Joey Guidone, illustratore e conceptual artist riconosciuto anche a livello internazionale ci parla del suo modo di fare illustrazione.
Breve presentazione.
«Sono Joey Guidone, 35 anni, vivo a Ivrea (TO) e ho studiato all’Istituto d’Arte, I.E.D. Torino, MiMaster Milano»
Raccontaci il tuo percorso artistico.
«Dalla maggiore età, tra tutte le arti visive mi sono dedicato principalmente all’illustrazione e un po’ alla pittura. Col passare degli anni mi sono focalizzato esclusivamente sull’illustrazione. Come tanti, ho sperimentato e ho disegnato negli stili più disparati. I miei gusti sono poi mutati nel tempo e sono convogliati nel mio “stile”. Anche la mia idea di illustrazione è mutata nel tempo e spero che continui a farlo».
Tu sei illustratore, ma anche conceptual artist, cosa vuol dire?
«Concettuale è un modo per definire quello stile di linguaggio che sfrutta i paradossi e le metafore per generare una “rottura” nella realtà. Questo avviene attraverso un disegno, un’illustrazione appunto. Più che allo “stile” dell’illustrazione, sono interessato all’effetto comunicativo che ha un’immagine sullo spettatore».
A proposito di stile, come definiresti il tuo.
«Essenziale, simbolico».
Come prendono vita le tue illustrazioni?
«Parto sempre da un brief, perlopiù un testo o un articolo, perché lavoro principalmente nel campo editoriale. Cerco delle idee disegnando minuscole bozze con una matita su un foglio bianco. Questo è l’inizio del processo creativo. Osservo anche come gli altri artisti (anche fotografi) hanno sintetizzato sulla carta concetti anche difficili. Credo che osservare gli altri sia fondamentale, soprattutto nelle prime fasi di crescita. Il 95% del lavoro pratico avviene poi con la mia tavoletta grafica e col mio computer su cui, passo dopo passo, “progetto” l’illustrazione in bianco e nero. Una volta che sono soddisfatto a livello di disegno e di composizione, applico i colori».
In Italia il mondo dell’illustrazione è visibilmente in crescita, come spieghi questo boom?
«L’idea comune che noi italiani siamo un popolo di creativi credo abbia un fondo di verità. Oltre a questa nostra caratteristica, in Italia negli ultimi anni sono sorte molte scuole e corsi dedicati all’illustrazione. Questo credo abbia alimentato notevolmente il bacino dei potenziali illustratori professionisti».
Per un ragazzo che vorrebbe iniziare questo tipo di carriera artistica che consiglio daresti?
«A me ha aiutato prendere come riferimento il lavoro di illustratori già affermati e che amavo. Per fortuna per imparare ad usare gli strumenti del mestiere ci è permesso copiare gli altri. L’importante, col tempo e lavorando molto, è trovare la propria voce».
Cosa non deve mai mancare sul tuo tavolo da lavoro?
«Sono “essenziale” nei miei disegni, ma sono essenziale anche rispetto alle cose di cui mi circondo. La mia scrivania è praticamente vuota. Credo comunque non potrei mai rinunciare ad un foglio bianco e alla mia matita».
A quali progetti ti stai dedicando?
«Sto lavorando ad un progetto per la vendita delle mie opere stampate attraverso una mia piattaforma online. Mi piacerebbe far sì che le persone comuni si possano circondare, anche a prezzi contenuti, di arte e bellezza».
Qualche curiosità per concludere…
«Non sono mai stato a Venezia, ma credo proprio che un giorno ci andrò».
Scopri il video dedicato all’artista