Valeria Marmaglio, una bravissima fotografa che ama stupire chi osserva i suoi scatti attraverso delle vere e proprie magie.
Breve presentazione e perché hai scelto la fotografia come strumento di espressione.
«Mi chiamo Valeria Marmaglio, mi sono avvicinata alla fotografia durante gli studi accademici, sono curiosa, in cerca di qualcosa di nuovo e visibilmente stimolante, mi piace scrivere da sempre e ho trovato nella fotografia un potente mezzo con cui esprimermi. Mi accorgo che la mia passione per la fotografia sboccia durante gli studi in Accademia: iscritta ad un corso di Pittura, capisco che sono attirata da corsi complementari come fotografia e cinema, così approfondisco e non ne posso più fare a meno».
Raccontaci il tuo percorso artistico.
«Dopo il liceo artistico, mi iscrivo all’Accademia di Belle Arti di Brera, scoprendo che la fotografia è il mezzo migliore e a me più consono per esprimermi, per esplorare, per inventare. In seguito a varie vicissitudini, per le quali interrompo anche la frequentazione accademica, faccio vari lavori e contemporaneamente inizio a frequentare vari corsi di fotografia analogica, tecnica e storia della fotografia e un corso Biennale di fotografia e marketing. Durante questo periodo faccio anche da assistente ad alcuni fotografi, mi dedico al ritratto e scopro che la fotografia diventa una necessità».
Come descriveresti il tuo stile?
«Adoro conoscere e ritrarre persone, inventare e cucire storie insieme a loro. Prendo stimoli da tutto ciò che mi circonda, cinema, storie e altre forme d’arte; spesso finisco nel surreale, nello stra-ordinario, probabilmente perché il mio sentire non sempre trova spazio nel reale e ho la necessità d’inventare altro, di creare».
Osservando i tuoi scatti ci è capitato di incontrare donne che fluttuano nell’aria… Ovviamente non puoi svelarci i tuoi trucchi, ma puoi dirci come realizzi i tuoi scatti?
«Le mie fotografie nascono spesso da ispirazioni e curiosità. Prima di uno scatto, disegno o schizzo quasi sempre ciò che ho in mente, lasciando comunque spazio all’improvvisazione poi in fase di esecuzione. Per me è come inventare una storia, che prende forme diverse durante la sua narrazione. Far volare le persone è come realizzare, ogni volta, una piccola magia: gli oggetti che ci sono in fotografia sono presenti durante lo scatto, non vengono aggiunti in post, ma sono reali, qualche volta costruiti da me, e posizionati in scena. Pur sapendo la storia che voglio raccontare, è sempre magico e incredibile come essa si sviluppi, prendendo a volte dei risvolti inaspettati».
Tra le tue esperienze artistico/lavorative ce n’è una in particolare che ti ha dato maggior soddisfazione?
«Ogni esperienza è speciale perché ogni volta è diverso ed ogni volta, scoprendo qualcosa degli altri, scopro inevitabilmente qualcosa di me. Uno dei lavori che più mi ha gratificata a livello personale è stato “Matrioska”, un lavoro sulle drag queen e sulla metamorfosi. Un mondo a me quasi sconosciuto che avevo il desiderio di esplorare, di approfondire. E’ stato molto bello vivere con loro la trasformazione, conoscere le loro storie».
Cosa vuol dire per te essere una fotografa oggi?
«Il fotografo ha a disposizione la grande magia di poter fermare e raccontare il tempo, per sua natura intangibile. Oggi questa magia può essere utilizzata per raccontare storie, inventarne, dare voce e visione a realtà diverse, stupire e interrogare gli altri. Per me la fotografia è studio, ricerca, relazione, è approfondimento di altro da me e allo stesso tempo ricerca di me».
Qual è il tuo messaggio artistico?
«Mi piace l’idea di stravolgere per un attimo il pensiero delle persone, volgerlo altrove, riuscire a stupire, incuriosire, portare le persone a riflettere, ma soprattutto ad evadere, a uscire dagli schemi, a vedere nuove possibilità. La fotografia per me è porsi delle domande, ma spesso è lasciar andare».
Stai lavorando a qualche progetto in particolare?
«Ho in testa un lavoro sul corpo e sulla bellezza non canonica e mi piacerebbe svilupparne uno sulla sessualità in età avanzata.
Sto per aprire uno studio fotografico che spero diventi al più presto uno spazio dove sperimentare».
Per concludere, hai qualche curiosità da raccontarci?
«Mi piace moltissimo far volare le persone in fotografia, ma quando si tratta di volare davvero, ho un paura terribile. Mi piace camminare, anche per giorni, lungo percorsi e sentieri e mi piacciono i non luoghi, come ad esempio le stazioni, luoghi di transito in cui osservare la gente e pensare. Sogno tantissimo, soprattutto ad occhi aperti. Mi piace scrivere da sempre, parlare di arte e artisti, libri, curiosità, storielle e poesie. Ho un blog che si chiama “A me gli occhi, please” ( https://www.facebook.com/A-me-gli-occhi-please-1092851484132581/)»
Scopri il video dedicato all’artista