«Questa opera, realizzata a Marzo 2024, è l’espressione di un momento di realizzazione di una nuova parte di me stessa e all’accettazione di essa, pur rimanendo ancora al sicuro, all’ombra delle piante, questa figura tiene un braccio verso l’alto per mostrare la sua presenza al mondo».
«La figura rappresentata in quest’opera è un corpo riverso, nell’abbandono di un atto di auto erotismo. I colori sono brillanti ma la Luna al centro rappresenta la notte e la femminilità.
I nostri desideri coincidono con le nostre fantasie?»
“Un grande spicchio di luna, portatrice del femminile sacro, accompagnato dal sole, il maschile divino. Due cerchi che danzano attorno all’essenza stessa dell’equilibrio. L’unione di queste energie, complementari e interconnesse, s rende manifesta in questo dipinto. Ogni tratto è un respiro, ogni colore una vibrazione che racchiude la sacra unità tra l’azione del maschile e la creazione del femminile. In questo simbolo si cela l’equilibrio eterno tra le forze che abitano dentro ognuno di noi, l’integrazione perfetta tra il cielo e la terra”.
“Questo Dipinto è nato da un’Intuizione e da una Rinascita.
È nato in un momento importante attraverso l’immaginazione e e le parole di una canzone.
È il passo dopo un periodo Buio, in cui non si riescono a vedere le cose per come Sono.
È il Passo verso la Consapevolezza e verso una Presa di Coscienza di Sé Stessi e di ciò che si desidera.
È il togliersi dall’illusione del Velo di Maya e andare verso la propria Luce.
“Rappresenta una Persona che Rinasce, che dispiega le sue Ali Grandi, che non si rendeva conto di avere fino a quel momento, per prendere il Volo nella Vita, Realizzare i Suoi Sogni, seguire la sua Strada e andare verso la propria Luce”.
«Scorcio serale di Venezia».
«Condensazione sulla finestra del bagno».
«È uno dei miei pochi dipinti a soft pastels, medium che però mi piace molto perchè mi permette di avere più gestualità».
«Questo è il mio gatto Mirò, si può dire che ho iniziato a dipingere per fare il suo ritratto e questo è il risultato».
«Filamenti d’oro, rossi e di fluorescenti varie tonalità di blu danzano su un fondo nero lasciando presupporre che un Maestro d’orchestra invisibile li conduca fuori dal quadro verso una danza infinita di cui si potrebbe immaginare la musica provenire da molto lontano.
L’artista immagina che sia Dio il Maestro invisibile, un Dio che offre la danza e lascia liberi di danzare. Un Dio che non intimorisce ma che ama e avvolge, unico padre della scienza, della matematica e della fisica, un Dio Maestro di un’orchestra dai non confini, di un’immensità spaventosa che è il nostro Universo e oltre, un Dio che in modo misterioso e incomprensibile ha creato se stesso e da sé ogni cosa.
Il DNA si fa opera d’arte qual è in effetti. Il suono della parola vagamente onomatopeica dell’Acido desossiribonucleico ha sempre affascinato l’artista che da bambina non sapeva spiegarsi come la storia di ogni essere umano potesse essere “scritta” in quegli affascinanti filamenti che in quest’opera ha voluto oro e rosso e blu luminosi e che, in certi punti del quadro diventano forme astratte estranee ai filamenti di DNA per ricordaci che il libero arbitrio della nostra anima a volte trascende ogni disciplina, impazzendo e creando anche realtà molto tristi come la malattia fisica, la follia, la deformità.
La composizione del DNA è unica, ad esso è affidata la codificazione delle informazioni genetiche, è responsabile della trasmissione senza tempo dei caratteri ereditari di tutto il nostro albero genealogico. Ad esso è legato il mistero della vita e per questo la sua forma elicoidale somigliante alla scala di rappresentanza di un palazzo importante ha in questa tela molto oro e rosso in un misterioso fondo nero che è il grande ignoto in cui tutti noi danziamo o camminiamo o, attoniti, non riusciamo che a star fermi. Sembra inaudito, ma la scelta è solo nostra».
«Opera prima dedicata alla Natura e alla Creazione dove l’artista cerca d’esprimere con immagini essenziali tutta la potenza e bellezza degli Elementi della Natura in modo prepotente come lo è la semplicità, traendo spunto da una lettura di molti anni prima sulla filosofia Zen che più o meno citava: “nello Zen le montagne sono montagne, acque le acque”. Questo assoluto bisogno di semplicità dell’Esistere dà inizio alla Serie Zen.
In quest’opera, un albero in primo piano, alcuni alberi all’orizzonte e la stesura lievemente materica dei colori acrilici che sembra muovere le nuvole parlano del Vento. Dunque il Vento, le fronde degli alberi, il cielo chiaro con nubi stracciate invitano chi guarda a chiudere gli occhi e sentire il Vento, il movimento delle fronde, e l’immensità del cielo dentro di sé».
«Bisognerebbe imparare ad accettare e accogliere il “lupo” che abbiamo dentro di noi e trattarlo con la dovuta gentilezza. Per essere gentili verso il prossimo bisogna esserlo in primis con sé stessi».
«Come sarebbe il mondo se non si fosse instaurato il regime del patriarcato? Una volta intesa la sua superiorità fisica, l’uomo, da bestia qual è, ha compreso che con quella avrebbe potuto capeggiare e con la violenza avrebbe messo a tacere chiunque avesse provato a ribellarsi a questa sua scelta. Il patriarcato è la più lunga e oscura pagina della storia dell’umanità che non è ancora stata sfogliata, siamo ancora fermi lì.
Fanculo alla diseguaglianza, fanculo alla violenza, fanculo al patriarcato. È ora di darci un taglio!»
«L’oscuramento degli occhi simboleggia un’interruzione nel flusso emotivo o nella capacità di connessione con il mondo esterno, come se una parte dell’anima fosse stata oscurata, proprio come durante un’eclissi. Questa “eclissi” rappresenta un momento di perdita di sé, un periodo di introspezione profonda o una fase di trasformazione personale».
«Dream within the Lines esplora la vulnerabilità e la contemplazione attraverso la rappresentazione di una figura femminile nuda. La ragazza, con una posa raccolta e un’espressione pensierosa, sembra immersa nei suoi sogni e pensieri più profondi. Il contrasto tra la delicatezza del soggetto e la rigidità dello sfondo geometrico enfatizza la dualità tra l’interiorità e l’esteriorità, tra il sogno e la realtà».
«Intrecci di sagome poligonali e la fusione di materiali compositi formano progetti multidimensionali e multiforme dando “vita” a creazioni uniche».
«Immagine della maschera tipica della tradizionale sarda il Mamuthones».
«Rappresentazione del vino».
«Il cranio posto alla base della scultura è il simbolo della saggezza, lo spirito dell’uomo. Simbolo diffuso in diversi contesti ma sempre legato al concetto di Vita e Morte, passato e presente. Sul retro della scultura troviamo un fiore; L’equilibrio, la bellezza e la delicatezza della natura che ci circonda e di cui facciamo parte.
In ultimo la scimmia, che nelle opere di Marinaro, rappresenta il nostro istinto primordiale. Un istinto che oscilla tra vita e delicatezza saldo al passato ma con lo sguardo al futuro. Un modo per ricordarci l’importanza dello stare bene con noi stessi e con ciò che ci circonda. In equilibrio su questa altalena che chiamiamo Vita…».
«Tutti portiamo nel cuore una persona cara, se pur distante nel tempo o nel mondo un pezzetto del nostro animo è sempre legata ad essa.
Battito dona il suo amore verso l’alto, forse a qualcuno che non c’è più o a un’anima distante… Un istinto primordiale che genera amore».
“My body is a cage,
I am standing on a stage
Of fear and self-doubt… “
Il corpo,
nostra unica dimora.
Timore del dubbio e desiderio di libertà.
Copro o corpo?
Essere o apparire?
“Set my spiri free,
set my body free”
«Serena, a letto, libera dai pregiudizi.
Abbandonata, nuda dai pensieri, coperta di autenticità.
Intorno il sogno della consapevolezza.
“La prima volta…”, ovvero, il desiderio di essere finalmente me stessa.
Cammino lungo i frammenti di un percorso che cerca equilibrio tra vita professionale e personale, tra giudizio e realtà.
Qui, in questo spazio di libertà, trovo la mia vera essenza».
«La natura che ci circonda è fonte d’ispirazione e vulcano di idee con le sue innumerevole scale di colori cangianti. Dal buio più totale e dalle esperienze negative si possono imparare le priorità della vita, tra cui il rapporto con la natura. Le mie opere spesso o totalmente sono costruite con materiale di riciclo e recupero; in questo caso su supporto in legno recuperato ho dipinto con acrilico e installato un mezzo tubetto di colore. Dando importanza ad ogni oggetto materiale si vuole sensibilizzare al rispetto della natura, e restituendo il concetto in ambito umanitario e sociale, al rispetto del singolo individuo che esso stesso della natura fa parte».
«La pittura è arteterapia facendomi vivere uno stato di rilassamento che mi fa ripercorrere un «regresso onirico» e un viaggio immaginario nel cosmo. Arte intesa come pressione positiva che fa implodere la negatività. Le mie opere spesso o totalmente sono costruite con materiale di riciclo o recupero; in questo caso su supporto in legno recuperato ho dipinto con acrilico, gesso, colla, smalto e installato una mezza sfera in plastica. Dando importanza ad ogni oggetto materiale si vuole sensibilizzare al rispetto della natura, e restituendo il concetto in ambito umanitario e sociale, al rispetto del singolo individuo che esso stesso della natura fa parte».
«Primavera è la mia prima vera opera digitale che ha dato il via alla mia “carriera” da artista e che si avvicina molto a quello che oggi è il mio percorso, il mio stile artistico. Volto femminile dai tratti morbidi e con occhi chiusi, che si lascia trasportare dall’incontro e dalla passione con questi fiori di ciliegio, simbolo della nascita della primavera».
«Luce è una delle creazioni che fanno parte della rubrica “Inspiring Music”, ovvero quella rubrica che include tutte le illustrazioni create sulla base dell’ascolto di una canzone che ha trasmesso emozioni forti, smuovendo il mio mondo e creando immagini dentro la mia testa. Luce è questo volto di una donna, che emerge dall’oscurità della tela andando verso il raggio di luce. Altra chiave di lettura può essere riuscire finalmente a riemergere dall’oscurità dei traumi, delle emozioni negative, liberandosi dalla tossicità delle cose o delle persone e puntare verso la nuova vita, la luce della speranza, la rinascita. Essere di nuovo a colori, dentro e fuori».
«Le opere sono il fiore dall’universo, rappresenta la vita, la voglia di vita, la bellezza della vita».
«L’altro incrocio di vite nascoste, perché emerge al buio, diventando fosforescente, ho usato l’erba secca per creare gli incontri e incroci di giorno e i colori fosforescenti per la notte».
«Era mia intenzione dipingere un quadro sulle note di questa canzone senza nessun progetto o idea precedentemente sviluppata. Così ho iniziato a dipingere ispirato dalla musica dando una prima stesura al quadro che poi ho rifinito in un secondo tempo».
«Con questo quadro ho voluto rappresentare un paesaggio notturno in una visione onirica e simbolica ricca di personaggi e protagonisti che si susseguono senza una logica descrittiva come dentro un sogno».
«Il filo rosso del destino è intricato, infinito, si tende e arriva al limite ma non si spezza mai. Lega due anime gemelle sin prima della nascita e, travalica tempo, amori passati e sofferenza fino al ricongiungimento dei due cuori destinati ad amarsi. A volte ci avvolge così tanto che c’è il presentimento della sua esistenza è tangibile».
«Chi soffre spesso lo fa in silenzio, senza dar fastidio o sollevare polveroni. l’autocommiserazione fa parte delle debolezza umane e non è reato se non arriva al cieco egoismo, ma la silenziosa battaglia quotidiana combattuta con dignità e fino alle ultime forze è un’altra caratteristica che appartiene però solo ai guerrieri o alle guerriere. Io sono onorata di potermi dire amica di molti guerrieri e ne ho voluta immortalare una per la grandezza d’animo e la forza che riesce sempre a trasmettermi».