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Una scultura che dà forma ai sentimenti più veri

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Maurizio Carola, scultore appassionato, utilizza diversi materiali per le sue opere. Il suo è un messaggio di libertà e sentimento.

Ciao Maurizio, raccontaci un po’ chi sei.
«Mi chiamo Maurizio Carola, ho 34 anni e sono uno scultore emergente. Sono nato e cresciuto a Napoli dove vivo ancora ad oggi insieme alla mia famiglia». 

Quando e perché hai deciso di dedicarti all’arte e nello specifico alla scultura e quale è stato il tuo percorso.
«La mia passione o dedizione verso l’arte nasce in un modo del tutto spontaneo, infatti, sin da bambino ho dedicato ogni giorno del tempo disegnando. Difatti giorno dopo giorno ho coltivato e coltivo ancora oggi, la mia fame d’arte seguendo un percorso autodidattico fortemente ispirato dall’arte presepiale molto diffusa a Napoli; le espressioni di quelle piccole sculture parlavano pur non dicendo alcuna parola trasmettendomi emozioni che sono rimaste indelebili nella mia mente. Piccole opere che nascono da scultori del calibro di Giuseppe Sammartino autore del Cristo Velato a Napoli. Conseguito il diploma comincio a lavorare part time e nel pomeriggio mi reco nella bottega di un maestro artigiano delle ceramiche di Capodimonte così da poter imparare di più, qualche anno dopo insieme apriamo questo piccolo laboratorio dove mi dedico alla realizzazione di minisculture in terracotta e alla pittura ad olio. Nel 2017 incontro il Maestro d’arte Domenico Sepe, scultore specialista del bronzo e autore di diversi monumenti pubblici in Italia, un incontro determinante per la mia crescita professionale e artistica e dopo qualche tempo vengo accolto come allievo nella bottega del Maestro Sepe (Rif. Libro catalogo “DOMENICO SEPE La materia e l’Eterno” pag.84) e nell’anno 2020\21 affianco il Maestro Sepe nella realizzazione della Scultura in bronzo dedicata a Diego Armando Maradona collocata nei cortili dell’omonimo stadio a Fuorigrotta. Nel vicinissimo 2021\22 ho iniziato ad esporre personalmente grazie all’interesse e all’impegno verso la cultura artistica italiana del curatore d’arte Ferdinando Sorrentino partecipando a diverse mostre d’arte collettive tra cui la “Biennale internazionale di scultura” tenutasi nella città di Lauro (AV)». 

Parlaci della tua scultura e di come prende vita.
«La mia è una tipologia di scultura figurativa, utilizzo maggiormente la ceramica e il marmo anche se quest’ultimo richiede un grande impegno dal punto di vista economico. Le mie opere nascono quasi sempre da qualche forte ispirazione emotiva che mi spinge a dare forma a quella sensazione provata interiormente, dopo l’ispirazione comincia la fase della realizzazione attraverso la ricerca accurata del soggetto mediante documentazioni fotografiche o mediante disegno se si tratta di un soggetto che non ha documentazione fotografica; una volta pronta la bozza cartacea procedo con la realizzazione sul blocco di argilla avendo come riferimento lo schizzo cartaceo, delineando con la stecca sul blocco d’argilla le forme simmetriche e anatomiche e man mano lavorando l’argilla la scultura inizia a divenire sempre più nitida e leggibile  fino a raggiungere il risultato desiderato». 

Pregi e difetti (e difficoltà) della scultura.
«Tra i pregi della scultura ci sono le forti emozioni che essa trasferisce soprattutto quando ci si sta vicino, infatti la scultura la puoi vedere, toccare e addirittura odorare, quindi vivere appieno il suo valore oltre il messaggio che la scultura stessa contiene. La scultura riempie, dona vigore, stupisce e dona pregio. Se dovessi descrivere i difetti della scultura sicuramente l’unico che mi viene in mente è la tempistica che essa richiede (ovviamente dipende dall’opera) ma credo che ogni scultura richieda davvero parecchio tempo, dedizione e lavoro. Si dice che lo stesso Michelangelo Buonarroti non vedeva l’ora di vedere le sue opere finite e credo che sia così un po’ per chiunque cominci un’opera scultorea, l’impazienza seppur nolente si sottomette alle regole del tempo». 

Prima hai citato Michelangelo, la scultura è una tecnica artistica forse oggi meno utilizzata rispetto al passato?
«Credo che la scultura abbia attraversato un periodo di abbondante disinteressamento negli ultimi 25 anni e credo che in parte sia servito ad avvalorare ancor di più il pregio della scultura stessa. Forse sarà solo un mio sogno o forse è un sentore positivo, mi sento sospinto a credere che ci troviamo in una nuova decade dove la scultura tornerà a far parlare l’arte e a far parlare d’arte». 

Realizzi opere su commissione?
«Sì, realizzo opere su richiesta. Quando realizzo un’opera su commissione ho bisogno di ascoltare il committente affinché io possa condividere e in parte vedere ciò che sta immaginando nella sua mente, non accetto commissioni che vadano oltre i miei valori etici, morali e idealistici. Chiunque desidera chiedermi un’opera può contattarmi in privato sulla mia pagina Instagram o Facebook».  

Qual è il tuo messaggio artistico.
«Il messaggio che vorrei trasferire è un messaggio di libertà interiore, attraverso le mie opere spesso non descrivo ciò che vorrei dire agli altri ma semplicemente cerco di donare forma ai sentimenti più profondi del mio cuore e nel mio caso la Fede in Cristo, l’amore, la compassione, il coraggio sono spesso i sentimenti che mi spingono a realizzare nuove opere, credo che ogni artista lasci nelle sue opere una parte di sé».

Cosa ti auguri per il futuro e se hai un sogno particolare.
«Mi auguro di fare sempre meglio, migliorando la mia arte e lasciando qualcosa di incredibilmente meraviglioso come hanno fatto i maestri del passato con la consapevolezza che camminiamo sulle orme di un’arte come quella della scultura che da questa piccola Italia ha pervaso ogni angolo della terra attraverso le gesta di Leonardo da Vinci, Michelangelo, Vasari, Donatello, Bernini, Sammartino e potrei ancora continuare, insomma di rivivere un piccolo nuovo Rinascimento italiano». 

Mentre crei cosa non può assolutamente mancare.
«Mentre creo non può assolutamente mancare della musica che sia correlata al soggetto che sto realizzando, questo mi aiuta ad entrare di più nell’atmosfera emotiva». 

Una curiosità prima di lasciarci.
«Una curiosità su di me, sono diplomato come operatore di economia commerciale».

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