Michele Delmonte, un fotografo emiliano che ha imparato le tecniche della fotografia naturalista grazie alla sua immensa passione
Breve presentazione.
«Mi chiamo Michele Delmonte, ma questo lo sapete già. Vivo a Gattatico, ma sono originario di un paesino della provincia di Parma, Fontevivo, dove sono cresciuto e ho vissuto fino a pochi anni fa. Ho studiato come perito informatico, ma alla fine la vita ha deciso per me altre strade. Sono un toelettatore, “figlio d’arte” perché mia madre ha iniziato questo lavoro e io l’ho proseguito prima per passione e poi per professione. Mi sono dedicato alla fotografia seriamente da un paio di anni dopo che, grazie ad un amico, ho avuto la possibilità di avere la prima fotocamera “seria”. Anche in questo campo posso definirmi “figlio d’arte” perché mio padre ha sempre avuto la passione e sviluppava le fotografie in bianco e nero in casa».
Raccontaci il tuo percorso.
«Avendo a disposizione l’attrezzatura si è presentato il primo problema: utilizzarla correttamente. Per questo ho deciso di iscrivermi a un corso base di fotografia e ho conosciuto il gruppo fotografico “Obbiettivo Natura”, di cui attualmente faccio parte e con il quale ho già esposto qualche mia foto, ovviamente a tema naturalistico. Per questo ho scelto questo genere e anche per la mancanza cronica di tempo da dedicare a questa passione».
Ci sono altri motivi per cui prediligi la fotografia naturalistica?
«Eseguo la macro e l’avifauna da capanno, due generi che richiedono sì tempo, ma che possono essere realizzati tranquillamente nel cortile di casa».
Che tipo di attrezzatura usi?
«Fino a poco tempo fa per i miei scatti utilizzavo una Nikon D3100 con un Tamron 70-300 per avifauna e un Nikkor 40mm micro per le macro. Un’altra lente interessante che ho utilizzato per parecchi scatti è stata il 120mm Medical della Nikon, una lente inizialmente progettata per gli studi dentistici degli anni ’80. Attualmente ho permutato la D3100 per passare a qualcosa di un po’ più performante, una D7000».
Cosa non deve mancare nel tuo zaino fotografico?
«Beh, generalmente giro con il fidato e rumoroso Tamron e il 40mm micro. E ovviamente, cavalletto e comando remoto, essenziali per il genere di fotografia che realizzo».
Ci sono progetti a cui stai lavorando?
«Attualmente mi sto spostando su tutt’altro genere di fotografia, la ritrattistica, su “pressioni” famigliari (e dal fatto che d’inverno di insetti se ne trovano ben pochi)».
Qualche curiosità?
«Una c’è… L’amico fotografo che ho ingaggiato per il mio matrimonio è venuto a casa e, vedendo le mie foto appese mi ha chiesto “hai chiamato me perché non puoi farle da solo, vero?” , vi lascio immaginare come mi sono sentito!»
Scopri il video dedicato all’artista