Miriana Minichiello è un’artista che ha ritrovato la sua strada artistica dopo un periodo di distacco e il suo sogno è creare una graphic novel per raccontare un difficile momento della sua vita a causa di problemi di salute.
Breve presentazione.
«Ciao, sono Miriana Minichiello, ho 24 anni e vivo a Roma. Sono di origini campane e vengo da un piccolo paesino, Melito Irpino, in provincia di Avellino. I miei studi non hanno una base artistica, infatti ho preso il diploma in lingue per poi trasferirmi a Roma, dove ho frequentato la SRF (Scuola Roma del Fumetto). Il mio percorso qui si è suddiviso in un triennio di disegno e tecnica del fumetto e un quarto anno specialistico in Graphic Novel».
Quando hai deciso di dedicarti all’arte?
«Non si può parlare di “decisione” perché l’arte è sempre stata parte di me. Da piccola ricordo che accantonavo tutti i miei giochi e passavo ore e ore tra quaderni, fogli e colori, prendendo delle immagini e cercando di replicarle nel modo più preciso possibile. Crescendo, poi, ho trascurato a malincuore il disegno non dedicandogli più il tempo necessario. Dopo il diploma, però, sentivo, che in qualche modo non ero soddisfatta, ciò per cui avevo studiato non gratificava ciò che in realtà provavo e volevo esprimere, non era ciò per cui ero portata. La vera me doveva uscir fuori attraverso le capacità e le doti che mi erano state donate. Decisi a quel punto di voler dare sfogo all’unica cosa che faceva parte di me, l’arte, il disegno, il bisogno che avevo di raccontare tramite il mio unico mezzo di espressione. La SRF mi è stata molto di aiuto perché mi ha dato le nozioni base che da autodidatta non avevo ancora appreso, mi ha fatto immergere sempre di più in quel mondo, anzi nel mio mondo, perché in tutta sincerità non riuscirei a immaginare il mio futuro senza l’arte».
Che tipo di tecnica usi per le tue opere?
«La mia passione è sempre stata quella del disegno manuale, il voler sentire sotto le mie mani tutti i materiali che utilizzo, lo sporcare e il pasticciarmi pur di ottenere il risultato che ho in mente. La china e gli acrilici sono ciò che uso principalmente. Da qualche anno, però, ho iniziato anche a conoscere il disegno digitale, a cui mi sto dedicando particolarmente, imparando da sola ad utilizzare alcuni programmi. Qui non mi piace parlare di una vera e propria tecnica, ma cerco di sfruttare le stesse conoscenze che ho del disegno manuale».
Descrivi il tuo stile con tre aggettivi.
«Da premettere che non ho etichettato con un nome ben definito il mio stile, ma le parole che non devono mancare e sono sicura ne facciano parte quando si guarda un mio disegno sono: stilizzato, contemporaneo ed espressivo».
Tu realizzi dei ritratti “moderni”, ce ne parli?
«Per ogni mio disegno mi piace prendere una foto, maggiormente foto di persone e crearne poi un ritratto mettendoci sempre qualcosa di innovativo. Mi piace aggiungere a ogni figura che disegno uno sfondo astratto o elementi che diano vita a un’illustrazione che rappresenti scene di vita giornaliere, un vissuto e argomenti dati per scontato. Disegno anche loghi e tatuaggi in stile moderno, minimalista e stilizzato, cercando di creare qualcosa di diverso, qualcosa di unico per ognuno. Non manca nella mia lista il termine fumetto, disegno e racconto anche brevi storie con vignette e dialoghi. Ho creato, infatti, una pagina instagram dove è possibile richiedere disegni per ogni eventualità, bisogno e anche semplicemente per fare un regalo diverso dal solito. Ovviamente ogni mio disegno deve basarsi su ciò che il cliente mi chiede, quindi adatto il mio stile e il soggetto da ritrarre alle sue richieste e alle sue proposte. Vi invito a visitare la mia pagina _art_miriana e a scrivermi per qualsiasi informazione».
Da cosa trai ispirazione quando crei e come prendono vita le tue opere?
«Beh, questa domanda si collega perfettamente a quella precedente. Partendo sempre da una foto da cui ritrarre, modifico il disegno in base a ciò che ogni soggetto mi suscita. Guardando la persona da rappresentare subito riesco a immaginare e a collegare un simbolo, un argomento o anche un semplice astrattismo da abbinargli. Questo avviene nel momento in cui non ci sono richieste precise, se invece il cliente ha un desiderio particolare, come già detto prima, creo qualcosa con quelle specifiche esigenze pensando sempre a qualcosa di unico».
Cosa non deve mai mancare sul tuo tavolo da lavoro?
«Oltre alla materia prima, iPad o china in base alla tipologia di disegno, ciò che non deve mai mancare è la fantasia. Non c’è peggior cosa per un artista di rimanere davanti a un foglio bianco senza essere ispirato da nulla».
Qual è il tuo messaggio artistico?
«C’è una frase di Paul Klee che non perdo mai occasione di citare e di far conoscere “L’arte non rappresenta il visibile, ma l’invisibile che si cela nel visibile”. Tutto ciò che ci circonda possiede un significato più profondo rispetto a quello che riusciamo a vedere, un qualcosa che viene quasi sempre ignorato o non capito. Il compito e la bravura di ogni singolo artista deve consistere proprio in questo, far conoscere tutto ciò che c’è di nascosto dietro al superficiale, rendere visibile agli occhi tutto quello che non ci si aspetta e elevare la mente a guardare oltre».
Qualche curiosità prima di lasciarci?
«Alcuni anni fa, dopo il diploma, ho passato un periodo abbastanza difficile a livello di salute, una situazione problematica di cui non si parla spesso e che viene sottovalutata. Fortunatamente sono riuscita a superarlo grazie alle mie forze e all’aiuto della mia famiglia. Proprio in quel momento ho capito di dover riprendere in mano la strada che mi era stata indicata da sempre e quello che mi è successo mi ha dato l’entusiasmo e la determinazione per portare avanti la mia passione del disegno. Uno dei miei progetti futuri e al quale aspiro è quello di poter pubblicare una graphic novel su quel periodo, in cui raccontare e parlare di un argomento che oggi viene dato per scontato e che io ho vissuto in prima persona».
Scopri il video dedicato all’artista