha dato vita.
«Quando ho letto per la prima volta di questo contest ho pensato che non avevo mai davvero riflettuto su dove mi sarebbe piaciuto andare con una macchina del tempo. Complice anche il fatto che è capitato in un periodo di lavoro per me molto intenso, avevo poco spazio per delle idee. Poi mi è arrivata l’illuminazione in vista del 19 marzo, festa del papà, e ho unito i due eventi. Mio papà non c’è più da circa un paio d’anni e per “festeggiarne” il ricordo mi è tornato in mente un episodio della mia infanzia, in piena estate, ai tempi in cui lui mi portava al parco pubblico vicino casa per giocare. Lungo la strada ci capitava di passare davanti a una villetta con un grande giardino ben curato che veniva innaffiato da degli irrigatori tutte le mattine; uno di questi irrigatori, girando, arrivava a spruzzare acqua oltre il cancello, per cui ogni volta io e mio padre aspettavamo che l’acqua arrivasse nella nostra direzione per rinfrescarci un po’, era sempre molto divertente. Ho scelto gli acquerelli per rappresentare questa immagine, perché volevo qualcosa di delicato e sfumato per indicare forte luminosità, ma allo stesso tempo qualcosa di caldo che desse l’idea di estate, ecco perché l’arancio è il colore principale. Anche il lineart è tracciato usando un pastello arancione e uno giallo per i punti luminosi, mentre ho usato un violetto per le zone d’ombra e in generale per le ombreggiature.
La maschera liquida per acquerello e un tocco di acrilico bianco sono stati usati per le gocce d’acqua, mentre l’arcobaleno è stato aggiunto in digitale, come prova sperimentale che poi ho deciso di mantenere. Il soggetto rappresenta me da bambina mentre mi diverto sotto l’acqua, mano nella mano con mio padre, inizialmente avevo qualche dubbio sulla scelta di rappresentare solo il suo braccio, ma alla fine ho pensato che in questo modo sia più evidente il legame che c’è stato e anche l’emozione di gioia e divertimento che abbiamo condiviso».
Un artista del passato che ti piace particolarmente, una cosa del presente di cui non potresti fare a meno e una pensiero/speranza per il futuro che deve ancora essere scritto.
«Ammetto di non avere un artista del passato che mi piace particolarmente, tutti i nomi che mi vengono in mente, anche coloro che hanno operato per lo più nel passato, sono tuttora parte del mio presente. Tuttavia, approfitterò di questa domanda per approfondire i miei studi e scoprire qualcosa di nuovo, ampliando i miei orizzonti. In questo modo sicuramente anche la mia arte ne beneficerà.
Sono una persona che si concentra molto sul presente e, anche se sembra ironico, ora come ora il tempo è una delle cose di cui non posso fare a meno; parlo del tempo per se stessi, per riflettere sulla propria vita e le proprie abitudini, per capire cosa mantenere e cosa cambiare. Forse penso questo perché tra pochi mesi compirò i 30 anni e mi sento un po’ a un punto di svolta, perciò sto cercando di sfruttare al meglio questo periodo per decidere la mia strada per il futuro.
A proposito di futuro, credo che la fiducia sia fondamentale e lo sto dicendo dopo aver trascorso degli anni poco sereni e in cui spesso non vedevo spazio per dei miglioramenti. A lungo mi sono sentita bloccata in una sorta di limbo, invece il cambiamento sta arrivando e spero porti qualcosa di buono a me e a chi mi circonda. A tutti quelli che leggeranno queste righe dico di non perdere la fiducia, perché quel qualcosa che attendiamo arriverà davvero e non parlo necessariamente di un evento di grande impatto, ma anche di un piccolo tassello che porti al cambiamento, alla possibilità di muovere un passo in avanti. Perché si può solo avanzare, nonostante a volte sia bello aggrapparsi ai ricordi, e anche se ogni passo viene fatto nel buio, non si sa mai quando si può trovare una fonte di luce sul proprio cammino».