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La familiarità con gli story boards si sposa con le ricostruzioni di fatti e fattacci

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Franco Portinari, è un disegnatore, illustratore e vignettista che collabora con alcune importanti realtà editoriali italiane.

Presentazione di rito.
«Sono nato a Milano, nel 1956, dove vivo e lavoro».

Quali studi hai fatto?
«Liceo Artistico di Brera».

Raccontaci il tuo percorso artistico
«Disegno da sempre. Con il mio primo “lavoro” in assoluto arrivai terzo (sigh) al concorso di disegno per bambini per l’inaugurazione del trenino dei giardinetti di Porta Venezia. Primi anni ‘60. Poi, Liceo Artistico negli anni ’70, ore e ore sulla copia dal vero e sul finale, ore e ore su manifesti e striscioni».

Quali sono le tue esperienze lavorative più gratificanti e perché?
«Ho cominciato come “visualizer” per le agenzie di pubblicità. Per anni ho disegnato solo layouts e story boards per campagne pubblicitarie. E’ il 2009 quando mi chiama il Corriere della Sera. E’ come essere convocato in Nazionale. La mia familiarità con gli story boards probabilmente si sposa con le ricostruzioni di fatti e fattacci che devono documentare».

Parlaci del tuo stile grafico.
«Le mie illustrazioni risentono dello stile dello story board, pertanto devo essere sempre veloce e sintetico. I markers Pantone e gli acquerelli sono stati gli strumenti che mi hanno dato un modo di lavorare: decisione e velocità di esecuzione. Oggi, con il digitale, si va più sul sicuro, se sbagli torni indietro, non si rovescia mai l’acqua sul foglio».

Le tue vignette molto spesso parlano di politica, esiste quindi ancora la satira in Italia?
«Le vignette satiriche continuo a realizzarle per puro divertimento, blog e facebook e altre piattaforme sono gli unici approdi. Solo il Fatto Quotidiano, per volontà di Stefano Disegni, mi chiese di collaborare come vignettista per “il Misfatto”, l’inserto satirico della domenica, per qualche anno, giusto la vita dell’inserto. Se dobbiamo guardare alle pubblicazioni satiriche, direi che il genere non tira più: quando uscì “il MALE” con delle testate parodiate come quella che diceva che il Grande Vecchio delle BR era Ugo Tognazzi, fece scalpore. Oggi siamo abituati a tutto, da Lercio.it alle fake news».

Progetti in corso?
«Il gennaio scorso, insieme a Giovanna Carbone (con la quale vivo e lavoro dal 1987) abbiamo realizzato una graphic novel su Primo Levi, pubblicata da “edizioni la meridiana”. Parallelamente al lavoro su commissione, vorremmo continuare con il genere. Magari in direzione giallo».

Qualche curiosità per concludere?
«Mi piace molto disegnare dal vero, riempire i moleskine di ritratti a persone o animali che incontro sia nei viaggi che nella quotidianità. E magari tradurli da appunti a dipinti su tela. Ma qui siamo nella sfera dell’hobby».

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