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Arte in continuo movimento ma che va sempre dritto al cuore

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Melania Di Luigi artista toscana, ha fatto delle sue insicurezze l’arma vincente per produrre opere emozionanti e coinvolgenti.

Ciao Melania, per chi ancora non ti conosce racconta un po’ chi sei. 
«Ciao a tutti, mi chiamo Melania Di Luigi, sono nata nel 1990 e sono un’artista toscana. Sono una persona controversa, nostalgica e piena di sfaccettature, ho vari interessi quali la lettura, la musica (Rock e Metal nello specifico), il cinema ed ovviamente l’arte. 
Sono sempre stata attratta da tutto ciò che suscita il nostro lato più passionale ed irrazionale, ecco perché anche a scuola ero del tutto negata per le materie scientifiche, ma fortunatamente compensavo con le materie creative, dando così sfogo ad il mio IO interiore. Non a caso scelsi di frequentare l’Istituto d’Arte alle scuole superiori, diplomandomi nel 2009, periodo in cui ho potuto fare conoscenza approfondita dei diversi ambiti artistici quali disegno dal vero (con sperimentazione delle varie tecniche pittoriche), manipolazione della creta e progettazione e creazioni di abiti sartoriali in quanto materia di indirizzo. Molto gratificante, se non il più rilevante, è stato lo studio della Storia dell’Arte che, comprensiva di tutte le correnti artistiche e dei suoi esponenti, mi ha dato modo di apprezzare questo mondo così potente e fragile allo stesso tempo.
Attualmente sono del tutto concentrata a farmi strada in questo ambito compiendo i passi che reputo più giusti, nella speranza di coinvolgere le persone con il mio linguaggio, ovvero le mie opere, che sicuramente sono molto più dirette di tutte le parole che posso o potrò mai pronunciare». 

Quando hai deciso di dedicarti all’arte, c’è stato un episodio scatenante? Il tuo percorso fino ad ora. 
«L’inclinazione verso il disegno è sempre stata presente, fin da quando ero bambina. La mia passione per questo mondo, come dicevo in precedenza, mi ha portata ad effettuare gli studi artistici, ma devo ammettere che il mio rapporto con l’arte non è sempre stato rose e fiori. Sono sempre stata una persona competitiva e tendente a sottovalutare molto le mie capacità perciò, nonostante amassi molto disegnare, decisi di mantenerla una passione marginale e circoscritta alle mura di casa, imbarcandomi quindi in lavori ordinari per anni. Più volte mi fu consigliato di intraprendere questo percorso in modo professionale, ma non mi sono mai sentita pronta fino al 2020, anno che in un modo o nell’altro ha segnato una svolta per ognuno di noi. Trovandomi a casa in quarantena, ho ricominciato a disegnare in modo continuativo ed alcuni miei lavori migliori sono proprio di quel periodo. Avendo tutto il tempo a disposizione mi sono fatta coinvolgere dal mio grande amore per il cinema, portandomi a creare molte illustrazioni ispirate a film e personaggi da me più amati, rendendomi così consapevole di quanto la mia vita lavorativa dovesse subire una svolta. Fu così che decisi di fare sul serio dando vita al mio profilo artistico TrulyBadSketches, aprendo il mio primo shop su Etsy per vendere le stampe dei miei lavori e proponendo la mia arte tramite mostre, eventi culturali e collaborazioni, azioni che mi hanno condotta esattamente al punto in cui sono adesso». 

Osservando il tuo profilo ci si trova in un mondo colorato ma anche in continuo mutamento, a partire dalla tecnica per passare ai soggetti e immaginiamo anche al messaggio. Parlaci di queste evoluzioni/mutazioni.
«Ho sempre pensato che avrei mantenuto uno stile specifico, essendo io una persona molto attaccata alle radici che difficilmente si espone al rischio ed al cambiamento, ma effettivamente mi trovo a realizzare di quanto invece sia riuscita a mutare nel corso di questi ultimi anni, personalmente ed artisticamente. Ho iniziato creando scene e personaggi di film totalmente a matita, tecnica alla quale sono sicuramente più affine fin dai tempi della scuola, per ritrovarmi ora a familiarizzare con diverse tecniche e soprattutto con opere del tutto originali. Il mutamento è nato semplicemente dal bisogno di esprimere ciò che sento nel profondo, cosa che nei lavori precedenti emergeva meno in quanto sì, elaboravo sicuramente un soggetto con il mio stile, ma comunque ricopiando scene e volti già esistenti. Niente che fosse realmente personale, seppur visto attraverso i miei occhi, quindi sentivo sempre di non dare realmente il mio contributo a chi guardava, che non uscisse fuori la mia anima e penso che il ruolo dell’artista debba essere questo. Spogliata quindi di tutte le paure avute finora, ho deciso di buttarmi e cominciare a creare opere del tutto mie, aprendomi così anche a dimensioni e stili diversi». 

Alla luce della risposta precedente, in questo periodo, cosa ti piace realizzare e con quale tecnica, e soprattutto come nascono le tue opere. 
«All’inizio di questa nuova fase ho cominciato realizzando opere con matite ed acquerello privilegiando, nell’andare avanti, i colori ad olio e gli acrilici, con i quali attualmente ho più confidenza. Mi sono anche aperta a dimensioni più grandi, cosa che con i lavori precedenti non facevo, decisione sicuramente proporzionata al bisogno di fare arrivare il mio messaggio, messaggio che non sempre è chiaro anche a me, ma che in un modo o nell’altro esce e si imprime su carta o su tela. Ad ispirarmi sono sicuramente le emozioni provate nelle diverse situazioni che la vita mi porta affrontare, nella speranza di riuscire a dare conforto a chi sta provando le stesse cose, belle o brutte che siano. 
Se sento che un particolare sentimento ha bisogno di uscire, prendo subito carta e penna e butto giù uno schizzo, faccio una ricerca approfondita di immagini che possano essere adatte a trasmettere quel messaggio e comincio a studiarne la composizione. Molte volte la scelta della tecnica deriva proprio da questo studio preparatorio, vedere il soggetto su carta mi aiuta ad ampliare e capire la visione definitiva dell’opera e quindi definirne anche lo stile ed i colori, altre volte invece l’idea è molto chiara fin da subito». 

C’è una tua opera a cui sei più legata? 
«Se posso permettermi una licenza artistica ne citerei due. 
La prima fa parte dei lavori ispirati al cinema eseguiti tra il 2020 ed il 2023, per l’esattezza è la prima in assoluto che ho fatto in quarantena, raffigurante la famosa lap dance di Butterfly in Grindhouse – Deathproof, uno dei capolavori indiscussi del maestro Quentin Tarantino. Quest’ opera, oltre ad amarla a livello estetico, è molto importante per il ruolo che ha avuto, perché ha dato il via a questa svolta artistica di cui faccio ancora parte. 
La seconda è “Rotta“, facente parte della nuova collezione di opere originali, che ho subito portato nel cuore in quanto rappresentativa del mio attuale stato d’animo. Estremamente personale, forse fin troppo, ma così importante proprio per la sua incisività ed oscura schiettezza». 

Fino al 20 maggio è possibile ammirare le tue opere in esposizione al Ğené di Milano con la mostra “Pulp Art, il fascino di Tarantino”, cosa racconta per te questa mostra, come è stata organizzarla e cosa ti porti nel cuore. 
«Fra le varie esposizioni, ho avuto il piacere di collaborare con il Ğené di Milano e con voi di Altro Spazio D’arte, che ringrazio nuovamente, creando Pulp Art, il fascino di Tarantino”. Quentin Tarantino è decisamente il mio regista preferito, era perciò inevitabile che le prime opere da me realizzate fossero ispirate ad i suoi capolavori cinematografici. Con Elisabetta, organizzatrice delle mostre all’interno del suo locale, abbiamo avuto modo di studiare l’esposizione e, notando la mia selezione tarantiniana, è stato subito chiaro che la mostra dovesse essere costruita su questa forte passione. 
Nasce così Pulp Art e ciò che ho davvero apprezzato è stata la ricerca e la cura con cui tutto è stato organizzato, a differenza delle tante esposizioni che molte volte nei locali servono solo ad arredare le pareti. In questo caso è stata una mostra studiata ed organizzata in modo tale da renderla significativa e non fine a se stessa. Sono molto contenta che le mie opere siano lì esposte ed invito tutti a fare un salto al Ğené per scoprire di cosa parlo». 

Realizzi opere su commissione? se sì, come funziona. 
«Sì, realizzo commissioni a seconda del periodo e l’affluenza lavorativa, quindi invito chiunque a contattarmi sempre prima per sapere se sono aperte o meno. Attualmente le mie commissioni riguardano disegni realizzati A MATITA, quali ritratti in primo piano (persone o animali) o in alternativa scene e personaggi di film da voi preferiti, probabilmente più avanti questo aspetto cambierà e le commissioni saranno opere di tutt’altro genere, ma per ora continuano ad essere di questa entità. 
Parto da una misura A4 per arrivare ad un foglio massimo di 35x50cm. Consiglio a tutti di vedere i video fissati sul mio profilo Instagram contenenti le informazioni dettagliate riguardo le commissioni o a scrivermi in DM per qualsiasi dubbio in modo da poterne ragionare insieme». 

Una curiosità prima di lasciarci. 
«Noto che non ho rivolto molta attenzione al significato del mio nome d’arte TRULYBADSKETCHES, benché molto importante per me, così recupero qui per spiegarvi da dove esce fuori. Come accennavo fra le prime risposte, la decisione di intraprendere seriamente questo percorso non è stata immediata. Sono sempre stata insicura riguardo le mie abilità, perciò specialmente nell’arte tendevo molto a sminuirmi, concentrandomi sempre e solo su chi era migliore di me. Purtroppo questa convinzione ha tarpato le ali alla mia aspirazione ed anche quando nel 2020 mi sono aperta all’idea di renderlo un lavoro i dubbi non sono di certo mancati. Nel confrontarmi con mio fratello su questo argomento sono uscite fuori tutte le insicurezze che nuovamente mi impedivano di evolvere, prima fra tutte la paura del giudizio e del fatto che una volta esposta chiunque avrebbe potuto puntare il dito e criticare. Nel ragionare di questo, mio fratello se ne uscì dicendomi: “Mela, se proprio credi che i tuoi disegni non siano così belli, chiamati TrulyBadSketches, così se qualcuno osa dirti qualcosa puoi rispondergli ehi, lo so già, guarda come mi chiamo!”. 
Scattò una risata da parte di entrambi ed io mi affezionai subito a quel nome al quale sentivo di appartenere così tanto. Ovviamente non mi trovo più in quel punto ed ho imparato a riconoscere le mie qualità, complici sicuramente i molti apprezzamenti, ma ho voluto tenerlo perché il mio animo da TrulyBadSketches è sempre li dentro di me a ricordarmi che non possiamo essere perfetti e che dobbiamo voler bene anche ai limiti che sentiamo di avere, in modo che non diventino un ostacolo, bensì uno strumento per accettare noi stessi per quello che siamo».
In copertina: BASTARDI SENZA GLORIA

I link dell’artista

Guarda il video che le abbiamo dedicato

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