Gianle Lametà, artista di 38 anni vive a Lecce spinto dal desiderio di parlare del suo essere e del suo stato emotivo.
Quali studi hai fatto?
«Dopo 5 anni all’ITIS, provo ad entrare all’Accademia delle Belle Arti di Milano (Brera) ma non sono stato ammesso, così l’anno dopo ho frequentato il corso di Scenografia a Lecce abbandonandola un anno dopo per scarso interesse dei corsi».
Parlaci del tuo percorso artistico
«Nasco come writers nel 1996 dipingendo tra Salento e Lombardia, fino al 2012 quando decido di dedicarmi completamente al figurativo, prima su muro e poi su tela\cartoncini e supporti tipo il legno, dedicandomi alla street art».
Come nasce l’idea dei tuoi personaggi?
«I miei personaggi nascono sotto una forte influenza dello sceneggiatore/animatore/fumettista giapponese Hayao Miyazaki, dopo aver visto i suoi film ne rimasi cosi innamorato che a modo mio ho cercato di crearmi dei personaggi tutti miei, cercando di mantenere quel sottile strato tra Sogno e Realtà».
Cosa rappresentano per te i vari soggetti che raffiguri?
«Molte delle mie illustrazioni rappresentano sicuramente il mio IO più nascosto che esce solo quando impugno una matita o qualsiasi strumento che mi permetta di creare…».
Su quale supporto preferisci lavorare?
«Lavoro su muro, su carta, su tela e da pochissimo mi sono affacciato al disegno digitale».
Qual è il tuo messaggio artistico?
«Il messaggio artistico spesso parla di me e di qualcosa che non riesco a comunicare a voce, che si tratti di uno stato d’animo o dalla voglia di esprimere un disagio sociale».
Quali sono i tuoi progetti artistici?
«Un domani mi piacerebbe illustrare un libro tutto mio… ma di concreto ancora niente…o forse si!»
Qualche curiosità su di te?
«Curiosità: sono un operaio e mi piace disegnare ciò che vedo nella mia anima…più scavo, più surreali sono le mie illustrazioni».
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