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Colori che danzano sulla tela raccontando le vibrazioni dell’Anima

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Lucia D’Aleo è una pittrice siciliana che ha ritrovato il bisogno di fare arte dopo che per anni si è dedicata ad altro. Ora finalmente vive il suo desiderio di raccontarsi attraverso il colore.

Ciao Lucia, raccontaci un po’ chi sei.
«Sono un’artista, una pittrice che per lungo tempo è stata una cellula dormiente che si è svegliata tardi in modo anomalo e intende recuperare tutta la vita persa nel sonno, un sonno forse necessario. Sono stata una bambina che già dai primi disegni creati all’asilo mostrava talento artistico. Quando dovevo scegliere il liceo sapevo di volere intraprendere studi artistici e per quanto la mia famiglia fosse illuminata e per niente autoritaria, mi ha dirottato sapientemente verso vie alternative che non erano la mia strada maestra. Io sono sempre stata un’artista che ha dimenticato di esserlo per ragioni molto grevi che mi hanno fatto mettere in pratica cose sbagliate e scelte deleterie che mi hanno allontanato da chi sono sempre stata».

Come è nata la tua passione per la pittura e come è stato il tuo percorso fino ad oggi.
«Ecco appunto…come ti ho risposto prima, il mio percorso non è stato un percorso verso l’arte ma proprio al suo opposto. Ho scelto forzatamente il mio piano B, la scrittura che pur amando sentivo sempre come un’alternativa. Sono stata un Addetto Stampa per le Nazioni Unite per la maggior parte della mia carriera e ho vissuto per trent’anni a Roma, poi ho sempre creato parole, tradotto parole, usato parole che perlopiù erano censurate, annebbiate e cambiate da come nascevano; perfino plagiate in libri di successo che sono partiti da mie idee portando in seguito il nome di personaggi noti. Oggi sono tornata in Sicilia da circa un anno e mezzo, ho preso contatto con radici che in passato ho rinnegato, dipingo in silenzio o ascolto musica mentre dipingo. Creo immagini che nascono dalla profondità del mio essere e non sento più alcuna forzatura. Intendo seguire questo dolce fluire e probabilmente arricchire le mie doti artistiche naturali con un master appropriato per colmare i miei punti deboli».

Siamo rimasti molto colpiti dai tuoi lavori, sia per l’uso del colore che per lo stile, raccontaci come tu vedi le tue pennellate e come descriveresti con tre aggettivi il tuo stile.
«Le mie “pennellate” molto spesso sono giochi di dita e mani che danzano sulla tela portando vibrazioni dell’Anima. A volte chiudo gli occhi fisici, seguo le immagini che nascono dal mio più profondo io e poi apro di nuovo le palpebre cercando di definire questi bisbigli della mia Anima e di un tutto universale in cui credo profondamente. Il mio stile è certamente Astratto, alcuni critici dicono che con l’astratto vado proprio forte. Non oso autodefinire il mio stile perché vorrei lo facessero altri, magari non dovendoli pagare per farlo, tuttavia posso dire che seguo unicamente un moto dell’Anima che come un terremoto mi spinge a rappresentare l’Universo e anche ciò che spesso non vediamo come se lo stessi creando io stessa. Non m’importa in alcun modo d’essere ingabbiata in uno stile preciso, ma di certo nel mio astratto vi è anche una nota di realismo astratto a cui non intendo rinunciare. Sarei ben felice d’essere comunque criticata e definita da chi davvero s’intende d’arte, dico in modo professionale».

Quale soggetto prediligi raffigurare e perché?
«La Natura in ogni suo atomo, perché è la più alta manifestazione della Creazione Divina. Il mare e il Cielo di più, perché essendo siciliana in questa vita di certo tra il mio sangue vi saranno atomi di sale e il Cielo perché da sempre mi sono sentita più parte dell’oltre piuttosto che di questo martoriato e bellissimo Pianeta per cui soffro come e più che per i miei problemi; quindi direi la Creazione e la sua distruzione da parte dell’uomo inconsapevole. E poi le possibilità infinite che si celano dietro a ciò che non vediamo. E ancora i sentimenti umani, che certo possono essere dipinti anche solo con “ditate” di colori e tecniche sperimentali».

Crei opere anche su commissione?
«Certamente sì, ma solo se amo il soggetto richiesto, se mi stimola a un’opera bellissima! Come un attore che accetta la parte solo se la sente proprio sua. I miei contatti sono ben visibili su Instagram con messaggio privato e sul mio sito web».

Se c’è una tua opera a cui sei più legata.
«Sì, almeno fino ad ora sono davvero legata alla mia opera più piccola per dimensioni, (24X30) che ho chiamato in inglese Abnormal Wave, (sono legata alla lingua inglese davvero molto) che in qualche modo ritengo immensa per le sensazioni ancestrali da cui è nata e che ha generato in buona parte dell’umanità… perché vede protagonista la mia interpretazione della Grande Onda… La ritengo un’opera da meditazione e sento che un giorno varrà molti soldi, sebbene non è in vendita».

Cosa vuol dire per te essere un’artista oggi.
«Per me quello che oggi è un artista è quello che è stato sempre: un creatore di felicità! Come quando guardi la Natura e sei felice: osservare un’opera e voler continuare a guardarla per ore, e poi volerla per sé perché fa nascere dentro di noi un innamoramento generato dalla gioia, o comunque da un moto dell’anima… Poi di certo come in passato un artista è anche qualcuno che con le sue creazioni fa pensare alle problematiche sociali e le rappresenta, io però, malgrado solo apparentemente sia considerata una pessimista, credo che far pensare in modo gioioso e propositivo sia meglio che rattristare l’umanità, soprattutto per un creativo di arti figurative. Poi, essere artisti oggi potrebbe anche dare maggiori possibilità, l’avvento di tecnologie avanzatissime potrebbe e dovrebbe rendere l’arte maggiormente presente e meno snob, ma nei fatti non credo sia ancora del tutto così».

Quali sono i tuoi progetti futuri.
«A questa domanda non posso rispondervi per due ragioni fondamentali: parlare troppo dei propri progetti energeticamente non li fa realizzare… e poi perché sto molto nel qui e ora e dipingo… poi, lascio che sia la stessa vita a creare i suoi progetti».

Una curiosità prima di salutarci.
«Più che una curiosità, vorrei lasciare qui come ovunque il mio messaggio a tutti i genitori che leggeranno la mia intervista: lasciate i vostri figli fare ciò che desiderano fare per passione, lasciate che facciano del loro Dono dell’Anima con il quale nascono, il loro mestiere… nulla della loro vita altrimenti li renderà davvero felici!».

I link dell’artista

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