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«Attraverso i miei disegni, cerco di parlare di donne forti, sensuali e sicure di sè»

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Francesca Rocco in arte Franzie è una disegnatrice che ama raccontare le donne, anche attraverso l’uso dell’eros. Le sue illustrazioni inizialmente sono realizzate a mano per poi passare alla tecnica del digitale.

Ciao Francesca, raccontaci chi sei e da quando hai iniziato a fare illustrazioni.
«Mi chiamo Francesca Rocco, in arte FRANZIE, classe 79. Ho sempre disegnato fin da piccola, ma ho intrapreso un percorso scolastico che non aveva nulla a che fare con l’arte (sono diplomata in Ragioneria e laureata in Scienze Politiche), ho abbandonato le matite per molti anni, finchè nel 2004 non ho deciso di frequentare una Scuola di Fumetto».

Quali sono state le difficoltà iniziali.
«È stata dura perchè partivo praticamente da zero, ho dovuto studiare anatomia, prospettiva e basi del disegno… oltretutto ero la più vecchia del corso e mi sentivo un po’ fuori luogo, ma non mi sono lasciata abbattere dalla situazione».

Hai dei modelli artistici a cui ti sei ispirata?
«La grande ispirazione deriva da Manara, poi a scuola ho avuto modo di avere insegnanti straordinari come Pasquale Qualano e Luca Maresca, disegnatori Marvel e Bonelli, che, oltre alle tecniche, mi hanno trasmesso la passione con cui svolgono questo mestiere».

Raccontaci come prendono vita le tue opere e quali soggetti prediligi raffigurare.
«Lavoro molto su commissione (anche ritratti e caricature), quindi di norma sono i miei clienti a suggerire il tema dell’illustrazione ma spesso lasciano a me la piena libertà di realizzazione. Per quanto riguarda altri lavori, spesso traggo ispirazione da foto artistiche e/o erotiche. I soggetti che raffigura maggiormente sono le donne. Attraverso i miei disegni, cerco di parlare di donne forti e volitive, sensuali e sicure di sè. Come tecnica posso dire che mi sono approcciata al digitale solo da un annetto, fino a quel momento ho sempre lavorato con metodi tradizionali. Attualmente, sono solita preparare bozzetti e layout a mano e poi lavorare in digitale per la colorazione, in quanto mi consente di sperimentare molto».

Nelle tue opere spesso troviamo il tema dell’eros, raccontaci qual è la tua esperienza d’artista con questo argomento e come ci sei arrivata.
«È stata una casualità. Mi è sempre piaciuto ritrarre i volti. Volti di donna. Poi sono passata alle Pin up. È stato come un gioco. Mi piaceva disegnarle. Con il tempo ho iniziato a vendere alcuni miei disegni e le prime commissioni. Ma c’è differenza tra erotismo e porno. C’è chi dice “Io disegno eros”, e poi vedi solo tette e culi. Per me sono persone che non hanno capito l’essenza dell’erotismo. La sfida sta nel capire anche cosa NON disegnare.
Come autrice, a volte mi devo scontrare con la censura dei social che vuole nascondere anche i capezzoli, come donna a volte devo subire le attenzioni non gradite di qualcuno che non si limita ad apprezzare i disegni. Ma questa è la strada che ho scelto e non ho alcuna intenzione di lasciarmi limitare».

Quindi com’è il tuo rapporto con i social.
«Sono una che usa molto i social per auto-promuoversi, curo le mie pagine e sono solita anche chiacchierare molto con i miei clienti, lo trovo un modo per capire i loro gusti in modo da poterli accontentare nelle commission».

Come va con i “colleghi” artisti.
«Come in tutti gli ambienti lavorativi, ci possono essere invidie e gelosie, io personalmente mi ritengo fortunata perchè ho avuto l’opportunità di conoscere grandi professionisti e diventare anche amica di alcuni. Ma soprattutto non mi ritengo assolutamente una collega, mi metto sempre su uno scalino inferiore perchè ho tanto da imparare ancora».

Tra le tue pubblicazioni ci sono tre autoproduzioni, ce ne parli?
«Sì, fino ad oggi ho autoprodotto tre artbook. Il primo nel 2019, “Girl on Fire”: racchiude i miei modelli di donna o, come le chiamo io, “le mie gnocche”. Timide, spavalde, ritrose, sensuali; c’è chi seduce con lo sguardo, chi con la dolcezza. Diverse sfumature, insomma, dalla più sfacciata alla più timida. Quest’anno ho prodotto altri due artbook: “Red Lights” e “Secret Window”, quest’ultimo mi piace intenderlo come una finestra ideale dove il “guardone di turno” si affaccia per poter vedere quello che succede nelle camere da letto. Ma è un voyeurismo giocoso. La morbosità non mi piace. Rispetto al primo artbook, i successivi guardano di più al rapporto di coppia e giocano sui dettagli e i colori. Per il 2022, ho realizzato anche un calendario artistico, dove ogni mese è una Pin up che rappresenta un segno zodiacale».

Per chi vuole conoscere meglio il tuo lavoro…
«Chi vuole, può seguirmi su Fb al profilo personale Francesca Rocco oppure su Ig all’account @franzie_art_79».

I link dell’artista

Scopri il video che le abbiamo dedicato

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