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Connessione continua con l’Arte e il racconto del mondo delle Donne

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Nicla Muolo, giovane artista appassionata di Arte tanto da farne una professione non solo come illustratrice digitale, ma anche come guida alla Pinacoteca di Parma.

Ciao Nicla, raccontaci un po’ chi sei.
«Ciao! Mi chiamo Nicla in arte Nimu. Nasco nell’agosto del 1996 e sono un vero e proprio leoncino, cosa che traspare dal mio modo di essere, di fare e di affrontare la vita. Provengo da Monopoli (BA) in Puglia, ma vista la curiosità e passione per l’arte, decido di trasferirmi a Siena per frequentare Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Siena. Decisione più bella non la potevo fare!
Dopo essermi laureata nell’aprile del 2020, per amore decido di trasferirmi a Parma e dopo una ricerca matta e disperata, trovo il mio primo lavoro nel mio campo: in Pinacoteca Stuard come guida, guardiana e biglietteria e poi al Laboratorio Aperto a contatto con tante realtà ed eventi culturali e gastronomici. Nel frattempo non ho mai smesso di fare una delle poche cose che mi facevano stare bene e mi liberavano la testa: disegnare. Dapprima schizzi, poi ritratti a matita, finché non passo totalmente al digitale. A gennaio del 2024 decido di aprire il mio canale Instagram e condividere con tutti le mie opere e ciò che ho dentro di me».

Come è stato il tuo percorso fino ad adesso, le tue esperienze e cosa ti ha portato a decidere di intraprendere la strada dell’Arte.
«Il mio è stato un percorso travagliato, non sempre lineare, pieno di up e down. Ma alla fine dei conti rimettermi in piedi è sempre stato uno dei miei obiettivi, oltre al volermi realizzare e fare ciò che amo. Sicuramente prima di arrivare a questo equilibrio interiore (ed esteriore), ho dovuto fare sacrifici e lavoretti che mi aiutassero a mantenermi gli studi e sicuramente sono stati utili a farmi crescere, imparare nuove skills e capire cosa realmente fosse importante per me.
Disegnare è una cosa che faccio fin da piccolina e man mano che crescevo, ho capito che mi sarebbe piaciuto farlo diventare un lavoro. In parte ci sto riuscendo e grazie alla mia grande ambizione e tenacia, sò che mi porterà a voler fare ed ottenere sempre di più» 

Nome d’arte Nimu che vuol dire…?
«Nimu nasce durante gli anni di università, proprio agli albori direi. Prima di trovare dimora fissa a Siena, sono stata un mesetto a casa di due mie amiche che, per gioco, mi dicevano che sembravo un personaggio di un cartone animato giapponese per il modo in cui gesticolavo e provavo a spiegare loro le mie mille e una disavventure/avventure. Quasi per magia, sono diventata Nimu (semplicemente l’unione delle due prime lettere del mio nome e cognome). Nel momento in cui ho deciso di aprire la pagina di Instagram, ho pensato che quello sarebbe stato il nome perfetto. Che ironia la vita!»

Tu sei illustratrice digitale, parlaci del tuo stile e di cosa prediligi raffigurare.
«Sì, sono una illustratrice digitale autodidatta. Ho iniziato quasi per scherzo partecipando ad un concorso che poi ha messo in mostra la mia prima opera digitale e da lì ho capito che probabilmente c’era una connessione con questo nuovo metodo. Così, ho iniziato a sperimentare e cercare di migliorare la tecnica guardando video qua e là. Probabilmente molto presto approfondirò ancora di più seguendo dei veri e propri corsi. Non ho uno stile specifico, ma abbastanza vario però con una costante: raffigurare la figura femminile. Certo, per commissioni ho anche dovuto variare i soggetti, ma quando devo realizzare una cosa tutta mia, preferisco dare spazio al volto femminile e tutto ciò che la riguarda. 
Ho sempre detto di sentirmi una portavoce delle Donne, perché sono qualcosa che va’ tutelato, protetto, difeso e messo in luce. Ogni giorno molte di noi vivono situazioni poco piacevoli, traumatiche, sofferenti e si sentono sole. Ma io voglio stare vicina ad ognuno di loro, una ad una. Mi piace raccontare la storia di tutte, il loro vissuto più oscuro trattando con le pinze, con delicatezza e rispetto. 
Perciò, attraverso la mia arte mi sento di dover comunicare qualcosa agli altri, lasciare e suscitare qualsiasi tipo di emozione e perché no, portare alla riflessione».

L’arte non ti abbandona neanche quando non prendi in mano i colori digitali, cosa vuol dire per te
vivere circondata sempre dall’arte?

«Quando chiudo il mio tablet dopo aver terminato una illustrazione, fondamentalmente non smetto di vivere di arte perché il mio lavoro continua a farmi navigare nelle acque della creatività. Lavorando in un museo, questo mi sprona e mi ispira nella creazione di nuove opere, attingendo magari da tecniche utilizzate nel passato. Non finisce mai quella connessione con l’arte e ne sono felice perché i messaggi di qualsiasi tipo che si trasmettono attraverso i quadri, sculture e opere di vario genere, arrivano dritti e forti agli occhi, poi alla testa, al cuore e allo stomaco. Chi ha capito che questo fosse il miglior mezzo per raggiungere tutti, ci ha visto bene e lo ringrazio».

Noi sappiamo anche della tua passione per gli origami, infatti ti sei gentilmente offerta a creare degli splendidi tutorial insieme alla nostra associazione legati a questa antica tecnica, come è nata questa passione e cosa vuol dire per te “piegare la carta”.
«Il mio primo approccio agli origami risale al dicembre del 2022 quando, con un mio collega, avevamo ideato di realizzare per un evento un origami a forma di pomodoro che nel retro potesse contenere un messaggio. Ne ho creati così tanti, che alla fine ero piena. Però, anche se lì per lì non lo avevo notato, mi sono accorta che quando li realizzavo il mio pensiero era incentrato tutto sulla buona riuscita del pomodoro, dimenticando tutto il resto.
Ricordo fosse un periodo un po’ incasinato, dove avevo le idee confuse sul mio futuro, non credevo molto in me, ma quella piccola prova si è rivelata una piccola passione e punto di svolta insieme alle mie prime illustrazioni digitali. Adesso propongo spesso dei laboratori per bimbi dove realizziamo origami semplici, ma di vario tipo, oltre ad aver partecipato alla rubrica di origami di ASD che mi ha reso molto felice».

Il tuo messaggio artistico.
«Il messaggio che vorrei lasciare è quello di prendere un po’ di esempio da me e di trasmettere qualcosa con l’arte, insegnare e suscitare dubbi e riflessioni in coloro che guardano le opere. Utilizzare l’arte come mezzo e come fine». 

Cosa ti auguri per il futuro.
«Per il mio futuro mi auguro di poter crescere artisticamente parlando, di farlo diventare il mio primo lavoro attraverso più commissioni possibili, mettendo in mostra le mie opere e tanto altro ancora!».

Una curiosità prima di lasciarci.
«Ho pensato di avviare un nuovo progetto: realizzare e stampare quadri su commissione di qualsiasi tipo e genere, occupandomi di tutto e facendoli arrivare a casa pronti per essere appesi alla parete. Ho già realizzato una cosa simile e mi ha lasciato tanta felicità addosso, quindi credo che questa sia la giusta strada».

I link dell’artista

Scopri il video che le abbiamo dedicato

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