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Ritratti con prospettive deformanti e punti di vista inusuali

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Daniele Zaggia è un illustratore focalizzato sulla realizzazione di ritratti sicuramente inusuali e dalla forte componente emotiva.

Ciao Daniele, raccontaci un po’ chi sei. 
«Piacere, sono Daniele sono grafico e illustratore, non amo parlare molto di me, per questo disegno e riesco maggiormente a raccontarmi visivamente attraverso i miei lavori».

Il tuo percorso artistico e studi per arrivare dove sei ora.
«Ho frequentato la scuola da grafico e la scuola del fumetto di Milano in via Savona, e alcuni corsi di pittura e workshop di matite colorate».

Tu sei un ritrattista, perché questa scelta.
«Nasce dal fatto di riuscire a dare un’emozione più grande, utilizzando lo sguardo o le espressioni umane che permettono di arrivare maggiormente a chi le osserva, molto volte mi viene detto che nei miei soggetti sembra quasi che i disegni guardino l’osservatore, è una cosa un po’ inquietante, ma sicuramente dà soddisfazione rendersi conto di avere reso al massimo l’espressività. Da sempre una certa soddisfazione quando dopo una commissione ho un riscontro di quanto renda il soggetto».

Come scegli i tuoi soggetti.
«Nei miei soggetti non cerco la bellezza o la perfezione, amo molto in questo ultimo periodo soggetti deformati e dalla connotazione poco riconoscibile. Prospettive deformanti e punti di vista inusuali che rendono anche disturbante la visione dell’opera».

Parlaci della tua tecnica artistica, davvero espressiva.
«Lavoro principalmente con le matite colorate, ma ho provato anche la pittura acrilica che mi prometto sempre di riprendere. Usare le matite è un processo molto fisico ed è per questo che mi piace, è una valvola di sfogo e ho sviluppato poi questa tecnica fatta di segni senza velature che rende il tutto molto immediato e istintivo anche un po’ duro per chi lo osserva, ma sicuramente estremamente espressivo e diretto. Le matite permettono vari tipi di segni, non mi piace un segno estremamente pulito, anche la matita può avere varie forme di espressione a seconda di quanto sia temperata ad esempio. Molte volte preferisco che sia quasi consumata la punta per rendere il segno più vero».

Osservando le tue opere ci è venuto in mente Egon Schiele per drammaticità, colori e sintesi dei lineamenti. Come riesci ad ottenere questo risultato e se è stato uno stile immediato o ci sono voluti anni.
«Sicuramente il mio lavoro è un percorso da fare ogni giorno con costanza e dedizione, non ci si improvvisa e sicuramente non c’è un limite a quello che una ricerca costante può portare. Non si è mai arrivati, è il bello e il brutto allo stesso tempo, io spero di non smettere mai di imparare e migliorami».

Tra i tuoi ritratti ce n’è qualcuno a cui sei più legato?
«Sono più legato ai disegni di persone reali che magari decidono di farsi ritrarre spontaneamente, oppure decidono di commissionarmi un lavoro.  Avere una risposta reale su una persona esistente è sicuramente più stimolante che usare una foto di riferimento magari già utilizzata da altri artisti, creare qualcosa di autentico è sicuramente l’obiettivo principale».

Quindi realizzi opere su commissione.
«Sì, realizzo su richiesta opere su commissione di varie genere, pure paesaggi se richiesto, anche se abitualmente non ne produco molti».

Cosa ti auguri per il tuo futuro artistico.
«Di arrivare a più persone possibili, di mostrare il mio lavoro e che si spera venga apprezzato».

Una curiosità prima di lasciarci.
«Non sono mai completamente soddisfatto del mio lavoro.
Lavoro in modo frenetico e spero sempre che il mio prossimo lavoro sia migliore del precedente».

I link dell’artista

Guarda il video che gli abbiamo dedicato

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