Nathan Benedict è un surreal artist, per lui è importante l’ambito spirituale ed esoterico e spesso le sue sue opere sono il frutto di visioni avute durante la meditazione.
Che tipo di stile usi e perché.
«Il mio stile ha subito mutamenti negli anni, ho cominciato con uno stile comico fumettistico, arrivando allo stile semirealistico che ho adesso. I miei primi disegni erano quasi sempre a matita, in bianco e nero, basati sul tratto semplice. Adesso uso molto di più i colori e le forme. Il mio stile è diventato più realistico alla ricerca di un maggiore impatto visivo, nel tentativo di colpire l’occhio dell’osservatore, cercando di essere il più fedele possibile alla visione che si manifesta dentro la mia mente».
Come nascono le tue opere.
«Ho passato anni prendendo ispirazione principalmente dai miei sogni. Fin da piccolo il mondo del subconscio mi ha sempre affascinato. Una delle mie più grandi ispirazioni è appunto Salvador Dalì, che a sua volta prendeva ispirazione dal mondo onirico. Ho sempre tenuto un diario dei sogni sul comodino, pronto ad annotare tutto ciò che poteva diventare un soggetto interessante. Col tempo ho compiuto ricerche in ambito spirituale ed esoterico, che mi hanno portato alla scoperta della meditazione e delle esperienze extracorporee. Adesso per cercare ispirazione mi affido alla meditazione, che mi aiuta a scindere l’anima dal corpo e raggiungere il piano astrale. Tramite questo procedimento, riesco a ottenere visioni di mondi alieni, incredibili e affascinanti. Queste visioni sono persino più vivide dei sogni, rendendo il processo creativo ancora più facile. Un’altra grande fonte di ispirazione sono le reti neurali (es. Artbreeder) che hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni, e possono oggi produrre vere e proprie opere d’arte digitali, create interamente da programmi tramite l’intelligenza artificiale. I risultati ottenuti possono essere impressionanti, e ricordare le visioni comunemente ottenibili tramite sostanze allucinogene».
C’è un’opera a cui sei più legato?
«Faccio fatica a scegliere un’opera in particolare, ma forse queste due opere meritano un posto più alto per me: “Door guardian” e “Portal valley” (immagine di copertina).
Trovo che rappresentino il consolidamento del mio più recente stile artistico e il soggetto è stato per me uno dei momenti più emozionanti fra i miei primi viaggi astrali. Catalizzatore di molte rivelazioni mistiche e esistenziali».
Qual è il tuo messaggio artistico.
«Spero tramite la mia arte di incuriosire e stupire l’osservatore. Rappresentando mondi onirici, assurdi, esoterici e spesso privi di senso logico o comuni punti di riferimento, spero di poter scardinare le comuni associazioni mentali, mettendo in soggezione l’osservatore, riportandolo a uno stato mentale simile a quello di quando era bambino, quando vedeva qualcosa per la prima volta. Secondo me ogni forma, ricontestualizzata, rimossa dal mondo fisico e dalla logica di causa ed effetto, può diventare fonte di ispirazione e portare a un’esperienza di riscoperta del banale, di ciò che appare ovvio e comune, elevandolo sul campo spirituale».
Cosa non deve mai mancare mentre lavori? e nelle tue opere?
«Mentre lavoro una cosa che non può mai mancare è una buona musica di accompagnamento. Solitamente ascolto musica dark ambient, spesso anche durante la meditazione. Una cosa che non può mai mancare nei miei disegni è qualche riferimento ai miei studi esoterici o un piccolo dettaglio ispirato alla generazione casuale di immagini di una rete neurale».
Stai lavorando a qualche progetto in particolare?
«Ho cominciato da poco un progetto per creare un mazzo di carte dei tarocchi ispirato alle mie illustrazioni».
Prima di lasciarci…
«Ognuno dei miei disegni racchiude una piccola parte di me, una rivelazione che ho ricevuto durante la meditazione, qualche sentimento represso nel profondo che cerca di riemergere, o un frammento di un sogno. Spero che la gente possa apprezzare le mie opere e provare almeno parte delle emozioni racchiuse in esse. Voglio poter ispirare anche altri artisti, o chiunque, a provare la meditazione come metodo di ispirazione, oltre che come strumento per la pace mentale, ritrovare se stessi e crescere spiritualmente».
I link dell’artista
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