Salvatore Bua è un pittore e disegnatore. La sua mano versatile sulle tecniche gli permette di essere un artista dalle mille sfumature. Di Modigliani ama lo stile e il pensiero.
Breve presentazione.
«Mi chiamo Salvatore Bua, ho 30 anni e vivo a Santa Tecla, un paesino che si affaccia sul mare. Ho studiato arte alle scuole superiori, concentrandomi soprattutto sul restauro del legno. Terminato questo percorso ne ho cominciato un altro all’Accademia Nike, dove ho avuto modo di specializzarmi in Restauro e Beni culturali».
Quando hai capito che volevi essere un artista?
«Ho capito di voler essere un artista quando ero ancora un bambino: avevo solo 8 anni. In verità, ai tempi non sapevo e ne capivo cosa significasse davvero essere un artista, ma grazie a mia madre riuscii a scoprire l’arte, ad avvicinarmi e ad immergermi in essa. A lei devo tutto: mi fece seguire da un insegnante e lì capii che dipingere mi rendeva vivo, libero».
Che tipo di opere realizzi e con quali tecniche?
«Mi reputo parecchio versatile: spazio dalla matita ai colori ad olio, dall’acrilico, dall’acquerello fino ad arrivare alla scultura. Sicuramente nel mio cuore c’è un posto speciale riservato alla matita e alla spatola. Quando dipingo lo faccio di getto, in modo da poter sprigionare tutte le emozioni che sento dentro».
Come descriveresti il tuo stile?
«Il mio stile segue più la linea classica. Sono davvero poche le opere che si allontanano da quella visione per abbracciarne un’altra: ce ne sono, è vero, ma niente mi appaga più della visione classica».
Che soggetti prediligi raffigurare?
«Amo dipingere un po’ di tutto. Sono ispirato dalle figure femminili, per questo ne ritraggo i nudi. Poi spesso metto su tela gli spazi immensi che mi offre la natura. Mi piace accostare il mondo femminile con quello dei paesaggi. La loro unione è per me l’esaltazione del concetto di bellezza».
Cosa ti aiuta a trovare l’ispirazione?
«Sicuramente la musica è una grandissima fonte d’ispirazione. Mi rivedo tanto negli “artisti maledetti”: liberi, hanno affrontato la vita in maniera del tutto diversa rispetto alle persone “comuni”. Io spesso fumo cannabis mentre dipingo: riesce a disinibirmi, ogni mio gesto diventa più naturale, tutto viene fuori di getto e mi sento estremamente libero. Riesco a spezzare l’equilibrio della libertà».
Qual è il tuo messaggio artistico?
«Per la maggior parte delle persone è difficile scorgere la bellezza insita nell’arte. Per cui, tramite i miei lavori, vorrei poter donare alla gente, occhi nuovi con cui interpretare ogni forma d’arte e scoprire quanta bellezza, in fondo, ci sia attorno a noi».
C’è un libro, un film o una canzone che ha influenzato o influenza la tua arte?
«“Sleeping at night” è la canzone che più di tutte mi consente di fluttuare nel mio mondo artistico. Un film che mi è rimasto dentro e che mi aiuta a concentrarmi è “I colori dell’anima”. La visione di Modigliani e dell’aria che si respirava in quel periodo in Francia mi incuriosisce, mi affascina talmente tanto che è difficile per me esprimerlo a parole. Tra l’altro è pure il mio artista preferito».
Quale colore non deve mai mancare nella tua tavolozza?
«Il rosso, sicuramente. Rappresenta la passione, lo sforzo ossessivo della continua ricerca della bellezza. È, per me, il Colore».
C’è qualche progetto in particolare a cui stai lavorando o vorresti realizzare?
«C’è in cantiere la realizzazione della mia personale mostra di pittura. Verrà esposto tutto il mio percorso artistico a cominciare dai primissimi disegni all’età di 7 anni, un anno prima del mio effettivo ingresso nel mondo dell’arte. E poi si arriverà alle opere più recenti. Insomma: verrà mostrata la mia evoluzione artistica».
Una curiosità prima di lasciarci.
«Modigliani diceva che dipingere una donna è come possederla; il futuro dell’arte stava nel volto di una donna, e dipingeva gli occhi solo quando ne conosceva l’anima. Sono sempre stato attirato da questa visione profonda. È come se l’arte esistesse solo nell’anima di una donna. L’aspetto più assurdo è che, ancor prima che conoscessi la visione di Modigliani, io seguivo già questa linea». Non riesco bene a spiegarlo, ma è come se fossi collegato da sempre a questo pensiero, come se ci fosse un filo che ci unisce. O perlomeno, mi piace pensarla così.
Link dell’artista
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