Emanuele Caponera è un disegnatore e fumettista influenzato da diversi artisti e autori del fumetto erotico e fantascientifico.
Breve presentazione.
«Mi chiamo Emanuele Caponera, vivo in un paese dei castelli romani e, come moltissimi altri artisti, disegno da che ho memoria. Ho frequentato il liceo artistico di Latina e dopo il diploma ho frequentato per un paio di anni l’Accademia dell’Arte della Medaglia a Roma».
Come e quando hai deciso di dedicarti all’arte?
«Come già detto, amo disegnare da quando sono piccolo. Ho questo vago ricordo dell’asilo, dove mi accingevo a disegnare un castello coi cavalieri e riuscivo a rappresentare lo spessore dei corpi dei personaggi anziché farli con le classiche stanghette. Questa cosa sorprendeva i miei compagni e le suore che gestivano la struttura. La mia passione ha cominciato a rafforzarsi verso i dieci anni, con la scoperta dei fumetti. Tra scuole medie e superiori alternavo l’amore per l’arte classica a quello per il fumetto e l’illustrazione. Questi due ultimi col tempo hanno avuto il sopravvento».
Come descriveresti il tuo stile?
«Non so ben definire il mio stile. Probabilmente in modo inconscio sono stato influenzato da una serie di autori nel corso degli anni. Una cosa che non ho mai fatto è copiare di sana pianta un autore nello specifico. Ho amato diversi disegnatori di Dylan Dog, la mia prima grande passione. Poi ho amato i grandi autori del fumetto erotico e fantascientifico, come Manara, Serpieri, Moebius, Bilal, Liberatore e molti altri. Negli anni ‘90 scoprii anche i manga, con Otomo, Miura, Toriyama, Miyazaki e via dicendo».
Come nascono i tuoi personaggi?
«Non che ne abbia fatti nascere molti. In realtà ho pubblicato qualche storia a fumetti di stampo erotico nel 2008 per una casa editrice romana che adesso non c’è più, e qualcosa ho pubblicato recentemente con il mio collettivo, ma sempre su sceneggiatura di un altro autore. Sono a lavoro su un progetto personale di cui non posso ancora parlare, che avrà come protagonista una pseudo strega di nome Salomè. I miei personaggi non sono molto studiati, piuttosto nascono da un’esigenza radicata nel profondo. Sentivo il bisogno di creare quel personaggio, Salomè, perché amo un certo tipo di donna forte ed emancipata, che abbia la libertà di essere se stessa senza filtri o convenzioni. Amo quel genere di donna perché secondo il mio parere, custodisce il potenziale dell’essere perfetto; la sensibilità, il modo di fare le cose, la bellezza del corpo senza la costrizione di dover essere “femminile” a tutti i costi».
Che destinazione trovano le tue opere?
«Per il momento le mie produzioni trovano spazio sui social Instagram e Facebook e sono tutte opere per un pubblico dai 16 in su. Invece per quel progetto di cui ti parlavo, ho l’interesse di un editore».
Quale personaggio di fantasia avresti voluto inventare?
«Te ne dico alcuni ma sono moltissimi: Dylan Dog, Son Goku e Druuna per quanto riguarda i fumetti. Per la letteratura: Sherlock Holmes, Dracula e Harry Potter. Nel cinema direi Rocky, tutti i personaggi che ha interpretato Bruce Lee, Furiosa di Mad Max e Mulder e Scully di X-files. Mi fermo altrimenti ciao core».
Cosa non deve mai mancare sul tuo tavolo da lavoro?
«Da parecchio tempo uso supporti digitali per disegnare. Quindi computer, Photoshop e tavola grafica o ipad con apple pencil. Sento il bisogno di tornare alla carta e alla china, presto o tardi lo farò».
Qual è il tuo messaggio artistico?
«Non credo di avere un qualche messaggio profondo da esprimere. Mi piace fantasticare e creare mondi in cui muovere personaggi assurdi».
Per concludere… hai una curiosità da raccontarci?
«Vediamo un po’, una curiosità potrebbe essere il fatto che sono autodidatta. Ho quasi quaranta anni, gli autodidatti in genere arrivano dopo, sono più lenti. Sì, ho studiato al liceo artistico ma non ho imparato lì a disegnare. Mi sono mosso autonomamente e ho cercato di superare le mie difficoltà tecniche sempre da solo. Ero una persona molto timida e poco incline alla socialità, oltretutto all’epoca non avevo i mezzi per frequentare una scuola specifica. Potendo tornare indietro, probabilmente mi iscriverei a una scuola del fumetto».
Scopri il video dedicato all’artista