Fanny Fiumara, illustratrice talentuosa, ci porta nel suo mondo creativo e coinvolgente
Ciao Fanny, raccontaci un po’ chi sei.
«Ciao! Certo con piacere! Sono un’eterna malinconica che ama le cose transitorie, come i crepuscoli, l’autunno, i viaggi in treno (se non sono troppo lunghi). È per questo che mi sono molto avvicinata all’arte giapponese, intesa come anime e manga (e qualche haiku). Oltre al disegno amo leggere, anche se vorrei dedicarmici di più, come facevo da adolescente. Passo molto tempo col naso all’insù alla ricerca di uccelli, da una parte l’invidio, dall’altra non c’è nessuna creatura da invidiare veramente in natura. Ho un rapporto complicato con la musica, a volte ho paura di ascoltarla perché è troppo coinvolgente. E niente, vivo male col mio cervello, che è anche ipocondriaco!»
Illustratrice dallo spirito fumettistico, come nasce il tuo stile e quale è stato il tuo percorso fino ad oggi.
«Il mio percorso artistico è condensato in pochi anni e tanti stili diversi. Beh, da piccola creavo dei giornaletti con le mie sorelle, ispirandomi ai magazine delle Winx (che adoro ancora) e delle Tokyo Mew Mew. Mia sorella era sempre più precisa di me a disegnare e io avevo un pessima grafia, quindi non pensavo che l’arte fosse la mia strada; difatti l’ho abbandonata per anni. Ho poi ripreso a disegnare sporadicamente sui fogli a quadretti e sul banco, con HB senza pretese. Di solito ricopiavo i personaggi di Amy Brown ed Anne Stokes. Ricordo che mi divertivo tanto ed ero sempre soddisfatta, ma lo ritenevo solo un passatempo. La vera svolta è stata nei primi anni di università, quando ho scoperto il mondo dell’arte digitale grazie al sito Deviantart e alla magnifica Selenada. Amavo i suoi lavori pittorici, allo stesso tempo precisi ma impressionistici. Impazzivo ad imitare le sue pennellate ed i suoi colori. È così ho iniziato con la pittura digitale, su una wacom intuos presa a metà prezzo, grande quanto un tappetino del mouse. Negli anni successivi, grazie a varie influenze artistiche -e alla mia perenne insoddisfazione ed ingordigia- ho provato vari stili e tecniche, riprendendo anche il tradizionale. Alla fine grazie alla cultura giapponese (che ho scoperto troppo tardi) e agli stili di artisti come Cassandra Jean, Gretel Lusky, Demizu Posuka e Oda, ho fatto una scelta: vorrei diventare fumettista. Per questo mi accingo a completare il corso di fumetto alla Pencil Art (insieme alla mia laurea in fisica… spero)».
Preferisci la tecnica manuale o quella digitale? e come prendono vita le illustrazioni.
«La tecnica tradizionale da molte più soddisfazioni nello svolgimento, ma il digitale è estremamente versatile. Per il momento ho trovato un equilibrio nella via di mezzo: mixare le due tecniche. Ovviamente mi capita anche di realizzare un lavoro solo in digitale senza usare la carta, non credo che bisogna scordare come si faccia.
Quando disegno provo a farmi influenzare da immagini che mi piacciono, fin quando il mio cervello non comincia a produrre qualcosa. Ci sono anche dei casi in cui so già cosa voglio disegnare e il mio compito resta solo quello di rimanere il più fedele possibile all’idea che ho in testa. Dopo l’arrivo dell’idea raccolgo riferimenti (la maggior parte delle volte, creo delle bacheche su pinterest) che mi aiutino a scegliere la composizione, la prospettiva le pose dei personaggi, i loro vestiti e i colori. In questa ricerca aggiungo i lavori di altri artisti (sulle prospettive corro da Demizu Posuka!). Frequentemente, mentre realizzo un’illustrazione, sento di aver sbloccato un nuovo livello e di aver recuperato nuove armi e armature. Mi soddisfa molto quando succede!».
Abbiamo trovato molto interessante il tuo profilo Instagram, è energia pura… Quali sono i soggetti che prediligi raffigurare e se attraverso loro crei anche delle storie.
«Grazie mille! Beh i miei soggetti preferiti sono le sirene e l’acqua (anche se quest’ultima è parecchio complessa da fare). Che dire, mi piacciono i colori pastello, i riflessi, le pinne, i capelli lunghi e le bolle. Il tutto condito con dello steampunk, adoro quest’ambientazione, non ho idea del perché!
La maggior parte delle volte i disegni che faccio per me stessa, sono solo immagini che ho voglia di rappresentare, personaggi fini a se stessi. Immagino cosa stiano facendo in quel momento, in quel mondo, ma la loro vita inizia e finisce sul foglio. Realizzo anche i protagonisti delle mie storie (chissà quando le scriverò per davvero!) ma sono le loro storie che danno vita al disegno, non il contrario. Solo una volta ho pensato di riprendere una vecchia illustrazione per tramarci sopra qualcosa».
Tra le tue illustrazioni o personaggi ce n’è qualcuna a cui sei più legata?
«Sì, anche se queste cambiano spesso nel tempo, in seguito a miglioramenti. Per il momento le mie preferite sono il remake di un vecchio disegno “Green Mermaid Redraw” e “Under the roof”. In questi lavori sento di aver imparato qualcosa di nuovo, e li guardo soddisfatta ricordando il traguardo raggiunto con fatica».
Realizzi opere su commissione?
«Sì certo! Se qualche lettore è interessato può contattarmi a questo indirizzo: commissionfanny@gmail.com».
Cosa ti auguri per il tuo futuro artistico.
«Beh, mi auguro di riuscire. Riuscire a vivere d’arte, riuscire a diventare ancora più brava e mi auguro di riuscire a completare le mie storie».
Una curiosità prima di lasciarci.
«Ok, una cosa che non frega a nessuno: ho una mezza ossessione per Emily Brontë, e odio l’ultimo film che hanno fatto sulla sua vita!».
I link dell’artista
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