Massimo Pannocchia in arte MAIZ è un disegnatore, illustratore e caricaturista. Ci ha raccontato cosa vuol c’è dentro i suoi lavori.
Presentazione di rito.
«Mi chiamo Massimo Pannocchia in arte MAIZ, vivo a Tortona in provincia di Alessandria, ma sono originario della città di Genova».
Quali studi hai fatto?
«Sono diplomato al liceo artistico Paul Klee di Genova».
Parlaci del tuo percorso artistico.
«Ho sempre avuto la passione per il disegno e l’arte. Mia madre amava dipingere e da bambino verso i 5 anni circa, mi divertivo a prendere in mano pastelli, pennarelli, matite per scarabocchiare su fogli e quaderni i vari Topolino e Paperino… ero praticamente un disneyano. I miei idoli adolescenziali, intorno ai 15-16 anni per intenderci, sono stati fumettisti come Andrea Pazienza, Jacovitti, Magnus, Bonvi, Silver, Luciano Bottaro… per citarne solo alcuni. Il mio è stato un percorso artistico travagliato, per me il disegno è sempre stato un hobby, un gioco. Ho avuto la fortuna di conoscere persone che mi hanno insegnato tanto sia nel periodo della scuola che dopo. All’attivo ho mostre collettive e personali con il tema dell’illustrazione e della caricatura».
Quale tecnica usi e come definiresti il tuo stile grafico?
«La mia più grossa passione è la caricatura, tecnica in cui mi sono specializzato nel corso degli anni. Amo anche il fumetto e l’illustrazione, ma il rappresentare qualcuno fisicamente dando quel tono di espressività mi da stimolo ed entusiasmo. Solitamente prendo di mira attori e musicisti famosi, ma anche persone comuni. Non disprezzo il concetto di caricatura in cui vengono esasperati i tratti somatici del soggetto, ma prediligo la caricatura/ritratto in cui emerge l’anima e il carattere della persona. I miei ultimi lavori sono eseguiti a penna, amo molto il tratto delle classiche penne a sfera e questa tecnica ormai rappresenta un mio stile».
Come scegli i tuoi personaggi e se ce n’è qualcuno a cui sei più affezionato.
«I personaggi famosi con tratti somatici particolari attirano la mia attenzione. Sandro Pertini, i personaggi della serie Happy Days, Robert De Niro ritratti a penna o Marilyn Manson e David Bowie che ho ritratto con una tecnica mista (matite/lavagnetta grafica) giusto per citare qualcuno dei lavori a cui sono più affezionato. Poi essendo io un pendolare, mi capita spesso di ritrarre anche la gente comune come i passeggeri dei treni perché raccontano con i loro visi e le loro espressioni la vita di tutti i giorni. Mi piace rappresentarli mentre leggono, dormono, oppure mentre guardano il cellulare, momenti naturali in cui mi parlano. Questi disegni realizzati in treno di cui vi ho parlato adesso, sono raccolti in una pagina Instagram che si chiama “people_on_the_train”».
Che progetti hai?
«In autunno ho in programma una serie di mostre personali sul tema delle caricature e sto sviluppando un progetto editoriale con il materiale raccolto dei personaggi ritratti sui treni».
Cosa ti piace di più del tuo mestiere?
«Mi aiuta a sviluppare la creatività e poi vedere il proprio lavoro prendere forma su un foglio è una delle cose più gratificanti».
Qualche curiosità.
«A casa ho tre grossi cassetti colmi di penne colorate e fogli. Poi quando disegno il più delle volte ascolto della musica in cuffia».
Scopri il video dedicato all’artista