Antonio Giugliano è un disegnatore dallo stile iperrealista. Ama l’arte in tutte le sue forme e realizza ritratti realistici che hanno per soggetto principalmente i bambini.
Breve presentazione.
«Sono Antonio Giugliano, ho 29 anni e vivo a Napoli, città d’arte a cielo aperto. Mi sono diplomato presso l’Istituto Artistico Caravaggio, specializzazione in grafica e titolo di Maestro d’arte. Ho conseguito anche un Diploma accademico in Scenografia del Teatro all’Accademia di Belle Arti di Napoli e studio scenografia per cinema e TV. Amo l’arte in ogni forma».
Quando hai capito che l’arte era la tua strada.
«Fin da bambino ho sempre disegnato, ricordo che i mie regali preferiti erano quelli che avevano a che fare con l’arte. Questo amore poi è cresciuto sempre di più nel tempo».
Tu realizzi opere iperrealiste, come mai questa scelta.
«Ho provato diversi stili, che tutt’ora sperimento, amo l’arte in ogni forma, scultura, pittura, fotografia, video, disegno 3d etc. Ad oggi prediligo come stile artistico i ritratti realistici. Di solito lavoro in bianco e nero e vorrei affinare la mia tecnica in ogni stile, ma soprattutto migliorare nelle opere iperrealiste».
Quali soggetti raffiguri principalmente?
«Spesso disegno volti di bambini di ogni nazione con occhi grandi, espressivi… occhi che vogliono raccontare una storia».
Come definiresti il tuo stile?
«Bella domanda. Direi che il mio stile è in continua evoluzione».
Come nascono le tue opere.
«Alcune delle mie opere nascono per caso, altre dalle emozioni provate in determinati periodi, cerco di concentrarle tutte negli occhi dei mie ritratti, e credo che soprattutto i bambini che hanno vissuto un dolore o cose belle glielo leggi negli occhi, ciò è possibile con i ritratti iperrealistici».
L’opera a cui hai dedicato più tempo?
«L’opera a cui ho dedicato più tempo è ancora incompiuta».
Cosa non deve mai mancare sul tuo tavolo da lavoro.
«Quando realizzo un’opera il mio piccolo laboratorio è fondamentale, isolarmi, prendere spunto dal caos che ho intorno, oggetti artistici di ispirazione appoggiati ovunque, quadri appesi in ogni pezzettino della parete. E il mio tavolo da lavoro è sempre in disordine tra matite, pennelli, grafite in polvere, sfumini».
Qual è il tuo messaggio artistico?
«Non saprei, sono una persona molto empatica, lavoro solo tramite le mie emozioni, e a volte sono emozioni che accomunano molte altre persone che guardano l’opera, come dicevo prima tramite gli occhi dei bambini che raccontano una storia a volte una storia di razzismo, guerra, fame».
Una curiosità prima di lasciarci.
«Disegno spesso di notte, con la musica e un buon bicchiere di vino. Credo che l’arte possa migliorare la vita di molte persone».
I link dell’artista
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