“Tre cose soprattutto l’uomo moderno deve apprendere per divenire sano e completo: l’arte del riposo, l’arte della contemplazione, l’arte del riso e del sorriso” (Roberto Assaggioli, psichiatra).
L’estate è letteralmente volata sotto i nostri occhi. Personalmente mi sono sentita più spettatrice che protagonista di questa stagione, alla quale abbiamo affidato l’oneroso compito di risollevare l’animo, e alleviare la pesantezza mentale accumulata durante il lockdown.
Abbiamo ripreso i ritmi lavorativi con maggiore stanchezza, e il riposo diventa così, prerogativa essenziale delle nostre giornate.
In tal senso, colpisce il quadro di Paul Cézanne, esposto al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo. Questo grandioso artista, focalizza come possiamo vedere, la sua attenzione, su un comunissimo fumatore di pipa.
Il tema del fumatore fu molto caro a Cézanne, che lo affrontò più volte. In questo dipinto sembra utilizzato più che altro come pretesto per la rappresentazione di uno splendido studio psicologico. Il personaggio ritratto è probabilmente Alexandre Paulin, contadino o giardiniere dell’artista, nell’amatissima tenuta di famiglia a Bouffan dove egli abitò, in un quieto e voluto isolamento, dal 1886 al 1889.
La scena sembrerebbe ambientata nello studio di Cézanne, poiché alle spalle dell’uomo, intento a fumare una piccola pipa, si intravedono due dipinti da lui stesso eseguiti. Secondo un’ipotesi interpretativa, queste “tele nella tela” determinano importanti elementi di contenuto, oltre che di colore: con i loro soggetti, infatti, esse alluderebbero alle tentazioni del mondo esterno, rifuggite dall’artista, tutto intento a conquistare un equilibrio interiore, che preservasse la genuinità della sua ispirazione.
Forse per questo motivo l’uomo ha lo sguardo trasognato, astratto, reso efficacemente dalla rappresentazione degli occhi che appaiono simili a due piccole cavità nere, come se il fumo avesse calato tra lui e la realtà quotidiana una cortina d’oblio. Ma il soggetto di questa tela interessa Cézanne, come di consueto, anche per le possibilità che offre di studio, scomposizione e ricostruzione della realtà, secondo la sua nitida visione del mondo, che è composta, a suo parere, da forme e volumi geometrici. Visione questa che influenzò moltissimo il cubismo: si osservino in tal senso le pennellate “robuste” e costruttive, attraverso le quali dipinge il volto e le mani dai pugni serrati. Dunque non solo uno studio psicologico ma anche della forma.
Probabilmente d’ora innanzi valuteremo con maggiore attenzione, e raffinato senso critico il tema del riposo.
a cura di Maria Rosaria Cancelliere